Review Party - Siamo tutti bravi con i fidanzati degli altri, di Tommaso Zorzi

by - luglio 14, 2020

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Non avevo aspettative, solo una ENORME curiosità. Basita è un aggettivo che descrive abbastanza bene come mi sia sentita durante e a fine lettura... In ogni caso, ringrazio Mondadori per la copia del romanzo. Di seguito il mio pensiero su "Siamo tutti bravi con i fidanzati degli altri" di Tommaso Zorzi.


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Titolo: Siamo tutti bravi con i fidanzati degli altri
Autore: Tommaso Zorzi
Casa editrice: Mondadori
Data di uscita: 16 giugno 2020



"Questo sarà l'anno del mio fidanzamento, l'ho deciso.
Sì, Filippo Villa, ventiquattro anni, milanese da generazioni,
giornalista sportivo e party-boy, quest'anno si fidanzerà.
E adesso ho qualcosa come tredici chat attive su Grindr, che è tutto un pullulare di messaggi."

Fortunatamente nella sua ricerca Filippo non è solo. Accanto a lui c'è Bea, l'amica di una vita e coinquilina da sempre che, tra stronzi fedifraghi, sfigati colossali e spiantati totali, a ragazzi non è messa poi tanto meglio. Ma si sa, la speranza è l'ultima a morire, almeno finché viene alimentata dal vino bianco di pessima qualità che ogni sera Alice porta a Bea e Filippo in cambio di un posto sul divano del loro appartamento di Porta Venezia, nel cuore del quartiere della festa milanese.
La malasorte sentimentale sembra invertire la sua rotta quando Filippo, grazie all'inseparabile Gilda, il suo bellissimo esemplare di bassotto a pelo ruvido, incrocia il proprio destino con quello di Diego: dog sitter, uno e novanta, moro, occhi neri. Un bòno, insomma. Diego ha solo un piccolo, trascurabile difetto: ha una fidanzata che lo aspetta a Monopoli, in Puglia. Dettagli. Diego è perfetto, è dolce, passionale, insomma è quello giusto. Ma non è tutto oro quel che luccica. Magari è solo bigiotteria fatta bene.

Tra aperitivi troppo alcolici, poke al salmone e maratone di serie tv, in questo romanzo Tommaso Zorzi racconta con leggerezza e ironia l'amore, l'amicizia, il sesso e le relazioni ai tempi di Grindr. Perché sì, Siamo tutti bravi con i fidanzati degli altri, ma poi, quando tocca a noi, è un vero casino.



Filippo Villa, ventiquattro anni, ha un unico obiettivo per quest’anno: fidanzarsi. E farlo prima della sua migliore amica e coinquilina Beatrice, che porta con sé gli strascichi di un tradimento e di appuntamenti falliti.
Ma torniamo a Filippo e al suo unico grande amore: la sua cagnolina Gilda. Non esiste al mondo essere più importante di quella piccola bassottina viziata e coccolona, per lui. Lasciarla per due giorni costretta da una trasferta lavorativa (Fil è un giornalista sportivo della Milano Bene) è infatti un colpo al cuore per lui, che si trova costretto a cercare un dog sitter perché non se ne parla proprio di lasciare Gildina in una cuccia per cani. Dopo diversi colloqui andati in fumo, la scelta ricade su quel bel bocconcino di Diego, che non ruba il cuore solo a Gilda ma anche al suo proprietario. Sarà davvero Diego l’anima gemella di Filippo, che coronerà il suo sogno d’amore?

Grande NO per me. Per la storia, per la prosa, per tutto. Troppe parentesi, troppe virgole, troppi incisi. Il tutto è già di per sé esagerato, e credo rispecchi davvero il personaggio di Tommaso, e il suo stile non aiuta, anzi. Mia sorella lo segue su Instagram e me lo ha dipinto come un tipo per bene, simpatico e intelligente: cosa che dal suo libro però, non traspare. È ridondante, ripetitivo, dice sempre le stesse cose. Un po’ come me nell’ultima frase, per farvi capire il concetto.
Un libro fatto di molti cliché, uno sommato all’altro, e se – come sembra – c’è una vena di chick lit, c’è anche quella vena sarcastica che rende antipatico il protagonista, all’ennesima presa in giro verso il prossimo. Siamo tutti bravi a catalogare le persone piazzandogli addosso delle etichette, e Filippo le etichette le guarda bene: Gucci, Versace o lo squallore di H&M?
Mi è bastato guardare qualche suo video sui social per capire che la storia che ci viene raccontata è quasi autobiografica. Spero che non lo sia (per lui e per la sua rete di relazioni) anche la storia della gonorrea, malattia sessualmente trasmissibile che diventa il centro principale della storia. Tra segreti e litigate viene messa alla luce la vera natura dei protagonisti: peccato che appaiano snob e... con un quoziente intellettivo veramente basso. Lo stesso modo in cui è stato affrontato un argomento delicato come quello della gonorrea mi ha davvero lasciata basita: tutto preso con leggerezza e superficialità, come se fosse una barzelletta.

Siamo tutti bravi con i fidanzati degli altri” è un libro che va preso per quello che è: una storia senza pretese e senza spessore, il cui unico punto di forza è il legame di amicizia tra i personaggi, Filippo e Beatrice. Trash a gogò.
A tratti, molti, volgare, non mi ha lasciato niente a fine lettura, se non un grosso “mah”. Seguito da sospiro di frustrazione.
Ognuno di noi ha diritto di esprimere la propria opinione, e gli stimoli che ci spingono ad intraprendere una nuova avventura non vanno mai frenati, ma a tutto c’è un limite, e ogni singolo soggetto si rende conto da sé di quando sta compiendo un passo falso. Ogni singolo soggetto, eccetto Tommaso Zorzi, e tutti quei “VIP” che intraprendono la carriera di scrittore per arrivare al loro pubblico in un canale diverso rispetto al like su IG, o delle visualizzazioni delle dirette. Mi spiace che Mondadori sia costretta a buttarsi su questo genere di libri: non dobbiamo poi stupirci se il genere (non rosa in questo caso, ma come dicevo prima pseudo chick lit) venga denigrato.
E poi… dieci euro per centottanta pagine direi che sono un pochino esagerati…
Purtroppo non sono nemmeno riuscita a trovarlo simpatico, questo libro: giudizio tutt'altro che positivo. Un libro che vuole sembrare innovativo, e in realtà è una cozzaglia di cliché nello sfondo di una Milano Molto Snob e Schizzinosa.


Anche ora che ho ventiquattro anni, per innamorarmi mi basta un istante,
e credo che l’istante di cui stiamo parlando sia quello che è appena passato.


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1 Comments

  1. Mia bella Sandy ce ne faremo una ragione, non tutte le nostre letture possono arricchirci, essere gradevoli,possono lasciare una bella impronta dentro di noi

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