Recensione - Matrimonio di convenienza, di Felicia Kingsley

by - settembre 22, 2018


Il RARE di Roma del prossimo anno non è così lontano come si pensa. E prima, alla fine di giugno, ci sarà il Festival Romance Italiano a Milano. Presente ad entrambi gli eventi anche Felicia Kingsley, che si è fatta conoscere al pubblico con la sua prima pubblicazione con Newton ComptonMatrimonio di convenienza”, che è il romanzo (e mia ultima lettura) di cui vi parlo oggi. Intanto l’operazione “sfoltiamo la lista delle autrici del Rare”, trova una nuova spunta vicino al nome di Felicia!






Titolo: Matrimonio di convenienza
Autore: Felicia Kinglsley
Serie:  Non fa parte di una serie
Genere: Contemporary romance
Casa Editrice: Newton Compton Editori
Data d’uscita:  13 aprile 2017



Trama



Jemma fa la truccatrice teatrale, vive in un seminterrato a Londra e colleziona insuccessi in amore. Un giorno però riceve una telefonata dal suo avvocato che potrebbe cambiarle la vita: la nonna Catriona, la stessa che ha diseredato sua madre per aver sposato un uomo qualunque e senza titolo nobiliare, ha lasciato a lei un’enorme ricchezza. Ma a una condizione: che sposi un uomo di nobili natali. Il caso vuole che l’avvocato di Jemma segua un cliente che non naviga proprio in acque tranquille: Ashford, il dodicesimo duca di Burlingham, è infatti al verde e rischia di perdere, insieme ai beni di famiglia, anche il titolo. Ashford è un duca, Jemma ha molti soldi. Ashford ha bisogno di liquidi, Jemma di un blasone… Ma cosa può avere in comune la figlia di una simpatica coppia hippy, che ama girare per casa nuda, con un compassato lord inglese? Apparentemente nulla… Il loro non sarà altro che un matrimonio di convenienza, un’unione di facciata per permettere a entrambi di ottenere ciò che vogliono. Ma Jemma non immagina cosa l’aspetta, una volta arrivata nella lussuosa residenza dei Burlingham: galateo, formalità, inviti, ricevimenti e un’odiosa suocera aristocratica. E a quel punto sarà guerra aperta…


Partiamo dal presupposto che di libri come questo, con una trama similare, ne ho già letti. “Contratto indecente”, di Jennifer Probst ne è un esempio. O ancora “La moglie del mercoledì”, di Catherine Bybee, che al contrario del precedente mi è piaciuto molto. Detto questo…



Cosa avranno mai in comune una ereditiera e un duca in bancarotta?


Jemma Pears, il cui nome deriva dalla passione dei genitori per Jimi Hendrix, ha venticinque anni, due genitori tutt’altro che normali e una nonna che le ha lasciato… tutto. E con tutto intendo una marea di soldi e proprietà, con i quali può vivere felice e far vivere felici anche i suoi pronipoti. Truccatrice e costumista in un teatro di serie B, la sua personalità non passa inosservata. Abbinamenti azzardati e capelli colorati sono solo una parte delle stranezze di Jemma.



«Ashford…», inizia mia madre senza sapere come continuare.
«Sì, mamma?»
«C’è molto, molto lavoro da fare, qui». Si controlla a stento.
«Mamma…», cerco di anticiparla, sapendo che una parola sbagliata potrebbe trasformare Jemma in una bomba a orologeria.
«È più che ovvio che non ha idea del ruolo che ha, della posizione della nostra famiglia, del comportamento da tenere in società e Dio sa cos’altro. Temo che si rivelerà un vaso di Pandora. Ashford, la tua è stata una scelta pericolosa».
«Fate pure come se non ci fossi!», ironizza Jemma.
«Certo che sì», è la risposta glaciale di mia madre.
«Forse, mamma, non è l’atteggiamento giusto per affrontare la cosa».
«La aspetto nel mio studio per esaminarla». Detto questo, mia madre gira i tacchi e se ne va.




Ashton Parker, dodicesimo duca di Burlingham, di strano ha solo… sua madre. No, non definirei la duchessa defunta come strana… antipatica e spregiudicata sì, ma strana no, quello no. Ma torniamo a lui, il bel duca dagli occhi verdi. Investimenti azzardati del padre defunto lo portano al lastrico. Verde, sarà anche il colore della sua vita, se non trova una soluzione. La chiamata dell’avvocato Derek sembra rincuorarlo, ma le cose cambiano quando al suo tavolo si presenta Jemma, nel suo outfit tutt’altro che sobrio. Quindi, di nuovo… cosa possono avere mai in comune una giovane ragazza di Londra e un duca rispettabile preceduto dalla sua stessa fama? In sostanza, sono l’uno la soluzione dell’altro. Jemma non può entrare in possesso della sua eredità fintanto che non sposa un uomo d’alta carica, questa è la clausola di nonna Catriona per mettere mani sull’eredità. Ci aveva provato con la figlia, inculcandole le buone maniere e la vita da principessa, ma lo spirito ribelle della madre di Jemma non ne ha voluto sapere, preferendo una vita da figlia dei fiori con il suo compagno d’anima. Ashton, se non sposa Jemma, potrebbe perdere tutto. 
E così il Duca e la ragazza di Londra convoleranno segretamente a nozze… con totale disappunto di Delphina quando verrà a sapere del misfatto. Educare la nuora sarà un compito che richiederà una quantità di sali esagerata, ma per fortuna Jemma potrà trovare una spalla su cui piangere, ridere, imparare la vita da borghese e guardare le partite dell’Arsenal in Lance, affidabile maggiordomo nella tenuta di Denby.



«Sono così terribile?»
«Devo essere spudoratamente sincero?»
«Stai scherzando? No! Quando mai una donna vuole una risposta sincera a una domanda?»
«Ho chiesto per levarmi il dubbio, 
visto che tu ci tieni tanto a non essere come tutte le donne», mi difendo.
«Sì, allora, puoi essere spudoratamente sincero, e io, 
per dimostrarti che non sono come tutte le altre donne, non mi offenderò. Spara a zero».
Senza pensarci rispondo: «Non sei terribile».
Jemma rimane a bocca aperta. «Ti ho detto di essere sincero».
«Non sei terribile. Forse all’inizio sì, ma col tempo mi sono abituato 
e tu sei migliorata parecchio, quindi direi che no, non sei così terribile».
«Non ero pronta a questa risposta».
«Come vedi sono capacissimo di spiazzarti, 
anche se sei un’attaccabrighe che vuole sempre avere l’ultima parola».




Stupirà l’élite con le sue maniere poco graziose e idee geniali che nonostante il suo mancato sangue blu riusciranno a far breccia del cuore dei potenti signori delle campagne fuori Londra. 
L’unico da convincere è Ashton, che sembra davvero trovarci gusto nello stuzzicarla e deriderla. Per fortuna arriva Carter Willoughby ad aiutare Jemma e apprezzarla per il suo essere stravagante e semplicemente sé stessa. E poi c’è Portia….



«Credi davvero che ci sia un altro pazzo disposto a sposarti?»
«Se non per me, per i miei soldi. Uno già l’ho trovato»,
 gli rispondo guardandolo fisso negli occhi.
«Ma quando la finirai?»
«Mai. Tu mi provochi in continuazione!», ribatto.
«È un vizio che non riesco a togliermi».



Carino, a tratti simpatico e in altri invece un po’ ripetitivo e ridondante. Avrei tolto qualche scena di balli e festa solamente perché il concetto di base era lo stesso, ripetuto in un’altra veste. Ma in realtà non posso non dire che sia stata una lettura piacevole che mi ha fatta davvero sorridere. Una cosa che mi è “dispiaciuta” è solo il comportamento di Ashton: dove lo sforzo di Jemma è stato immane per trasformarsi in docile duchessa, travolta dal suo stesso entusiasmo, non ho visto lo stesso in lui, nonostante l’importanza dei gesti che ha compiuto. Ma lo zucchero nel finale ripaga l’attesa. Due personaggi che si daranno del filo da torcere ma che non mancheranno di ricordarsi che niente, nemmeno un matrimonio combinato, può nulla contro l'amore.  







Sandy


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