Recensione - Big love, di Jay Crownover

by - ottobre 02, 2017



Salve lettori! Pensavate di esservi liberati di noi?  Ed invece eccoci qui. Dovete scusare la nostra assenza ma tra esami e la preparazione della tesi  (un plauso a Sandy che ormai è vicinissima al traguardo agognato 👏🙂) abbiamo avuto anche noi il nostro bel da fare. Ma non ci siamo dimenticate di voi ed oggi sono qui per parlarvi di Big love il secondo libro della “Welcome to The Point” di Jay Crownover.



Titolo: Big love

Autore: Jay Crownover

Serie: Welcome to the point serie #2

Genere: Contemporany romance
Casa Editrice: Newton Compton Editori
Data di uscita: 24 Agosto 2017  
Il mio giudizio: 💓💓💓
 


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Che differenza c’è tra un cattivo ragazzo e un ragazzo che fa il cattivo? Quando ti muovi in un mondo oscuro e corrotto, per dominare la situazione non devi mai mostrare di aver paura. Solo così potrai controllare strade e persone senza scrupoli. Race Hartman è sufficientemente coraggioso, intelligente e sbandato per diventare il capo di un posto come The Point. Dove ci saranno sempre cattivi e cose brutte da mettere in riga, ma in cui un uomo forte può ridurre i danni al minimo. Race ha un piano… riuscirà a impedire l’annientamento totale di quel luogo senza distruggere se stesso? Brysen Carter ha sempre visto Race per quello che è davvero: un ragazzo bello, dolce, ma troppo pericoloso. La tentazione di crogiolarsi nel suo bagliore dorato è forte, ma Brysen sa che finirebbe per scottarsi. Ha già tanti problemi, non ha certo bisogno di crearsene altri a causa di Race. Ma quando Brysen deve affrontare una minaccia che potrebbe essere la cosa più pericolosa che The Point abbia mai prodotto, è costretta a prendere una decisione: perché l’unica persona che potrebbe aiutarla a salvarsi è proprio l’uomo che lei non può permettersi di avere.

Il primo libro (qui la recensione) mi aveva lasciato la curiosità di scoprire la storia di Race, amico fraterno di Bax e fratellastro di Dovie. Purtroppo il mio entusiasmo è andato scemando con la lettura del libro. Anche qui la storia sembra essere un cliché già sentito: abbiamo Race Hartman, un cattivo ragazzo, bello e pericoloso, al pieno della sua scalata nella malavita dell'immaginaria The Point e Brysen, una brava ragazza, bella e abbastanza intelligente da capire che uno come Race porta solo guai. L'attrazione tra di loro è evidente dalla prima riga ma se Race vuole consumarla, Brysen fa di tutto per allontanarlo, finché per colpa di uno stalker non si ritrova a chiedere aiuto proprio a Race.


Eccole qui. Le due parti di lui che lo rendevano imprevedibile e quasi impossibile da cacciare fuori dalla testa di una povera ragazza: altruista e generoso, ma allo stesso tempo arrogante e superficiale.


Race si è lasciato alle spalle la sua bella vita fatta di agi e comodità. In Bad love avevamo conosciuto un ragazzo disposto a combattere contro tutti compreso suo padre, per proteggere la sorellastra Dovie ed il suo migliore amico. Con coraggio aveva organizzato un piano che lo ha portato a diventare capo di quella malavita che tanto odia ma sa di essere l'unico a poterla gestire senza prevalere sulle povere persone. Ma si può fare i buoni quando si assume un ruolo da cattivi? E Race ne è davvero capace? La sua natura fondamentalmente onestà va a scontrarsi con quello che deve fare per mantenere il potere. E se oltre ai problemi dei suoi traffici arriva anche una biondina piena di guai che gli ruba il cuore, il pericolo è dietro l'angolo.


Non mi serve un eroe, Race. Ho solo bisogno che tu voglia stare con me. Che mi ami. Ho bisogno di un uomo che vorrà esserci per me quando tutte le piccole cose si sommeranno e prenderanno peso, perché è così che funziona la vita vera.



Anche Brysen è una tipa tosta. La sua famiglia benestante è piena di problemi: la madre alcolizzata non è più in grado di occuparsi della casa, il padre sempre assente e con un brutto segreto alle spalle, una sorella ancora adolescente che Bry vuole tenere al sicuro. Così è lei a prendersi carico di ogni cosa, lavorando e studiando. Quando strani incidenti iniziano a colpirla da vicino, si ritroverà a farsi aiutare proprio dal fratello della sua migliore amica, il ragazzo per cui segretamente ha una "cotta". Nonostante il desiderio di affidarsi completamente a lui Bry sa bene che il lavoro di Race è pericoloso. Sa che fa parte dei cattivi. Sa che non lascerà mai quella vita. Ma sa anche che nessuno riesce a farla sentire protetta ed amata come lui. Riuscirà a superare i suoi timori e a fidarsi di Race? E lui potrà venire a patti con la sua doppia natura di bad boy?


Avere qualcosa da perdere, qualcosa come il suo amore… era una notevole motivazione, mi spingeva a tenere intatti tutti i pezzi di me che erano solo e semplicemente Race.



Cos'è che non mi ha convinto di questa storia?
In primo luogo i personaggi: Race è troppo giovane inesperto e gentile per fare il boss cattivo e non riesce a convincere in questo ruolo e Brysen, nonostante tutti i discorsi in cui spiega perché non starà mai con Race, si lascia convincere troppo facilmente a fare l'esatto contrario.
Anche la mancanza di "qualcosa" prima della loro passione mi ha deluso: si passa dal "non ti sopporto" al "rotoliamoci tra le lenzuola" in un capitolo. Credo che avrei apprezzato una scaramuccia tra di loro.


«Ci stiamo innamorando, Bry?».
Lei rise di nuovo e si allontanò. «Probabilmente. Perché non dovremmo?»



Bella, ancora una volta, la demarcazione netta tra i due quartieri The Hill, ricco ma non sempre onesto, e The Point, malfamato ma dove non ci sono solo mele marce.
Interessante il finale aperto (chi è l'autore dei nuovi crimini violenti?) nella speranza che il terzo libro di questa serie, con il mio amato poliziotto Titus, sia quello "giusto".
Non mi resta che augurarvi Buona lettura! Laura.

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