Recensione - Insieme siamo perfetti, di Penelope Douglas

by - ottobre 09, 2017

Iniziamo questo lunedì con una recensione "no". In tanti lo hanno aspettato,  anche io a dire il vero,  ma solo perché non avevo mai letto nulla di questa autrice e volevo iniziare da un autoconclusivo... Ma non è  andata come speravo! 
"Insieme siamo perfetti", di Penelope Douglas,  edito newton Compton,  si metira,  a mio giudizio,  due soli cuoricini.  

 

Titolo: Insieme siamo perfetti
Autore: Penelope Douglas
Serie: Non fa parte di una serie
Genere: Young adult
Casa Editrice: Newton Compton Edizioni
Data di uscita: 21 Settembre 2017
Il mio giudizio:💓💓



Non posso fare a meno di sorridere leggendo la sua lettera. Mi manca.

In quinta elementare a ciascuno di noi venne assegnato un amico di penna tra i ragazzini di un’altra scuola. Mi chiamo Misha, e pensando che fossi una femmina, l’altro insegnante mi mise in coppia con una sua allieva, Ryen; la mia maestra, credendo che Ryen fosse un maschio come me, non obiettò. Dal primo momento in cui io e Ryen abbiamo iniziato a scriverci, abbiamo litigato su tutto. E le cose non sono cambiate in questi sette anni. Le sue lettere sono sempre scritte in inchiostro argento su carta nera. A volte ne arriva una alla settimana, altre volte tre nello stesso giorno, ma sento che ormai sono diventate una necessità per me. Lei è l’unica che mi aiuta a tenere la rotta, l’unica che mi accetta per come sono. Abbiamo solo tre regole fra di noi. Niente social media, niente numeri di telefono, niente foto. Fino a quando, in rete, sono incappato nella foto di una ragazza di nome Ryen, che ama la pizza di Gallo, e adora il suo iPhone. Quante possibilità c’erano che fosse lei? Accidenti! Dovevo incontrarla. Certo non potevo immaginare che avrei detestato ciò che stavo per scoprire.



Un libro che parte mal fin dal titolo: “Insieme siamo perfetti” non ha niente a che vedere con quanto realmente accade nella storia. È un libro il cui protagonista è Misha, cugino di Will, già incontrato nella precedente serie della Douglas (Devil’s night serie) è il cantante e leader di una rock band, e dall’età di undic’anni, scrive lettere a Ryen, la sua amica di penna. Tutto questo nasce quando i professori delle due rispettive scuole dove i ragazzini vivono, distanti una cinquantina di chilometri, decidono di dar vita a questo progetto, che Misha e Ryen non si sono limitati a svolgere come compito, ma che ha protratto negli anni. Sono molto più simili di quanto credono, e si aggrappano a questo, scoprendosi. La madre di Misha ha abbandonato marito e figli quando il ragazzo aveva solo due anni, il padre di Ryen se ne è andato di casa quando lei ne aveva quattro. In comune hanno anche la passione per la musica, e spesso e volentieri, Ryen scrive versi per le canzoni della band di Misha. Passano gli anni e le lettere che si inviano sono tantissime. Imparano a conoscersi, a volersi bene, ad amarsi di nascosto l’uno dall’altro. Ma, in questi sette anni trascorsi a scriversi emozioni e stupidaggini, non si sono mai incontrati. Hanno sempre creduto che un incontro avesse potuto rovinare tutto il buono che c’era tra di loro. Quanto avevano ragione….


Eravamo perfetti l'uno per l'altra.
Finché non ci siamo incontrati.


Si incontrano per caso ad una festa per la band: Misha la riconosce, perché la sente chiamare, Ryen invece non pensa nemmeno che quello con cui inizia a parlare sia il suo Misha. Ma dopo quella sera, il loro rapporto non sarà più lo stesso: Misha smette di rispondere alle sue lettere.
Ryen non riesce a smettere di pensare al suo amico, domandandosi cosa possa essergli accaduto, cosa mai abbia fatto di male per non ricevere notizie da parte sua. Preoccupazioni che iniziano a scemare nel momento in cui un nuovo ragazzo arriva nella sua scuola, qualche mese prima del diploma. Si tratta di Masen Laurent. Capelli scuri, occhi verde speranza, un braccio che sembra la pagina di un libro. Bellissimo, agli occhi di Ryen. Lei, che un tempo era una ragazzina per bene. Lei, che in realtà pur di farsi accettare da quelli che vorrebbe considerare amici, è una ragazzina viziata e arrogante. Molto lontana dalla Ryen che Misha aveva conosciuto e di cui si è innamorato con il tempo. Va da sé che (non voglio fare spoiler ma essendo il romanzo raccontato a POV alternati si comprende da subito) Masen altri non è che Misha. Non si trova a Falcon’s Well per incontrare Ryen, ma per risolvere una questione del passato (che io ho capito immediatamente quale fosse).
Invece che scoprire le sue carte, Masen non appena incontra Ryen, ovviamente non la riconosce: si aspettava che lei fosse la stessa ragazza che firmava le lettere che scriveva, non la snob che si trova nella cerchia dei popolari. Misha lo sa: Ryen non è mai stata così, lo fa solo per essere accettata, pur sapendo che Lyla non è sua amica e che Trey, quel ragazzo al quale vuol far credere di volerci stare, in realtà vuole solo spassarsela. Ryen ha un bruttissimo carattere e l’ho trovata un bruttissimo personaggio. Misha, o Masen che sia, non ho ancora capito perché si sia comportato così nei suoi confronti, pur sapendo chi lei fosse. Ho letto in varie recensioni che chi lo ha letto in lingua lo ha apprezzato molto di più. Colpa della sola traduzione? Mah, io non credo. C'è perfino quel soprannome che Misha dà a Ryen (capra) che non è nemmeno comprensibile in nessun contesto. Quello che nascerà tra Masen (o Misha, come volete chiamarlo) e Ryen sarà qualcosa di fuggitivo e segreto. Non riusciranno a scollarsi di dosso l’uno le mani dell’altra, e ogni occasione sarà buona per mettersi nei guai insieme. 
 «Non ti voglio qui, Masen». Poi mi blocco e mi correggo. «Misha. Vai a casa. Torna a Thunder Bay».
«Non posso». Si mette dietro di me, posa le mani sul bancone e mi ingabbia. «Non c’è vita per me laggiù se tu non ne fai parte. Tu sei in ogni cosa buona che io abbia mai fatto, Ryen. Per favore».
Ma veniamo al titolo: all’originale gli si può attribuire un significato, alla traduzione no. Perché leggendo la loro storia, sono tutto tranne che perfetti insieme, questi ragazzi. Punk 57, il titolo originale, è associato a due cose: la prima posso svelarla, la seconda la capirà chi ha il coraggio di leggere questo libro. Insomma, Punk è il nome con cui si firma il vandalo della scuola che negli ultimi mesi lascia messaggi in giro per l’edificio. Non date per scontato che sia il nuovo arrivato, ma anche qui si capisce immediatamente chi sia l’artefice. Insomma, se non si fosse capito questo libro non mi è per niente piaciuto. Cosa salvo? Il fatto che questi due ragazzi abbiano mantenuto dei contatti che andassero oltre l’obbligatorietà imposta dalla scuola. È carinissima l’idea di queste lettere, se si pensa che al giorno d’oggi esistono mille mila modi per tenersi in contatto. Il resto, è un grosso buco nell’acqua.




Sandy

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