Recensione - Una storia straordinaria, di Diego Galdino

by - giugno 24, 2020


Bentrovati readers! Oggi vi parlo di un romanzo dolce e delicato, "Una storia straordinaria" di Diego Galdino. Uscito il 13 Febbraio 2020 con la casa editrice Leggereditore, la storia di Silvia e Luca non può lasciare indifferenti i cuori più puri. E abbiamo un piccolo regalo per le più curiose, un'intervista con l'autore per conoscere lui e le sue storie! 





Titolo: Una storia straordinaria
Autore: Diego Galdino 
Serie: Autoconclusivo
Genere: Contemporary Romance
Data di uscita: 13 Febbraio 2020
Casa editrice: Leggereditore

Luca e Silvia sono due ragazzi come tanti che vivono vite normali, apparentemente distanti. Eppure ogni giorno si sfiorano, si ascoltano, si vedono. I sensi percepiscono la presenza dell'altro senza riconoscersi. Fino a quando qualcosa interrompe il flusso costante della vita: Luca perde la vista e Silvia viene aggredita in un parcheggio. La loro vita, sconvolta, li porta a chiudersi in un'altra realtà e il destino sembra dimenticarsi di loro. Eppure, due anni dopo la loro grande passione, il cinema, li fa conoscere per la prima volta e Luca e Silvia finiscono seduti uno accanto all'altra alla prima di un film d'amore. I due protagonisti, feriti dalle vicissitudini degli eventi passati, si ritrovano, così, loro malgrado, a vivere una storia fuori dall'ordinario. Ma l'amore può essere tanto potente da superare i confini dei nostri limiti e delle nostre paure? E il destino, quando trova due anime gemelle, riesce a farci rialzare e camminare insieme?

Tu per me sei come il furgoncino dei gelati, ti aspetto ogni giorno, facendo finta di dormire, convinta che prima o poi arriverai, perchè so che se chiudessi gli occhi, rischierei di perderti...La cosa strana è che questa nostra immensa voglia di stare insieme è un po' come il segno dell'infinito che parte da te e arriva a me, per ripartire da me e tornare a te..

Silvia ha origini bulgare ed è una ragazza semplice che ama la sua famiglia e la sua nipotina. Ogni giorno metodicamente va al lavoro, si incontra e si scontra con delle persone e vive la sua vita normalmente. La sua quotidianità viene interrotta una terribile sera da un'aggressione che cambierà per sempre lei cancellando tutte le sue sicurezze. Dopo quasi due anni da quel giorno Silvia è ancora chiusa in sè stessa, ha paura del contatto e non parla con nessuno all'infuri della sorella. Ha cambiato lavoro, iniziando delle dirette per un programma radiofonico "Cose belle". Sarà la sua passione per il cinema a farla uscire di nuovo e a farle incontrare quel ragazzo così diverso da tutti. Dolce e impacciato, Luca la conquista con la simpatia, fino a farle ritrovare la fede. Ma come superare quelle paure profonde che invadono la sua anima e quelle dell'uomo della sua vita?

Stampare un bacio, imprimere un bacio sulle labbra come se fosse un foglio su cui lasciare un messaggio, un marchio, un sigillo che tutti possono leggere: LUI E' MIO! Perchè dopo un bacio il tuo viso cambia e la tua espressione fissa un sorriso su di esso come un'insegna al neon che lampeggia al mondo: IO SONO SUA.

Luca, romano di Roma, lavora al doppiaggio dei film. Ama talmente tanto il suo lavoro e il cinema che parla citando film e battute e la sua passione invade tutti coloro che lo circondano. Sembra fuori dal mondo, si imbarazza facilmente ed è timido oltre ogni dire. Quando una malattia improvvisa gli fa perdere la vista, supera lo sconcerto iniziale e decide di non lasciarsi andare ai rimpianti, acutizzando gli altri sensi e cercando di vivere il più normalmente possibile. Per caso si inventa un nuovo lavoro, aprendo un canale youtube per non vedenti con video che raccontano i film, video che diventano virali e che tutti vogliono fare. E' per questo che si trova alla prima di quel film d'amore, per poter fare la sua recensione. Non pensa certo di incontrare una donna speciale, nè di incontrarla di nuovo e casualmente al supermercato, nè di aver il coraggio di chiamarla. Eppure, quando tutto ciò accade, Luca scopre qualcosa di meraviglio, qualcosa che nessun destino avverso può negargli, l'amore della sua vita. Ma come convincersi che si è adatti quando ci si vede come inadeguati?

Se io rinunciassi a te, rinuncerei a me stessa. Se decidessi di non averti più nella mia vita, smetterei di vivere. Se ti perdessi , mi perderei.

Quando mi è stato proposto di leggere questo romanzo ho accettato di buon grado. Era da molto che non mi capitava un romance scritto da un autore e la mia curiosità ha avuto la meglio. Devo ammettere che all'inizio sono rimasta dubbiosa, la struttura del romanzo, il modo di scrivere è distante da ciò a cui sono abituata, ma alla fine Silvia  e Luca mi hanno emozionata e conquistata.
La storia parte con degli avvenimenti casuali, momenti nella giornata dove i protagonisti attraverso i loro sensi si vivono inconsapevolmente. Mi ha fatto pensare a quanti incontri il destino ci mette di fronte ogni giorno, e noi per paura, timidezza o per la fretta li lasciamo andare via.
Questo non è l'epilogo per i nostri due personaggi, destinati a rincontrarsi e stavolta a riconoscersi come anime gemelle. 
Dopo due anni, entrambi feriti, uno nel fisico l'altra nell'anima, sono pronti a darsi una possibilità con l'amore. Ed è un amore forte, assoluto e puro. L'autore stravolge i canoni dei romanzi rosa: non c'è un uomo alfa, dominante e prepotente, non c'è una ragazza impacciata ma sexy, desiderosa di cambiare l'eroe. Qui abbiamo i due ragazzi della porta accanto. 
Luca è dolce e timido, caratteristiche che non perde con la sua nuova situazione di normalità. E' uno di quei personaggi che si fanno amare per la loro semplicità: parla tanto, parla di film, di storia, della sua città, ti mette il suo cuore tra le mani, è impacciato, eppure irresistibile.
Silvia è una protagonista con le sue fragilità, ma è anche un personaggio forte e risoluto. Cade, e si rialza. Sbaglia, e chiede scusa. Perde, e riconquista. 
Entrambi combattono contro un destino all'apparenza avverso, che riserva delle sorprese per permettere loro di ritrovare la fiducia.
Ho apprezzato la delicatezza dell'autore nel parlare dell'amore e ho amato la caratterizzazione dei nostri cinque sensi per farli entrare in contatto ancor prima di conoscersi.  E da romana, non potevo non amare Roma. Attraverso i passi, gli odori, i sapori, la vista e i rumori, Luca mi ha permesso di fare una bellissima passeggiata per la mia città, assaporando tutto senza la solita fretta, e sì, io l'ho sentita davvero. 
Unico neo? C'è quella preferenza per la Lazio...









Qualche domanda per conoscerci un po'...


1. Come è nata la passione per la scrittura?

Ho iniziato a scrivere molto tardi, ma poi non ho più smesso. Per me la prima storia che ho scritto resta indimenticabile perché è nata in un modo particolare e per merito di una ragazza a cui sono stato molto legato...Un bel giorno mi mise in mano un libro e mi disse: «Tieni, questo è il mio romanzo preferito, lo so, forse è un genere che piace più alle donne, ma sono certa che lo apprezzerai, conoscendo il tuo animo sensibile». Il titolo del romanzo era Ritorno a casa di Rosamunde Pilcher, e la ragazza aveva pienamente ragione: quel libro mi conquistò a tal punto che nelle settimane a seguire lessi l’opera omnia dell’autrice. Il mio preferito era I cercatori di conchiglie. Scoprii che il sogno più grande di questa ragazza di cui ero perdutamente innamorato era quello di vedere di persona i posti meravigliosi in cui la Pilcher ambientava le sue storie, ma questo non era possibile perché un grave problema fisico le impediva gli spostamenti lunghi. Così, senza pensarci due volte, le proposi: «Andrò io per te, e i miei occhi saranno i tuoi. Farò un sacco di foto e poi te le farò vedere». Qualche giorno più tardi partii alla volta di Londra, con la benedizione della famiglia e la promessa di una camicia di forza al mio ritorno. Fu il viaggio più folle della mia vita e ancora oggi, quando ci ripenso, stento a credere di averlo fatto davvero. Due ore di aereo, sei ore di treno attraverso la Cornovaglia, un’ora di corriera per raggiungere Penzance, una delle ultime cittadine d’Inghilterra, e le mitiche scogliere di Land’s End. Decine di foto al mare, al cielo, alle verdi scogliere, al muschio sulle rocce, al vento, al tramonto, per poi all’alba del giorno dopo riprendere il treno e fare il viaggio a ritroso insieme ai pendolari di tutti i santi d’Inghilterra che andavano a lavorare a Londra. Un giorno soltanto, ma uno di quei giorni che ti cambiano la vita. Tornato a Roma, lasciai come promesso i miei occhi, i miei ricordi, le mie emozioni a quella ragazza e forse le avrei lasciato anche il mio cuore, se lei non si fosse trasferita con la famiglia in un’altra città a causa dei suoi problemi di salute. Non c’incontrammo mai più, ma era lei che mi aveva ispirato quel viaggio e in fin dei conti tutto ciò che letterariamente mi è successo in seguito si può ricondurre alla scintilla che lei aveva acceso in me, la voglia di scrivere una storia d’amore che a differenza della nostra finisse bene e poi non ho più smesso fino ad arrivare a Il primo caffè del mattino... 


2. Il tuo primo mestiere è quello di barista… In questo periodo di chiusura forzata a causa del virus è stata una delle attività che ne ha più risentito. Non solo per voi esercenti, ma anche per tutti coloro che trovano nel primo caffè del mattino (proprio come il titolo del tuo libro) il piacere e la carica perfetti per iniziare la giornata, senza il quale è come se ci svegliassimo ogni giorno con due piedi sinistri. Ha sfruttato questo periodo per dar sfogo ad altre tue passioni? 

Beh! Di sicuro non è stato un momento facile, ma credo che rispetto a tante altre persone posso ritenermi fortunato. Durante la quarantena ho fatto quello che non faccio mai quando ho tanto tempo a disposizione...Ho scritto un nuovo libro.

3. Hai mai pensato di lasciare il tuo lavoro al bar per dedicarti completamente ai libri?

Il Bar è casa mia ci sono nato nel vero senso della parola. Non so vedermi in nessun altro posto e poi mi piace l'idea di dare a tutti i miei lettori sparsi per il mondo la possibilità di trovarmi sempre. 

4. Ti è mai capitato di essere ispirato dalle storie dei tuoi clienti?

Ho iniziato a scrivere per evadere dal mio contesto quotidiano almeno con la fantasia, poi una specie di nemesi storica ha fatto sì che il romanzo che mi ha dato il successo letterario nazionale e internazionale sia stato quello in cui ho descritto  la quotidianità del mio Bar con tutti i suoi clienti/famigliari aggiunti.

5. Pochi autori uomini si cimentano nel genere romance. Come mai questa scelta? 

Forse perché sono molto più romantico di tante donne, o perché il mio libro del cuore è Persuasione di Jane Austen. 

6. Quale altro genere letterario ti piace o vorresti sperimentare?

A parte l'horror mi piacciono un po' tutti i generi letterari, ovviamente prediligendo il genere romantico. Se un giorno dovessi decidere di cimentarmi in un altro tipo di storie, credo che opterei per il genere storico, in stile I pilastri della Terra di Ken Follett, il libro più bello che abbia mai letto. 

7. Con chi scriveresti un romanzo a quattro mani?

In realtà direi con nessuno, perché mi darebbe come l'impressione di partorire un figlio con due pance diverse. Sono molto geloso delle mie storie, però se un giorno Nicholas Sparks bussasse alla mia porta pregandomi di scrivere un romanzo a quattro mani, per educazione e per rispetto accetterei.  

8. La scenografia del tuo libro “il primo caffè del mattino” è in stesura… te lo chiedo cosi: come ci si sente a vedere un proprio libro prendere vita? 

È una sensazione indescrivibile. Per chi come me è un appassionato cinefilo penso possa essere considerato la sublimazione del sogno supremo. Cercherò di godermi al massimo ogni passo, anche perché credo che si rivelerà un percorso lungo.


Passiamo ora a qualche curiosità su "Una storia straordinaria"

1. Come è nata la storia di Silvia e Luca?

Questa storia è nata tanti anni fa, una domenica mattina, mentre ero a passeggio con le mie figlie sull'Aventino, più precisamente all'interno del Giardino degli aranci. Seduto su una panchina osservavo le mie figlie farsi dei selfie tenendo alle loro spalle il bellissimo panorama che si gode da quel posto affacciato sull'intera e meravigliosa città di Roma. Ad un tratto mi sono chiesto cosa avrei fatto se mi fosse stata tolta improvvisamente la possibilità di guardare le persone che amavo, la mia città, i film di cui sono un grande appassionato. Quando ho riaperto gli occhi ho iniziato a scrivere nella mia mente una storia straordinaria, dove i due protagonisti hanno i nomi di una delle canzoni d'amore a cui sono affezionato...Silvia lo sai di Luca Carboni.

2. Nel romanzo si affrontano due “disabilità”, una fisica, l’altra che colpisce l’anima. L’amore può davvero essere una cura?

Se non pensassi che fosse così non avrei scritto questo romanzo. L'amore corrisposto credo che sia il nirvana del nostro cuore, la fine della ricerca della felicità.  E quando sei felicemente innamorato anche le più grandi difficoltà ti sembreranno più leggere e facili da affrontare.

3. La storia coinvolge i nostri cinque sensi: vista, udito, gusto, olfatto, tatto. Qual è il tuo senso preferito? 

Sicuramente la vista sono terrorizzato al pensiero di perdere la possibilità di guardare le persone che amo, Roma, i film, le opere d'arte, la mia Lazio. 

4. Protagonista indiscussa è Roma e lo ammetto, da romana, io l’ho sentita in ogni riga. Quanto quest’ambientazione ha aiutato per parlare di Silvia e Luca?

Ho avuto la fortuna di nascere nella città più bella del mondo, che al contrario si legge Amor. Diciamo che come autore mi piace vincere facile. 

5. Il cinema è una costante. Troviamo ovunque citazioni di film, attori, registi. Ma vivere in un film non è come nascondersi dalla realtà?

A Roma si dice..."E te pare poco?" 

6. La tela creata dal destino ha un esito positivo per i nostri protagonisti. Tu Diego, credi nel destino? 

Tantissimo, uno dei miei film preferiti è Serendipity, io credo nel destino, nelle anime gemelle, nelle vite precedenti e nella possibilità di viverne tante.

7. Qual è stata la scena più difficile da scrivere e perché?

Forse quella in cui Luca sfoga finalmente tutta la sua rabbia per la sua improvvisa cecità. 

8. Tu racconti di un amore puro, forte, vero, delicato. Gli stessi protagonisti si distaccano dagli ultimi canoni della letteratura rosa moderna. Nessun uomo alfa, ma un ragazzo dolce e gentile, nessuna donna esageratamente forte e sexy, ma bella nella sua semplicità. Hai travolto i cliché o hai ristabilito i vecchi canoni dell’amor cortese?

Mi piace pensare più alla seconda che hai detto...Molto.

Ringrazio Diego Galdino per la sua disponibilità e la professionalità.

Alla prossima lettura,



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