Recensione - Ogni maledetto martedì, di Rhoma G.
In questo martedì di festa vi parlo della nuova uscita per More Stories, il nuovo romanzo di Rhoma G dal titolo "Ogni maledetto martedì".
Titolo: Ogni maledetto martedì
Autore: Rhoma G.
Genere: Contemporary romance
Casa editrice: More Stories
Data di uscita: 25 maggio 2020
Data di uscita: 25 maggio 2020
Per Amelia, ristoratrice di successo, è arrivato il momento di guardare in faccia la realtà: il suo matrimonio con l’ex stella del football americano Max McIntyre è giunto al capolinea. Il fatto che lei lo ami ancora e lui sostenga altrettanto è irrilevante. L’ostacolo fra loro questa volta è insormontabile, si chiama Candy ed è una sexy coniglietta.
Amelia, pur distrutta, decide subito di riprendere in mano la sua vita e lasciarsi il dolore alle spalle, Max, invece, non accetta la fine della loro relazione e tenterà in tutti i modi di riprendersi sua moglie.
Tuttavia, certe ferite scavano in profondità, non guariscono mai, spesso restano sulla pelle come monito e a perenne memoria.
In una scintillante New York, dove nulla è come appare, due anime ancora legate dallo stesso destino proveranno a ritrovare se stesse e il sentimento che le ha unite.
Ammetto che la trama mi aveva inspirata a prima lettura. C'era nell'aria quel profumo di second chance che mi attira sempre come gli orsi al miele...
Una boccata di aria fresca, mi ero detto. Soprattutto perché quando ci sono di mezzo i matrimoni sono sempre un pochino restia, eppure stavolta è stato... come direbbe Jacob Black, un imprintig con la trama.
Ma se per i lupi mannari questo imprinting si trasforma in un legame al limite del morboso con la vittima sacrificale, non posso dire che per me sia stato lo stesso con questa storia.
Il karma però è un bastardo e si era vendicato con l’imprevisto più comune: l’amore.
Amelia, ristoratrice di successso, è felicemente sposata con l'ex giocatode di football Max McIntyre, diventato agente a seguito di una serie di infortuni che lo hanno costretto al ritiro.
Felicemente è però un concetto relativo, che sfuma nel momento in cui nella casella mail di Moll arriva un video che ritrae il marito in compagnia di un'altra donna.
Vestita di rabbia e di sdegno nei confronti di Max, abbandona il ranch in Texas di proprietà del marito proprio pochi istanti prima della cerimonia che lo avrebbe proclamato per l'ennesimo anno miglior procuratore. Non chiede niente, né spiegazioni nè giustificazioni, semplicemente se ne va (ritornerò su questa frase più tardi).
Con il cuore spezzato per un uomo che ama ancora, Amelia trova il sostegno nel suo amico Archi e in Shelby, che la sosterranno nel suo momento più buio. Gettandosi a capifitto nel lavoro, cerca senza riuscirci di non pensare a suo marito, all'uomo che aveva promesso di amarla per sempre, all'uomo che l'aveva scelta nonostante fosse solo una cameriera... all'uomo che aveva finito per tradirla con una ragazza dal seno palesemente rifatto e senza i rotolini sulla pancia che il tempo aveva gentilmente regalato ad Moll.
Decisa a non farsi mettere i piedi in testa, Amelia deciderà di cambiare appartamento e di avviare le pratiche del divorzio.
«Non era necessario che andassi via tu.»
Il freddo metallo a contatto con la mia pelle divenne incandescente.
«È casa tua, non ha senso che io stia lì.»
«L’ho comprata per noi, non ha senso che io stia lì da solo.»
«È casa tua, non ha senso che io stia lì.»
«L’ho comprata per noi, non ha senso che io stia lì da solo.»
Max, dal canto suo, si sente completamente perso e abbandonato a sé stesso. La fuga di Amelia in uno dei suoi momenti più gloriosi lo ha confuso, e lo ha spinto a sfogarsi su oggetti che inevitabilmente incontrano il pavimento personificando il suo cuore: macerie e mille pezzi.
Il fatto che lui non sia a conoscenza del perché lei lo abbia mollato di punto in bianco non gioca a suo favore, e non gli permette di sistemare le cose: sa di non aver mai tradito la sua fiducia, o di aver incrinato in qualche modo il loro rapporto. Ogni piccola divergenza si trasformava in un preliminare che portava alal riappacificazione, ma da qui a chiedere il divorzio ne passa di acqua sotto ai ponti.
Ciò che resta a Max, oltre alla voglia di scoprire la verità, sono i martedì a pranzo, quando passa il paso nella sua saletta privata del Queen Bee, il ristorante con cui condivide metà della proprietà con la moglie.
Una tortura per entrambi, anche se Amelia sembra non voler sentire ragioni. Questo, finché Marta, la zia di Max, non muore improvvisamente. Allora, complice il dolore, la coppia affronterà quest'ultimo saluto a quella arzilla vecchietta insieme, ritornando al ranche che per loro è stato l'inizio della fine.
«Difficile sfuggire ai ricordi, a meno che non ci si senta pronti a lasciarli andare.»
Quello che mi è mancato durante la lettura è stato il trasporto. Riuscivo a comprendere il dolore di Max, ma non capivo l'attaccamento di Amelia, il suo voler proseguire per la sua strada dando molte cose per scontate. La verità, in primis. E' scappata dal Texas con un video che incriminava suo marito, e non ha fatto altro che fare i bagagli, senza dargli in beneficio del dubbio. Quello che ci ha guadagnato, a causa di questa sua scelta del tutto irrazionale, è stata la perdita del tempo che avrebbe potuto dedicare alla persona che più ha amato nella sua vita al di fuori di suo padre (personaggio che ho trovato fantastico, tra l'altro). Ci arriava solamente al 70% del libro, dopo avermi fatto arrabbiare. Si chiede "Perché non avevo preteso che Max mi desse spiegazioni?". Già, perché? E' vero che se avesse messo le cose in chiaro fin da subito il libro non avrebbe avuto modo di esistere, ma il rifiuto costante di Amelia per il marito è stata una cosa che ha fatto quasi più male a me che a lei. La sua convinzione, che nascondeva la curiosità di voler sapere la verità, mi ha, come dire, infastidita. E Max, distrutto e provato da questo dolore che sente di non aver causato, non riesce a stare lontano dall'unica donna che abbia mai amato, arrivando addirittura ad aggrapparsi con ansia ad un giorno della settimana, quello che lo riporta a casa. Casa non è un luogo, è spesso una persona. E Moll è casa per Max. Moll è tutto, per Max.
Un pre-finale un pò... non ridicolo, ma a mio avviso "assurdo".
In ogni caso, la scrittura di Rhoma è fluida e mi ha saputo tenere incollata alle pagine, senza sbuffare ogni tre per due. Punto a favore quindi, dato che per me questo è stato il primo libro di Rhoma che ho letto.
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