Recensione - The Countess, di Paola Gianinetto

by - aprile 03, 2024


 
Mi sembra così strano, eppure mi ritrovo a pubblicare un'altra recensione. Ma questo, più che altro, è un elogio ad un lavoro che ho trovato eccezionale, che mi ha rubato il fiato, fatto battere il cuore, fatto ridere. 
E chi legge questo blog da un po' sa che io, di elogi, ne faccio ben pochi. Niente può essere sempre bellissimo, ma The Countless, sicuramente, lo è.  
 
 
 
 
Titolo: The Countess
Autore: Paola Gianinetto
Serie: Spin-off di Cinder's flame, The Blackwood Castle Series
Genere: Contemporary Romance, Hate to love, 
Marriage of Convenience, Billionaire
Data di uscita: 28 febbraio 2024
 


A soli diciannove anni, Yvonne è costretta a sposare il Conte di Melville, un uomo molto più vecchio di lei, che nasconde le proprie perversioni dietro l’altisonante titolo nobiliare. Alla morte dell’odiato marito, la sua condizione di contessa vedova le permette di vivere una vita da ricca privilegiata: come una splendida dea, padrona del proprio destino. Fino al giorno in cui l’azienda che ha ricevuto in eredità fallisce e Yvonne si ritrova sul lastrico, con la minaccia di una condanna per bancarotta che le pende sul capo.
Il Marchese di Hawkland, suo unico amico, tenta in ogni modo di aiutarla, ma solo una persona ha in mano la chiave della sua salvezza: Adrian Myers, il potente magnate americano che Yvonne odia con tutta se stessa e dal quale, nel contempo, è irresistibilmente attratta. Per evitare la rovina, è obbligata a compiere una scelta tra due diversi tipi di prigione, che la terrorizzano entrambi.
Lui la vuole.
Lei ha giurato che nessun uomo avrebbe mai più potuto possederla.
Ma lui ha il potere di mettere a nudo tutti i suoi segreti, di riportare alla luce ciò che Yvonne ha sepolto per sempre, insieme alla ragazza innocente che è stata un tempo.
Riuscirà l’amore dell’uomo che l’ha comprata a sconfiggere i fantasmi del suo passato e a farle ritrovare la vera se stessa?

 
 
Mi auguro con tutto il cuore che questo 2024 a livello di letture proceda in questo modo, come gli ultimi due libri che ho letto. Portando a galla un’infinità di emozioni assopite, dimenticate, mai provate.
Voglio raccontarvi come sono arrivata a terminare questa lettura, dall’inizio della storia.
Siamo sei amiche al ristorante, pronte ad affrontare un weekend impegnativo, quando Paola si avvicina la nostro tavolo, conoscendo tutte (o quasi) loro. Io faccio parte di quel quasi.
Ma me la presentano, lei è Paola. Solo Paola, non “l’autrice di…”
Parliamo di tutto e di niente, e poi come è giusto che sia, si affronta il tema del suo ultimo romanzo, uscito da poco. Mi faccio piccola, ignorante, non conosco neanche il titolo del libro. Cerco inevitabilmente di riempire il vuoto lasciato dalle mie parole non dette, non sapendo cosa dire, sperando che la bottiglia d’acqua dall’altra parte del tavolo non sia finita. E invece… Sorrido. Paola è gentile, e nonostante il mio disagio, che sono certa abbia percepito, mi coinvolge nel suo discorso. Il suo viso si illumina quando parla del suo ultimo protagonista: avrei capito solo dopo perché. Parla di una certa Yvonne, fondamentale aiuto protagonista del suo libro precedente. Una storia, quella di Yvonne, richiesta a gran voce. Che avrà mai questa donna da chiedere con insistenza una storia su di lei? Beh, ve lo racconto…


«Che cosa vuoi?» taglio corto, aggressiva. Adrian Myers, per contrasto, scivola più avanti sulla poltrona, solleva una gamba e la appoggia indolente sul bracciolo.
«Te» mormora, senza mai lasciare i miei occhi.



Una sposa bambina. Un’infanzia segnata dalla necessità di apparire più che essere. Yvonne Smith è destinata a non far nulla nella sua vita tranne la moglie trofeo. Di una bellezza mozzafiato, viene notata ancora adolescente dal vecchio Lord Braxton Carter, Conte di Melville, che subito la chiede in sposa. Marionetta nelle potenti mani di uomini di affari, come il suo stesso padre, che, venendola come merce rara, ha tolto a Yvonne la possibilità di essere, piuttosto che apparire. La morte del Conte, quando lei non aveva ancora compiuto venticinque anni, l’ha resa l’ereditiera più ricca della Scozia. L’ha resa di nuovo libera. Il cappio al collo che stringeva forte e che le impediva di respirare ora non c’era più: l’ossigeno arriva pulito ai suoi polmoni, riportando alla vita la sua voglia di vivere. Ma sei anni al fianco del Conte di Melville hanno cambiato Yvonne: il distacco emotivo, la paura di lasciarsi andare, di provare dei sentimenti giusti, che lei nella sua vita da coniugata non ha mai provato, sono ormai radicati nel suo cuore freddo e algido.
Ora, a trentacinque anni, Yvonne è una potente donna d’affari, che si concede il lusso di andare a letto con qualsiasi uomo le faccia la corte. Questo le restituisce il controllo di cui è stata privata, rendendola però frivola agli occhi dell’élite a cui appartiene. Solo Sylar e Ashley, in quel mondo dorato, sono le uniche persona a cui Yvonne è molto legata, e per le quali darebbe la vita.


Adrian Myers è uno degli uomini più ricchi del mondo. Nato povero, si è costruito il suo impero per dimostrare a sé stesso che l’impegno, la dedizione e il sacrificio contano molto di più della ricchezza ereditata. Hanno un valore radicato nel profondo, non è frutto di un pezzo di carta pagato fior fiori solo perché qualcuno di una generazione precedente era passato a miglior vita.
Di lui tutto si può dire: è affascinante, trasuda potere. E appena incontra Yvonne, la vuole. Ma non come tutti gli uomini presenti a quel noioso ricevimento, che si aspettano da lei una notte tra le lenzuola. Lui… la vuole. Nel suo splendido e algido pacchetto completo. 


Per sua sfortuna, la sua è una sfida troppo stimolante per uno come me, 
e ho tutte le intenzioni di raccoglierla. 
Non voglio solo scoparmela: voglio scoprire cosa l’ha fatta diventare così, 
mettere a nudo le sue debolezze, costringerla a spogliarsi della corazza che indossa 
e ad ammettere la sconfitta. Solo allora, potrò dire di avere vinto.

 
Un anno dopo il loro incontro, la Carter Print, l’azienda di Yvonne del quale non le è mai importato nulla, è in bancarotta. Lasciarla nelle sapienti mani del fidato consigliere del defunto marito potrebbe costarle il dover passare il resto della sua vita dietro alle sbarre.
Oppure, potrebbe lasciare che Adrian la aiuti, solo che le costerebbe una prigione ben peggiore: sposare l’uomo che più odia e che più desidera al mondo.
Dato il suo trascorso, un altro matrimonio combinato è l’ultima soluzione che Yvonne accetterebbe mai: non rinuncerebbe alla sua libertà, non ora che sa cosa significa essersene riappropriata. Non sarà di nuovo proprietà di un uomo, neanche se questo fosse Adrian Myers.
Sposarlo però sarà l’unica alternativa che permetterebbe a Yvonne di continuare a vivere l’unica vita che conosce: di lusso, di sfarzo, e di piccole libertà. E di godere della compagnia di un uomo che le fa vibrare l’anima.
Scegliere di rimettersi volontariamente al collo quel cappio che anni prima l’ha resa debole, è per Yvonne una sconfitta personale, che esprime con la rabbia nei confronti di quell’uomo che la sta solo salvando. Perdere il controllo della propria vita, essere di nuovo proprietà di qualcun altro e non di sé stessa, sentirsi tranciare le ali della libertà che tanto ha agognato… la rende umana. La rende una donna che prova delle emozioni. 


«Ecco la mia splendida fidanzata» mormora ironico, 
sporgendosi in avanti per regolare lo schermo del computer. 
Vuole vedermi meglio: quell’uomo non fa altro che guardarmi, 
e ogni volta io mi sento come se i suoi occhi potessero spogliarmi di tutto, 
per arrivare fino alla mia anima e prendersi anche quella.

 
Quando le mie amiche cercavano (senza spoilerarmi nulla!) di farmi capire perché avrei dovuto leggere questo libro, una delle cose che mi è rimasta più impressa è stata: “Questo libro è Yvonne”.
Cosa vuol dire? Inizialmente me lo sono chiesta anche io. Ma credetemi, questo libro è Yvonne. È la storia di una donna algida, fredda, che ha ormai perso la concezione e l’idea dell’amore. È una donna che ha il potere, e crede le basti per essere felice. Una donna che non apprezza, fino alla resa dei conti con sé stessa, che qualcuno voglia prendersi cura di lei. Voglia passare la notte abbracciata a lei, voglia semplicemente amarla, senza ottenere nulla in cambio se non la possibilità di dimostrarlo. La storia del suo crollo e della sua rinascita a donna libera. Libera di essere un’artista, libera di amare senza sentirsi in difetto, libera di amare perché amata. Libera di amare perché libera di essere, non costretta ad apparire.
E Adrian, cavaliere dalla scintillante armatura, è fondamentale in questo processo. Entra nella sua vita senza chiedere il permesso, approfittando di una situazione di debolezza per raggiungere l’obiettivo di averla. Ma a poco a poco, capisce che la debolezza che Yvonne nasconde dietro le iridi verdi dei suoi occhi è lì che urla di essere ascoltata. Coccolata, compresa. 


Ridendo, mi avvicino a lei, le sfioro la guancia liscia con la punta di un dito. 
Ho voglia di toccarla, di accertarmi che sia vera. Di sentirla tremare.

 
Adrian dimostra in ogni modo alla contessa che in lui non ci sono stratagemmi, in lui c’è solo il bisogno di saperla al sicuro, di saperla amata, di saperla sua. Non ha mai avuto cattive intenzioni, Adrian, e questo amore che prova per lei lo spinge a volere che lei abbia di nuovo le sue ali, anche a costo di perderla per sempre.


«[…] ha tentato di rendermi le mie ali, a costo di perdermi per sempre.»


Uno stile impeccabile, quello di Paola. Ho trovato un vocabolario molto forbito e un linguaggio molto ben studiato e ricercato, che ben si addice all’ambientazione d’élite del romanzo. Una trama lineare, che rispecchia i miei gusti da lettrice contraria alle rotture apocalittiche che occupano due terzi del libro. Non riuscivo a smettere di leggere, e se ho iniziato questo romanzo senza la minima aspettativa, alla prima pagina ho da subito iniziato a ricredermi. Sono stata catturata fin dalle prime righe, ed è stato un circolo vizioso. Riuscendo a leggere poco durante la settimana, sono arrivata al sabato che non ero nemmeno al venti percento del romanzo. Quel venti percento in quattro ore, in un sabato di festa, è diventato cento percento, e mi sono sentita morire alla fine. Non avrei voluto che finisse, tanto da sentire quell’esigenza prepotente di ricominciare a leggerlo da capo. Non mi sono mai sentita così… legata ad un romanzo. Non so neanche come descrivere la sensazione di vuoto e allo stesso tempo di felicità che ho provato.
The countess mi ha dato tanto: speranza, brivido, batticuore. È una necessità di averlo tra le mani per perdermi ancora tra le pagine cariche di sentimenti e di amore che ti fanno credere che possa capitare anche a te. 


Ci fissiamo in silenzio, gli occhi negli occhi, così vicini che, a un certo punto, 
non so più dove finisco io e dove comincia lui.
«Mi prenderò cura di te, Yvonne. È una promessa.»
 
 
 

 

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