Recensione - Beautiful mistake - amarti è un meraviglioso errore, di Vi Keeland

by - agosto 04, 2018


Nuovo romanzo di Vi Keeland, che sapete già apprezzo molto. Dopo The player (qui la recensione), è tempo di parlarvi di Beautiful Mistake. Inoltre, l'autrice è stata annunciata tra le presenti al Rare di Roma del 2019 💓





Titolo: Beautiful mistake – Amarti è un  meraviglioso errore
Autore: Vi Keeland
Serie: Non fa parte di una serie
Genere: Contemporary Romance
Casa Editrice: Sperling & Kupfer
Data di uscita: 26 giugno 2018 




Trama

Quando Rachel incontra per caso, nel pub dove la sera lavora come cameriera, l'uomo che ha ammaliato la sua migliore amica senza confessarle di essere sposato, lei proprio non riesce a nascondere il suo disappunto. E così, quando lui, sentendosi osservato, le si avvicina, Rachel gli riversa addosso chiaramente quello che pensa di tutti gli uomini del suo genere: bugiardi, imbroglioni ed egocentrici. Peccato che ci sia stato un errore, e l'affascinante uomo in questione non sia quello giusto.
Rachel vorrebbe scomparire. Per fortuna, le probabilità di rivederlo sono pressoché nulle. In teoria. Perché, quando il mattino dopo Rachel arriva in università per affrontare la sua prima lezione come assistente del professor Caine West, beh, lui altri non è che la vittima della sua scenata.
Il primo sguardo tra i due, nell'aula gremita di studenti, è come una scarica elettrica. E, nonostante tutto, il professor West si ritroverà presto a infrangere tutte le regole del campus per lei.


«Quando incontri la persona giusta, è il tuo cuore a fartelo sapere.»


Come abbia fatto la sua amica a confondere una camicia blu da una marrone, ancora è un mistero. Ma è grazie a questo equivoco che le vite di Rachel e Caine si scontrano. Anche se in realtà si sarebbero incontrati lo stesso. Avrebbero dovuto aspettare un solo giorno per scoprire di essere professore e assistente. Un professore attraente, e una bellissima assistente. Frizzante e profondo, questo romanzo conferma la bravura della Keeland nel trattare sia temi leggeri, che fardelli pesanti. 



«Perciò sbagli a pensare che non abbia notato il tuo bel sedere», proseguì sporgendosi ancora di più. «Per due motivi: primo, non è un bel sedere. È un sedere fottutamente spettacolare. E secondo, l’ho notato. Ogni dannato giorno da quando sei uscita da quel bagno. Anzi, quella sera l’ho guardato ondeggiare finché non ti ho vista più; anche se mi avevi appena dato una strigliata.»
«Non ne avevo idea.»
«Si capisce.»
«Perché non hai detto niente?»
«Cosa avrei dovuto dire, Rachel? Tu sei la mia assistente e io il tuo relatore. 
Inoltre, anche se così non fosse, mi piaci davvero. Non sei una scopata casuale che smetterei di chiamare una volta finito con te.»



Accanto a questo lavoro, c’è anche quello al pub, lo stesso luogo dove ha riversato addosso a Caine, per errore, una sfilza di insulti su uomini sposati e traditori. Il tutto, per difendere l’onore dell’amica, invaghita di un uomo già impegnato. Quando si incontrano il giorno dopo, l’imbarazzo devo lasciar spazio al coraggio di chiedere scusa, accantonare quanto successo e sperare in un inizio migliore. Un passato travagliato quello di Caine, uno da dimenticare quello di Rachel. Il destino li ha messi sulla stessa strada, un destino beffardo, che già quindici anni prima li aveva fatti incontrare. Non mi sento di dire molto a riguardo perché in sé la storia non è così complessa, ma dire una parola in più rovina la sorpresa. La scrittura di Vi Keeland si conferma fluida e coinvolgente, un po’ meno la storia nella sua prima parte. Nella seconda metà invece le cose si fanno interessanti, vengono a galla i segreti, scoppia la passione, l’amore, l’affetto. Molto molto tenero. 


«Hai cicatrici?»
«Non di visibili», rispose Caine. «Anche se quelle invisibili sono le più dure a guarire.»
Comprendevo molto più di quanto immaginasse. 



La fede avrà un ruolo importante in questo romanzo, che cercherà di salvare entrambi i protagonisti da sé stessi e da un passato che continua a tormentarli. È proprio questo passato che li spinge a nascondere alcuni dettagli fondamentali ma che è fin troppo vergognoso dire ad alta voce. Eppure sono quei segreti che li legheranno ancora di più, ignari che il destino aveva sempre tifato per loro.



«Non sono io. Siamo noi», sorrise.
«Noi?»
«Insieme. Funziona. L’ho sentito la prima sera che ci siamo incontrati. Solo, non volevo accettarlo.» Aveva ragione. Il legame tra di noi esisteva sin dal primo incontro. Una scintilla che potevamo sforzarci di spegnere o sulla quale potevamo soffiare per alimentare la fiamma.
«Adesso lo accetti?»Mi sfiorò le labbra con le sue e mormorò contro di esse: «Non ho mai avuto scelta, peperino». 








Sandy


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