Recensione: "L'amore mi chiede di te", di Lucrezia Scali

by - novembre 14, 2017

«Non devi cercare una favola solo per avere un lieto fine, devi cercare una favola che ti faccia innamorare in un nuovo modo ogni singolo giorno. Il lieto fine lo avrai, certo, ma dopo aver affrontato le difficoltà di un rapporto. Tutte le volte che avrai lanciato qualche piatto e dopo che, insieme, avrete raccolto tutti i cocci… questo è il lieto fine». Lucrezia Scali e il suo ultimo romanzo mi hanno tenuto compagnia (per troppo poco tempo, perché ho divorato questo libro) e mi hanno insegnato che non è mai sbagliato credere nell'amore. Anche se lui preferisce giocare a nascondino, è lì, pronto a mostrarsi quando saremo davvero pronti. Quattro cuoricini per questa meravigliosa lettura!



Titolo: L’amore mi chiede di te
Autore: Lucrezia Scali
Serie: Non fa parte di una serie
Genere: Contemporary romance
Casa Editrice: Newton Compton Edizioni
Data di uscita: 23 Ottobre 2017
Il mio giudizio:💓💓💓💓

 

Roccamonte è una cittadina dove non succede mai molto. Fa notizia persino l'apertura di una strana tisaneria: a gestirla è Selva, una ragazza che arriva da fuori, che sin da piccola è stata considerata un po' strana, poco incline a giocare con le bambole a differenza delle sue coetanee. Selva, però, ha un dono particolare: è brava ad aiutare chi è in difficoltà. Per ogni problema, ha pronto un rimedio a base di erbe. Enea è il sindaco di Roccamonte: disponibilissimo con i concittadini, gentile e cordiale. Eppure assolutamente restio alle relazioni sentimentali, a maggior ragione con Selva, con la quale non sembra avere proprio nulla in comune. Ma nonostante si ripeta che deve starle lontano, Enea non può negare, almeno a se stesso, di esserne attratto. Quando finalmente tra i due sta per nascere qualcosa ed Enea pare deciso a lasciarsi un po' andare, in paese arriva la donna con cui ha avuto una storia. E che gli ha spezzato il cuore.


Quando si perde un amore, ci si rifugia in tutte quelle cose che ce lo ricordano. Siamo disposti a consumarci la pelle pur di toccare quelle parti di noi che baciava o sfiorava. E non è solo un dolore fisico, io lo so, è qualcosa che va oltre. Perché la mancanza è dappertutto, fuori e dentro. Ma se si chiama mancanza, è perché prevede un suo riempimento.



Enea, egocentrico e scorbutico “quasi trentenne” è il disponibilissimo e gentilissimo sindaco di Roccamonte, un paesino che difficilmente si trova nelle cartine geografiche ma dove regna la pace. Un macellaio, un negozio di alimentari, una tavola calda. Uno di tutto, così nessuno litiga. Chi vive a Roccamonte da sempre non ha mai pensato di andarsene.

Selva, invece, la forestiera che viene dalla città, ha un dono: capisce le persone, e cerca, attraverso le sue erbe, di lenire i dolori e cercare di risollevare l’umore della gente che la circonda. È sempre stata ritenuta “strana”, perfino dai suoi genitori che non hanno mai veramente dimostrato interesse per lei. Per questo la giovane Selva, fin da piccola, si è affidata alle cure della nonna Ottavia. Lei, che le ha fatto da madre e da maestra. Fin da bambina Selva si è dimostrata una persona che entra facilmente in empatia con la natura, e avvicinarsi al mondo magico ben custodito dalla nonna, fatto di erbe e infusi, era scritto nel suo destino. Ottavia è da sempre parte della sua vita, e a distanza di anni dalla sua morte le appare in sogno, indicandole una nuova strada da percorrere: scappare da Torino, lasciarsi il passato alle spalle e aprire una tisaneria a Roccamonte. Il suo arrivo nel paesino dove tutti conoscono tutti e gli alberi genealogici non hanno segreti per nessuno, non è visto di buon occhio: chi mai potrebbe arrivare a Roccamonte per fermarsi per sempre? L’unico movimento in città, che porta allegria per le stradine del paesino è la festa di Agguanta la mela

Neanche Elia sembra particolarmente felice di questo nuovo acquisto: eppure vede in Selva qualcosa che riesce a risintonizzare il suo cuore nella giusta frequenza. Tutti in paese sanno quella che è la storia di Enea: ormai la sua vita gira tutta intorno al lavoro e ad Isotta. E ai suoi genitori, che anche se un po’ troppo appiccicosi, tengono troppo al loro unico figlio. Enea vuole tutto nella vita, tranne affrontare di nuovo sentimenti profondi: può permettersi di provarli solo per Isotta. Per questo, quando vede in Selva una parte del suo passato, credulone e innocente, cerca di mantenere le distanze. Esistono davvero, ancora oggi, persone che credono nelle favole? Quelle stesse favole che sono state la sua più grande condanna? Cosa spinge ciascuno di noi a provare l’amore se poi ci viene sottratto semplicemente dall’eco di una porta chiusa alle spalle?   



«Be’, faccio parte di quelle ragazze che vogliono ricevere ancora lettere d’amore, che il bacio della buonanotte lo pretendono, che se le riaccompagni a casa, vogliono vedere che non te ne andrai finché non avranno trovato le chiavi per entrare, che se piangono il fazzoletto non uscirà dalla loro borsa ma dalle tue mani, che desiderano essere fermate quando, dopo una litigata, stringono una valigia e fanno la follia di uscire sbattendo quella porta».



Gli insegnamenti di nonna Ottavia sono ben custoditi nel cuore di Selva, e in quel diario che un tempo l’ha costretta a fare la scelta sbagliata: rinnegare la sua natura, per amore. Ma al contrario di Enea, Selva crede che là fuori, il suo principe, il suo pirata, o un ladruncolo da quattro soldi come Flynn Rider a stia aspettando. Ma se questo ladruncolo, invece che cercare i gioielli della corona, cercasse il suo cuore? E se invece di abiti sgualciti, indossasse spesso e volentieri giacca e cravatta? O un lungo cappotto da maniaco… L’attrazione tra Selva ed Enea di fa sempre più intensa, ciascuno occupa quotidianamente i pensieri dell’altro. Non si sono cercati, ma si sono trovati. Anche Enea lo sa, e complice sua madre, capisce che è ora di lasciarsi il passato alle spalle, per inseguire il futuro che le favole hanno scritto per lui. Amare Selva è facile per lui. Abbandonarsi a Enea, per Selva, lo stesso.
Il passato però è lì, con il fiato sul collo, e torna a trovare Enea. Adesso sta a lui decidere che scelta fare: lasciare la strada vecchia per quella nuova? Iniziare a credere nelle favole o affogare in un amore che in realtà è finito due anni fa?


«Certe cose non si possono cancellare, non si possono dimenticare, perché hanno contribuito a farci diventare quello che siamo oggi.»



Questo libro è meraviglioso. Il mio povero epub è tutto pieno di evidenziazioni. È profondo, dolcissimo, la cura per un cuore malato. Un libro la cui storia da speranza. Un libro che tra le pagine tutte da sfogliare nasconde la ricetta della felicità, tra le parole di nonna Ottavia e le ripercussioni che i suoi insegnamenti hanno nella vita di Selva. Il fatto che in quasi tutti i capitoli ci sia una ripresa di spezzettoni di vita passata è una scelta interessante: mostra come le lezioni nella nonna si possono applicare a distanza di tempo, se mescolati insieme gli ingredienti giusti, concedendoti la possibilità di imparare dagli errori degli altri. Un libro che ti mette in discussione, perché ognuno di noi avrà sicuramente sofferto per amore. Si sarà addossato delle colpe, si sarà annullato pur di rendere felice chi ci sta accanto. Questo libro ci apre gli occhi, spiegandoci che anche se non ci crediamo, meritiamo tutti di vivere la nostra favola. In un castello incantato o in un paesino sperduto, con un principe o un pirata, non importa. L’importante è che sia a lieto fine.


«E se io ti dicessi che credo in quello che sto stringendo ora tra le mani, può andar bene lo stesso? Perché non mi chiedere come mai, ma è da quando ti ho incontrata che mi stai regalando la speranza».
«La speranza di cosa?»
«Di tornare a provare dei sentimenti. Perché l’avevo dimenticato, ma sono sicuro che, grazie a te, potrò ricordarlo».






SEGUE SPOILER!

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Una domanda però, mi sento in dovere di farla all’autrice: è rimasta in sospeso una questione che mi sta particolarmente a cuore e vorrei capire… Sarà Selva a fare da madre a Isotta?



Sandy

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