Recensione - Black, di T.L. Smith

by - marzo 06, 2019



Uscito il 27 febbraio, Black è il nuovo romanzo della Hope Edizioni che porta in Italia T. L. Smith, autrice che sarà presente al Rare 2019 a Roma.



  

Titolo: Black
Autrice: T.L.Smith
Serie: Black, #1
Casa editrice: Hope Edizioni
Traduzione: Alice Zanzoterra
Progetto grafico: Angelice
Data di uscita: 27 febbraio 2019


TRAMA 
  
Sono fedele, ma tradirò.
Sono forte, ma anch’io ho cicatrici.
Sono un angelo, sì, il diavolo.
L’ho incontrata che aveva sedici anni. È arrivata come una ventata di aria fresca, giunta all’improvviso, che mi ha strappato un sorriso. Ma poi se ne è andata, portando via con sé anche il mio ultimo respiro.
Quel suo sorriso sapeva rischiarare una stanza intera e far palpitare il mio cuore nero.
L’ho ritrovata a distanza di dieci anni, con una siringa piantata dritta nel braccio.
In mezzo alle gambe si formava una pozza di sangue.

Era devastata e io ne ero felice. Non si sarebbe permessa di criticare né me né i miei modi deviati.

Un grosso NO per questo libro. Per una serie di cose che non si limitano alla trama che ho trovato a tratti banale. Ci sono salti temporali non segnalati (ma sorvoliamo sul non segnalato, proprio non comprensibili), slang che non si addicono alla produzione scritta, una traduzione che trova delle grandi lacune... ma vedremo poi passo per passo. 

Non trovo connessione in primis tra la trama e quanto ho potuto leggere. Sì, è vero che Liam e Rose si erano conosciuti anni prima, in tenera età. Ed è anche vero che lei se ne sia andata di punto in bianco a diciotto anni, seguendo l'uomo che credeva di amare che in realtà l'ha iniziata al mondo meschino e orrido della droga.
Rose infatti viene trovata da Liam, che ora si fa chiamare Black, dieci anni dopo: mezza svenuta con una siringa piantata nel braccio. Riconoscendo in lei la ragazza che molti anni prima lo aveva fatto stare bene, sceglie di portarla a casa... e di legarla in un letto in modo che non scappi per andare a farsi. Pane e acqua per pranzo, questa cara ragazza passa una settimana senza vedere la luce e senza farsi una doccia nel letto di uno sconosciuto, che preferisce far entrare una tipa x per darle una sistemata piuttosto che farsi vedere. Bene, ma non benissimo.

Lui cerca di starle lontano ma poi subito capisce che non può... insomma. La solita minestra. Il problema è che non ci si rende conto che loro non si vedono per settimane e mesi, lo si capisce solo in un secondo momento. Si tronca la storia per poi iniziare il capitolo nuovo ambientato due mesi più avanti. Senza una segnalazione netta... un giorno sono amici, il giorno dopo sono già passati mesi. E vogliamo parlare del suo #stalkingmodeon costante?
Lei, non è da meno. Incontra di punto in bianco una sua amica e questa dal niente decide di ospitarla a casa (chi è la fatta delle due?). Quanto il fidanzato dell'amica scopre che Rose conosce Black le dice di starle lontano ( e in realtà lui lo conosce e svolge qualche lavoretto per lui. Coerenza, ne abbiamo?)
Non vado oltre altrimenti rischio di raccontare troppo.

 
«Ci si scopa qualche sgnacchera stasera, frate’?».


Il primo NO è per "Fratè" ripetuto spesso, ma che non ha lo stesso impatto che può avere la sua presunta traduzione da bro. Fa sentire i protagonisti romani in Australia. Grazie, ma no grazie.
 
Il secondo NO è per "sgnacchera". Perché, Clio MakeUp chiama sgnacchera la sua bambina in modo affettuoso e simpatico, e non penso proprio che voglia darle della poco di buono. Perciò no, snacchera no.  


«Smamma domattina. Va’ a scuola». Gli lancio due deca.

Il terzo NO è per "deca", e non stiamo parlando di caffé decaffeinato. Non vi è partito il Max Pezzali che è in voi? "Con un deeeeeca non si può andar via... Non ci basta neanche in pizzeria". Link alla canzone, per ricordare gli anni felici.



Quando accosto, Sax è lì che mi aspetta fuori casa con una birra in mano 
e una siga tra le labbra, e mi auguro di aver fatto la scelta giusta.



Il quarto NO è per "siga". E se prima mi è partito il Max Pezzali, ora rido pensando a Pino dei Palazzi. Vi bastano ventisei secondi di questo video per capire.


«Io non ho intenzione di schiodarmi di qui e tu non gli devi un bel niente», 
esclama, incrociando le braccia sul petto. 
Ha i pugni serrati infilati sotto le ascelle, la faccia tesa, digrigna i denti.


E poi, dopo Max, dopo Pino dei Palazzi, arriva Pucci. Penso che lui sia l'unico in grado di serrare i pugni sotto le ascelle. e per fortuna che lo fa per far ridere.... E poi la storia del bombolone non si può non conoscere. Fatevi un giro qui, e immaginatevi, arrivati al minuto 8, un uomo arrabbiato che fa lo stesso gesto di Pucci. Non intimorirebbe nemmeno una cimice. 

Per non parlare della scena più assurda di tutto il libro: dopo mesi che non si vedono, ma durante i quali lui non smette di appostarsi ovunque lei vada, Black bussa alla sua porta. Lei, in vestaglia e biancheria provocante, la prima cosa che riesce a pensare è quanto lui sia bello e tutte quelle così lì... Proprio nel momento in cui stava per (FINALMENTE) lasciarsi andare ad una nuova storia, accantonando il ricordo del suo caro Liam. Ma no, lui si fa strada (letteralmente) in casa sua perché dopo tutto quel tempo passato separati vuole parlare con lei.  Ma la sua lingerie lo arrapa talmente tanto che preferisce farsela. Più fatti, meno parole. Il giovane abbandonato, presente tra di loro, poliziotto senza carattere, di fronte all'ammissione di lei reagisce in un modo che io.... Boh.


«Vuoi lui?», mi chiede, guardando dietro di me. Mi giro e vedo Liam sulla porta con Isabelle in braccio, appollaiata in bilico sul suo fianco.
«Sì, sono mortificata. Non avevo intenzione di ferirti».
«Lo so, sei sempre stata un po’ distante... il tuo cuore è distante».
«Mi dispiace».
«Non dispiacerti. Ma...», esita, lanciando un’altra occhiata a Liam, «...ma non fidarti di lui. Non è una brava persona».

No Rose, non dispacerti. MA DAI... 
Adesso mi piacerebbe un pò comprendere i consensi del pubblico. Perché se da un lato è vero che il piacere è soggettivo, dall'altro mi sento di dire che una persona che legge da molto tempo riesce a fare una valutazione oggettiva su uno scritto, comprendendo quando un libro sia di qualità e uno no. E questo, non si può dire lo sia.
In ogni modo ringrazio la casa editrice per l'invio dell'ARC, ma non credo che leggerò il seguito di questo libro... CERTO CHE LO FARO', PERCHE' FINISCE CON UN CLIFFHANGER ASSURDO.  
Voto finale? 1. Non si può dare di più... 

 


Sandy

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2 Comments

  1. Ottimo, grazie per la recensione, un libro in meno per la mia (già lunghissima) lista

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  2. Decisa, precisa nei dettagli dei tuoi NO, ci offri una spiegazione piu'che valida per non prenderlo in considerazione,cara Sandy. Grazie

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