Recensione - Ogni volta noi, di Josie Silver
Recensione - o insieme di pensieri non sempre positivi - per questo libro, "Ogni volta noi", di Josie Silver ed edito Garzanti.
Titolo: Ogni volta noi
Autore: Josie Silver
Genere: Contemporary Romance
Serie: Non fa parte di una serie
Casa Editrice: Garzanti
Data di uscita: 11 ottobre 2018
Trama
L’amore arriva quando meno te lo aspetti.
Seduta sull’autobus per tornare a casa, Laurie ammira le luci sfavillanti di Londra attraverso il finestrino. All’improvviso i suoi occhi incrociano quelli di un ragazzo fermo sul marciapiede. Si incrociano e si rincrociano ancora, in uno spazio che sembra infinito. Come non avessero mai fatto nient’altro per tutta la vita. Ma l’autobus riparte e Laurie non ha il tempo di fermarlo, di scendere, di scoprire qualcosa di quel ragazzo misterioso che per lei significa già tutto. Per un anno intero non fa altro che cercarlo in ogni negozio in cui entra, a ogni angolo di strada, in ogni pub dove va con gli amici. Ma sa che rivedersi, in una città così grande, è praticamente impossibile. Quando ormai si è rassegnata all’idea che si sia trattato di un’altra delle mille persone che, nella vita, si incontrano per poi perderle per sempre, lo vede a una festa. Ma non come avrebbe sperato. La sua migliore amica è lì per presentarle il suo nuovo fidanzato, e Laurie non può credere a chi si trova di fronte: è lui, è il ragazzo dell’autobus, è il ragazzo che ha disperatamente cercato per mesi. Un destino beffardo li fa incontrare di nuovo proprio quando non possono stare insieme. Proprio quando devono nascondere a loro stessi e al mondo intero la magia del loro primo incontro. Perché l’amore detta le sue leggi che non sempre sono comprensibili. Perché l’amore può premiare gli audaci, ma anche chi ha la pazienza di aspettare. Di credere. Di essere tenace. Quando nasce a prima vista può essere un fuoco che si accende in un istante, ma anche un focolare che trattiene il calore affinché non si esaurisca mai.
Ci sono diverse categorie di libri: romanzi rosa, storici, di narrativa, thriller. Quelli da bruciare nel falò del cinque gennaio. quelli in cui ti ubriachi d'amore, quelli che leggendoli ti inducono a farti un goccetto per poter sopravvivere fino alla parola fine. Ma i libri sono sempre belli, sono valvole di sfogo e di confronto, ci mettono in discussione e perché no, condividere giudizi è il modo migliore per comprendere dei dettagli che il nostro occhio non ha percepito, vedere le storie da diversi punti di vista, senza rinunciare al proprio ma realizzando che un'unica storia può essere mille storie insieme. Dipende sempre da come la vive il lettore. Oramai lo sanno anche i muri, dove i libri trovano massima approvazione dal pubblico, io li faccio finire senza alcun dubbio (e dopo una lettura autoimposta che sembra più una forma sottile di autolesionismo, se non di ironia) nella castasta dei libri che non farebbero nemmeno accendere il fuoco di quella che noi, nel mio dialetto chiamiamo "la casera". Troppo tossici persino per prendere fuoco.
Se Annuccia leggesse questa recensione, sono certa che mi scriverebbe immediatamente: "lo sapevo". Lei sa sempre, che dopo troppe letture entusiasmanti c'è il crollo. Come in questo caso. Vengo da tre letture a 4 cuori, e qui..... bum! Giù in picchiata. Peccato, perché la trama era davvero carina.
Ma vediamo perché.
* * * QUESTA RECENSIONE E' PIENA DI SPOILER * * *
Nella vita dovremmo essere più
«L’ho incontrato in ascensore. L’ho tenuto in ostaggio con il pulsante
di stop finché non si è deciso a chiedermi di uscire.»
e meno
«Non avrò né figli né nipotini. Invece cercherò invano il ragazzo del bus per sempre,
e avrò dei gatti con te», ribatto. «Apriremo un gattile e la regina
ci darà una medaglia per servizi resi ai felini.»
Detto questo....
Dicembre 2008. Laurie, a pochi giorni dal Natale, sta rientrando a casa in bus quando, ad una fermata, incontra quello che per lei è il grande amore. Tra di loro non c'è che uno scambio di sguardi penetrante, ma è quello sguardo al quale ti appendi nei momenti di nostalgia, o la notte prima di dormire. Uno sguardo che scatena in lei delle forti emozioni di amore e appartenenza. Ma di questo ragazzo lei non sa niente. Ricorda solo il verde-oro dei suoi occhi, coperti da un cappello di lana spessa per ripararsi dal freddo londinese. Lo cerca, lo cerca per giorni e mesi, insieme alla sua amica e coinquilina Sarah. Lo cerca, e un anno dopo lo trova. Anzi, è proprio Sarah a trovarlo e presentarglielo come suo fidanzato.
Ora non è più il "ragazzo del bus", ora ha un nome. Jack O'Mara. Ora non è più il suo grande amore, ora è il grande amore della sua migliore amica. Reprimere quel sentimento che prova per Jack non è facile per Laurie: non quando ai suoi occhi lui è il fidanzato perfetto per Sarah. Con difficoltà e non dicendo a nessuno (soprattutto a Sarah) che Jack è il ragazzo del bus, Laurie cerca di mettersi il cuore in pace, trasformando il suo amore platonico in solida amicizia. E ce la fa, riesce a "etichettare" Jack come amico fino a che, stanca di fingere e stufa di lavorare in una reception di un albergo quando in realtà ha in mano una laurea in giornalismo, decide di partire per la Thailandia. Un viaggio in solitaria, alla scoperta delle bellezze dell'isola. Un viaggio che le farà scoprire un nuovo amore, quello per Oscar, finanziere della City Londinese. Jack è lì nel suo cuore, ma Oscar è il suo per sempre, tant'è che dopo parecchie insistenze, riesce a rispondere "si!" alla domanda "Vuoi sposarmi?".
Non si accaparra solo uno scapolo d'oro, ma anche una vipera suocera che la crede un'approfittatrice dei bassi fondi di Londra. In realtà, l'amore di Laurie nei confronti di Oscar è genuino e sincero, completo e profondo. Lei ama davvero il suo futuro marito.
Se da una parte Laurie è felicemente fidanzata, dall'altra Jack e Sarah hanno capito che "abbastanza" non è "tutto". Il lavoro di Jack, che fa il dj radiofonico, è pesante e lo rende spesso assente. Non si cercano, non si amano più come dovrebbero. Un incidente in macchina aggraverà la situazione, perché la vita di Jack precipita terribilmente: perso la maggior parte dell'udito all'orecchio destro, vede la sua carriera sul nascere, stroncarsi definitivamente. Non esiste niente, nemmeno la ripresa amicizia con Laurie, in grado di placare questo suo stato d'animo. Perciò decide di cambiare aria, cambiare città e cambiare via, trasferendosi a Edimburgo.
Mancano pochi giorni al matrimonio (12 dicembre 2013 - fate caso a queste date e capirete perché questo libro è una continua angoscia) di Laurie quando succede il patatrack: complici l'alcol e le operazioncine di base tipo 2+2 e Sarah capisce che il suo ex altri non è che "il ragazzo del bus" - dopo 5 anni. E qui vi voglio. Ho intrattenuto le mie amiche tutto il pomeriggio su questa questione. In vino veritas. Questo è certo. Salta fuori che anni prima, quando ancora Jack era fidanzato con Sarah e Laurie tentava di nascondere il suo amore sotto strati e strati di forza di volontà, sotto il cielo di una Londra innevata, ci sia stato un bacio tra i due. Perché diciamocelo, J & L in realtà si volevano eccome. Il tempo non è mai stato dalla loro parte, però. Sempre al posto giusto, nel momento sbagliato. La cosa sconcertante, che mi ha mandata in crisi ed è stata la causa del mio intrattenimento pomeridiano al mio bellissimo gruppo di amiche che mi ha sopportata in questo sclero, è stata che Sarah, l'amica (o Caia, per le Ink), si sia incavolata abbestia del fatto che Laurie (Tizia, sempre per le Ink) non le abbia mai detto la verità, ossia che Jack (Pinco) altri non è che il suo amore platonico, il suo ragazzo del bus. Si incavola quasi meno di aver scoperto di un bacio tra loro, ma sto segreto proprio non riesce a digerirlo. Si arrabbia perché l'amica è stata in segreto innamorata del suo fidanzato. E allora qui il mio dilemma. Provate a mettervi nei panni di Laurie, innamorata del fidanzato della sua amica. Cosa ci avrebbe guadagnato nel raccontarle da subito la verità? Voi vi sareste aspettati che la vostra migliore amica lasciasse il fidanzato (di cui si è innamorata profondamente) solo perché quel Pinco è uno di cui vi siete innamorate voi ad una fermata del bus? Laurie non ha mai preteso questo, ha sempre sofferto in silenzio e non ha mai sbandierato i suoi sentimenti per Jack. Ha nascosto alla sua migliore amica di essere innamorata di lui perché non voleva rovinare quello che c'era tra loro. E io dico brava, hai avuto fegato di nascondere un sentimento così per vedere la tua amica felice. Un gesto di altruismo che non è stato compreso. Quindi, io dico, che diritto ha Sarah di arrabbiarsi se Laurie non ha interferito in nessun modo nella loro storia? Cioè parliamoci chiaro, è diventata migliore amica del suo amore platonico. Poi dicono a me che sono masochista. Se Sarah avesse saputo prima di questo segreto, secondo voi, avrebbe lasciato il fidanzato per permettere alla sua migliore amica di coronare il suo sogno d'amore? Ma io fossi stata lei, egoisticamente parlando, col cavolo che lascio l'uomo che amo per far contenta te che lo hai visto di sfuggita una volta.
Ma parliamo della questione bacio: c'è stato tra i due, tra Laurie e Jack, uno scambio di saliva che entra negli annali dei best kiss del... aspettate. Non ricordo l'anno. Forse 2009, forse 2010. Se vi dicessi che è stato il nostro cavaliere della fermata del bus a prendere l'iniziativa, cambiereste idea nell'etichettare Laurie come Str**za Traditrice nei confronti dell'amica? Ma più che altro, adesso che la storia tra Sarah e Jack è finita, serve a tutti i costi mandare a monte un'amicizia di anni e anni per uno stronzo che non sa tenere la lingua dentro alla SUA bocca? Ma è questo che succede, a due giorni dal matrimonio. Sarah si chiude la porta alle spalle e dice alla sua amica "adesso ti arrangi, io non ti faccio da testimone. Non voglio vederti mai più, cià." No, forse non la saluta nemmeno.
Incredibile. Ma continuiamo. Laurie si sposa con Oscar (Povero Cristo - che tanto povero non è) e vivono la loro storia tra cuori e fiori finché lui, uomo di affarri, non deve giostrarsi tra il trasferimento a Bruxelles e il suo matrimonio non "part-time". Laurie ci prova a resistere, ma arriva a una certa che proprio basta. Cioè, mi sarei stufata pure io che sono la pazienza fatta a persona. Ma poi il genio (Oscar), decide di volere un figlio. A tutti i costi. Ma porca miseria, sei via quattro giorni alla settimana, tua moglie cerca la sua indipendenza e la sua carriera, e tu vuoi bloccarla a casa a crescere un figlio che vedrai solo nei weekend? Questa cosa non l'ho digerita proprio. Assolutamente no. Non sono la paladina delle donne, ma sono certa che ognuno abbia i suoi tempi e le sue ambizioni. Ma Laurie cede, e ci provano. Mese dopo mese aspettano quelle due linee azzurre che non arrivano mai. E poi, il crollo. Oscar vuole andare a vivere in pianta stabile a Bruxelles accettando la promozione di direttore di banca. E ovviamente si aspetta che la moglie lasci la sua adorata Londra e la sua famiglia per seguirlo. Non è una cosa di cui hanno mai parlato, è solo che lui si aspetta che le cose vadano in un certo modo. Lo stesso modo in cui si aspettava che i suoi spermatozooi facessero centro al primo, o massimo secondo tentativo. Mi piacevi Oscar, ma adesso non mi piaci più.
Questa è la goccia che fa traboccare il vaso in questo matrimonio che da full time è diventato part-time, 20 ore settimanali e poco retribuite. Insomma, si lasciano. In modo pacifico, ma si lasciano. Sarà contenta la suocera, cosa volete che vi dica.
Ma parliamo della questione bacio: c'è stato tra i due, tra Laurie e Jack, uno scambio di saliva che entra negli annali dei best kiss del... aspettate. Non ricordo l'anno. Forse 2009, forse 2010. Se vi dicessi che è stato il nostro cavaliere della fermata del bus a prendere l'iniziativa, cambiereste idea nell'etichettare Laurie come Str**za Traditrice nei confronti dell'amica? Ma più che altro, adesso che la storia tra Sarah e Jack è finita, serve a tutti i costi mandare a monte un'amicizia di anni e anni per uno stronzo che non sa tenere la lingua dentro alla SUA bocca? Ma è questo che succede, a due giorni dal matrimonio. Sarah si chiude la porta alle spalle e dice alla sua amica "adesso ti arrangi, io non ti faccio da testimone. Non voglio vederti mai più, cià." No, forse non la saluta nemmeno.
Incredibile. Ma continuiamo. Laurie si sposa con Oscar (Povero Cristo - che tanto povero non è) e vivono la loro storia tra cuori e fiori finché lui, uomo di affarri, non deve giostrarsi tra il trasferimento a Bruxelles e il suo matrimonio non "part-time". Laurie ci prova a resistere, ma arriva a una certa che proprio basta. Cioè, mi sarei stufata pure io che sono la pazienza fatta a persona. Ma poi il genio (Oscar), decide di volere un figlio. A tutti i costi. Ma porca miseria, sei via quattro giorni alla settimana, tua moglie cerca la sua indipendenza e la sua carriera, e tu vuoi bloccarla a casa a crescere un figlio che vedrai solo nei weekend? Questa cosa non l'ho digerita proprio. Assolutamente no. Non sono la paladina delle donne, ma sono certa che ognuno abbia i suoi tempi e le sue ambizioni. Ma Laurie cede, e ci provano. Mese dopo mese aspettano quelle due linee azzurre che non arrivano mai. E poi, il crollo. Oscar vuole andare a vivere in pianta stabile a Bruxelles accettando la promozione di direttore di banca. E ovviamente si aspetta che la moglie lasci la sua adorata Londra e la sua famiglia per seguirlo. Non è una cosa di cui hanno mai parlato, è solo che lui si aspetta che le cose vadano in un certo modo. Lo stesso modo in cui si aspettava che i suoi spermatozooi facessero centro al primo, o massimo secondo tentativo. Mi piacevi Oscar, ma adesso non mi piaci più.
Questa è la goccia che fa traboccare il vaso in questo matrimonio che da full time è diventato part-time, 20 ore settimanali e poco retribuite. Insomma, si lasciano. In modo pacifico, ma si lasciano. Sarà contenta la suocera, cosa volete che vi dica.
Nel frattempo, colpa anche della morte del padre di Laurie, Sarah è tornata nella sua vita, scusandosi per essersi comportata male con lei. Beh, amica, era ora che ti scusasssi. Jack ha più ragazze di quelle che mi sarei mai immaginata, ma nel suo cuore ci saranno sempre Sarah e Laurie. Più Laurie che Sarah... insomma, la sua ragazza del bus. Perché sì, amici lettori, lui si ricorda di lei. L'ha negato per anni (QUASI DIECI) ma lui, ha sempre saputo che Lu era la tipa che gli ha fatto impazzire il cuore in quel dicembre 2009. Fesso due volte, insomma.
Lasciata l'ennesima ragazza che voleva mettergli il cappio al collo, Jack nella sua Edimburgo è felice. Solo, ma felice. Il suo programma in radio va alla grande, risponde alle domande di gente forse un pò depressa che ha bisogno di una parola di conforto, dando qualche chicca delle sue tipo "Ragazzino, non perdere tempo, se ami qualcuno diglielo, non fare come me". Ebbene, Lu (Tizia, amiche Ink) si sintonizza sulla sua stazione radio ogni sera per ascoltare la voce del suo amore. Fino a che (23 dicembre 2017) non decide di telefonare, e di dichiarargli che lo ama. Lo raggiunge in Scozia e... Fine. Cioè NON C'E' NEMMENO L'EPILOGO. Dieci anni di sofferenza, per un bacio. Vissero tutti felici e contenti, Sarah in Australia, Oscar tra bilanci aziendali della banca, e Laurie e Jack a baciarsi nello studio di registrazione. Io boh, come dice Ylenia. Non so cosa dire.
Ma adesso veniamo al giudizio. Parlando con le mie amiche ho capito che è difficile dare un punteggio a questo romanzo. Non è da due stelle, ma nemmeno da tre. Non mi sento di dare un mezzo voto, vi dico solo quello che penso a riguardo. Insomma, non è una lettura che consiglierei. Se la scrittura non è malvagia, è la struttura ad essere un disastro. Questo romanzo non è altro che un mix di ricordi inscatonati ognuno nel proprio giorno e nemmeno troppo interessanti ai fini della storia. Non sempre ci sono collegameti tra gli eventi, e la cosa che mi ha davvero urtata nella lettura è stata, all'inizio di ogni anno, la presenza e la volontà di rispettare i propositi per l'anno nuovo. Da quando esiste il mondo, nessuno è mai stato in grado di rispettarli. Laurie non è da meno. Insomma, questo romanzo è un insieme di ricordi, amalgamati male secondo me, che non hanno un filo conduttore di base. Ho sempre creduto che la lettura fosse evasione, ma leggere questo libro mi ha logorato il fegato che nemmeno lo studio assiduo per quell'esame che non riesco a passare mi ha mai causato. Questo non è un angst, questo nuoce ai fegati dei più coraggiosi. Non so se vi ricordate la mia opinione su "Per il mio amore, Whiskey". Se volete andate a leggervi la recensione e moltiplicate per tre l'ansia che ho provato leggendo questo libro. Va bene che certi amori fanno giri immensi e poi ritornano, ma perdere al starda per dieci anni... Non auguro a nessuno di vivere una storia così.
Però ci tengo a precisare che ci sono due momenti che mi sono piaciuti molto. Ed è sempre Jack a parlare (Dio ringrazi il pov alternato, unica nota positiva). Ve li riporto qui sotto.
Anche in questo romanzo bevono parecchio, dalla birra al vino. Io, ho dovuto bermi una tisana a fine lettura per calmare il mio stomaco in subbuglio. Devo ricordarmi di smettere di avere delle aspettative.
Lasciata l'ennesima ragazza che voleva mettergli il cappio al collo, Jack nella sua Edimburgo è felice. Solo, ma felice. Il suo programma in radio va alla grande, risponde alle domande di gente forse un pò depressa che ha bisogno di una parola di conforto, dando qualche chicca delle sue tipo "Ragazzino, non perdere tempo, se ami qualcuno diglielo, non fare come me". Ebbene, Lu (Tizia, amiche Ink) si sintonizza sulla sua stazione radio ogni sera per ascoltare la voce del suo amore. Fino a che (23 dicembre 2017) non decide di telefonare, e di dichiarargli che lo ama. Lo raggiunge in Scozia e... Fine. Cioè NON C'E' NEMMENO L'EPILOGO. Dieci anni di sofferenza, per un bacio. Vissero tutti felici e contenti, Sarah in Australia, Oscar tra bilanci aziendali della banca, e Laurie e Jack a baciarsi nello studio di registrazione. Io boh, come dice Ylenia. Non so cosa dire.
Ma adesso veniamo al giudizio. Parlando con le mie amiche ho capito che è difficile dare un punteggio a questo romanzo. Non è da due stelle, ma nemmeno da tre. Non mi sento di dare un mezzo voto, vi dico solo quello che penso a riguardo. Insomma, non è una lettura che consiglierei. Se la scrittura non è malvagia, è la struttura ad essere un disastro. Questo romanzo non è altro che un mix di ricordi inscatonati ognuno nel proprio giorno e nemmeno troppo interessanti ai fini della storia. Non sempre ci sono collegameti tra gli eventi, e la cosa che mi ha davvero urtata nella lettura è stata, all'inizio di ogni anno, la presenza e la volontà di rispettare i propositi per l'anno nuovo. Da quando esiste il mondo, nessuno è mai stato in grado di rispettarli. Laurie non è da meno. Insomma, questo romanzo è un insieme di ricordi, amalgamati male secondo me, che non hanno un filo conduttore di base. Ho sempre creduto che la lettura fosse evasione, ma leggere questo libro mi ha logorato il fegato che nemmeno lo studio assiduo per quell'esame che non riesco a passare mi ha mai causato. Questo non è un angst, questo nuoce ai fegati dei più coraggiosi. Non so se vi ricordate la mia opinione su "Per il mio amore, Whiskey". Se volete andate a leggervi la recensione e moltiplicate per tre l'ansia che ho provato leggendo questo libro. Va bene che certi amori fanno giri immensi e poi ritornano, ma perdere al starda per dieci anni... Non auguro a nessuno di vivere una storia così.
Però ci tengo a precisare che ci sono due momenti che mi sono piaciuti molto. Ed è sempre Jack a parlare (Dio ringrazi il pov alternato, unica nota positiva). Ve li riporto qui sotto.
Tu avanzi nella vita con passo leggero, ma lasci impronte profonde e difficili da eguagliare.
«Per quello che vale» – mi passa una mano nei capelli e mi accarezza la guancia con il pollice – «dato che abbiamo deciso di essere sinceri, tu sei la mia persona preferita al mondo, e quello è stato il bacio più spettacolare di tutta la mia vita.»
Mi sento persa. Persa nelle sue parole, nelle sue braccia, in quello che avrebbe potuto essere.
«Potremmo...» comincio, ma non dico altro, perché sappiamo entrambi che non possiamo.
«No», dice lui. «Siamo tutti dove dobbiamo essere.»
Inizio a piangere: troppo vino, troppa emozione, troppa vita a cui dire addio, stasera. Lui mi abbraccia e mi preme le labbra all’orecchio.
«Non piangere. Ti amo, Laurie James.»
Anche in questo romanzo bevono parecchio, dalla birra al vino. Io, ho dovuto bermi una tisana a fine lettura per calmare il mio stomaco in subbuglio. Devo ricordarmi di smettere di avere delle aspettative.
Sandy
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