Recensione - Abbiamo un bacio in sospeso (io e te), di Riccardo Bertoldi

by - maggio 09, 2020


L'ho scoperto sulle stories sponsorizzate su Instagram, e la curiosità ha avuto la meglio. Ci ho messo giorno perché più volte ho dovuto fermarmi a riflettere, capire, paragonare. Abbiamo un bacio in sospeso (io e te) di Riccardo Bertoldi è un romanzo che mi ha lasciato dentro tante domande, a cui solo l'amore sa rispondere.





Titolo: Abbiamo un bacio in sospeso (io e te)
Autore: Riccardo Bertoldi 
Genere: Narrativa 
Casa editrice: Rizzoli
Data di uscita: 4 febbraio 2020




Leonardo fa il fotografo, ha trent'anni, gli occhi timidi di chi parla poco e una ferita al cuore che non riesce a rimarginare. Ogni giorno prende il treno per andare al lavoro e sulla carrozza numero 2 incontra il sorriso di Sara, che illumina per un attimo le sue giornate. Qualche volta, però, la paura di amare supera il coraggio di osare. E così, per Leonardo, quella sconosciuta che ascolta musica e scrive su un diario dalla copertina rossa diventa un modo per fantasticare: cosa accadrebbe se finalmente si facesse avanti e decidesse di sfidare il destino?
Reduce da una lunga storia, Leonardo è tornato a Verona, la sua città, e ha ritrovato la vita che lì aveva lasciato. Un nuovo amore non era nei piani, ma si sa, il cuore fa i suoi progetti, e a volte ce li mostra nei modi più inattesi. Così un giorno Leonardo capisce che deve tuffarsi - a costo di sembrare un po' pazzo, a costo di farsi male - e lascia sul sedile che di solito occupa la ragazza una fotografia che le ha scattato di nascosto.
Il destino lo porterà dentro un negozio di musica, con la luce della notte che filtra dalla serranda semiaperta, insieme a lei: Sara. E gli ricorderà che a volte basta poco - uno sorriso rubato, una bella canzone, un bacio a fior di labbra - per aggiustare un cuore e ricominciare.


«Mi manca avere accanto qualcuno con cui posso smetterla di difendermi. Qualcuno che sappia vedere i miei difetti in mezzo ai pregi che vedono anche gli altri, e che abbia voglia di restare nonostante tutto. Vanno bene i sorrisi, i baci, l’amore e il sesso. Ma io qualche volta vorrei qualcuno con cui poter essere fragile.»


Ci sono libri di cui, a fine lettura, è difficile parlare.
Libri che sembrano fatti di emozioni, non di parole. Libri che sembrano sapere chi sei, cosa pensi. Libri come questo. Una storia, quella raccontata da Riccardo, che è stata in grado di uccidermi letteralmente, parola dopo parola, pagina dopo pagina.
Ci racconta di Leonardo, un trent'enne insoddisfatto della sua vita con Paola, fatta più di silenzi che di abbracci, più di litigi che di carezze. Un amore longevo, nato dieci anni fa, ma che è affondato chissà quando lasciandoli in balia dei dubbi, delle perplessità, e delle mille domande sull'amore.
Lasciata Paola dentro l'appartamento che per anni hanno condiviso, e chiudendo assieme a lei tutto il suo passato, Leo torna a Verona, la sua città natale. Cerca nel cassetto quel sogno che aveva accantonato, e riesce a trovarlo ancora lì, pronto per essere spolverato e messo in mostra. La passione per la fotografia lo spinge ad aprire uno studio tutto suo, in un paesino fuori Verona, che preferisce raggiungere in treno. Ed è nella carrozza numero due del regionale diretto a Dolo che Leonardo impara a sue spese l'amore.
Quello fatto di sguardi, di parole non dette, di conversazioni nella testa, della paura di fare il primo cenno, anche solo un saluto con la mano. E allora i giorni passano, e lei siede sempre in quel posto vicino al finestrino, e tu siedi sempre qualche fila dietro solo per perderti nei suoi occhi riflessi sul vetro che non smettono di guardare i momenti persi che ci lasciamo dietro come la polvere che solleva la velocità delle ruote sulle rotaie.
È nelle mattine come quella, che Leonardo si è innamorato di quella ragazza che annotava parole su un diario rosso. Leonardo si è sempre chiesto che cosa scrivesse, se ci fosse lui in quelle parole uscite dalla punta della penna. E per immortalare un ricordo, le fa una foto, che solo dopo aver preso parecchio coraggio lascia al suo posto, sperando che lei la trovi ancora lì. Ma quel coraggio che ha trovato per fare questo gesto, lo perde quando il timore di un rifiuto lo costringe a cambiare carrozza, e aspettare. Aspettare, aspettare. Finché non è Sara ad arrivare da lui.
Il loro posto fuori dal mondo ma dentro il loro strano amore è quella Bottega della musica, dove avvolti dal calore di una coperta, si scambiano piccoli segreti che non hanno mai rivelato a nessuno. Si conoscono così, attraverso storie di fotografie e parole scritte senza musica. Si conoscono e si trovano, incastrandosi tra le lenzuola e ingarbugliando in grossi nodi i lori cuori. Ma a Sara non piacciono gli addii, non vuole mettere un punto a quel piccolo noi di cui solo loro sono consapevoli. E allora, lasciata Verona e lasciato dietro il germoglio di un amore, torna a Napoli.
Ma puoi davvero lasciar scappare una cosa così, più grande di te ma dentro la quale non smetti di tornare? Puoi vivere di ricordi, quando hai vissuto di attimi indelebili sulla pelle? Puoi immaginare la pelle d'oca poco dopo una carezza, invece di provarla? Posso vivere così, in bilico tra l'amore che merito e quello che voglio, tra quello che cerco e quello che ho. E quando le due cose coincidono, non ti resta altro da fare che prendere quel treno, quello che ti porta alle origini, al germoglio, sperando che possa nascere un bellissimo fiore. In pochi giorni Sara e Leonardo ripercorrono quello che sono stati e quello che vorrebbero essere, si fanno promesse che non sapranno mantenere, faranno l'amore, sperando sempre che non sia mai l'ultima volta. Si ameranno a modo loro, così anti convenzionale da essere speciale. Riporteranno in superficie quelle emozioni che non aspettavano altro che essere rispolverate e messe in mostra, come il più bello dei soprammobili, che mettiamo all'ingresso affinché tutti lo vedano. Ma a Sara e Leonardo non interessa del mondo, quando il mondo sono loro.



Alla fine, riesco anche a sorridere: così tanto tempo trascorso a ritrovarmi, 
per scoprire che amare, invece, è avere il coraggio di perdersi.


Consiglio questo libro a chi è stato innamorato, a chi come me ha creduto di esserlo, a chi lo è tuttora. A chi ha preso tanti treni sbagliati, a chi ha avuto la fortuna di prendere il biglietto giusto. A chi ci crede ancora, in questa magia dei sentimenti. A quelli che dopo una brutta caduta hanno saputo rialzarsi, a quelli che invece non ce l'hanno fatta. A chi è più cinico, ma in realtà è solo un modo per nascondere l'eccesso di amore che si porta dentro. A chi si nasconde, a chi ama nell'ombra. A chi non ha paura di mostrarsi forte, a chi invece nasconde la forza dietro una corazza di cristallo.
Quando ho iniziato questo libro mi sono detta "non sono molte pagine, in una manciata di giorni lo termino". E invece, sono rimasta fregata. Perché sarà pure vero che non sono molte pagine, ma è tanto quello che Riccardo racconta. E più che raccontarlo, me lo ha fatto vivere: magari la mia storia non è uguale a quella di Leonardo, ma ho desiderato essere la Sara di qualcuno. Un pensiero egoista, ma è questo che ho desiderato: che il mio principe lasciasse la sua principessa, e si accorgesse di me. Non è cattivo? Mi ha fatto sentire così in colpa che più volte ho dovuto darmi del tempo, spegnere il Kobo e riflettere. E poi ho capito: non è egoismo, è solo un sogno che è stato represso e nascosto per tanto tempo. Non è egoista, l'amore, è un dono, è quello che ci meritiamo, è qualcosa a cui non possiamo rinunciare. In guerra e in amore, tutto è lecito. Anche essere egoisti verso sé stessi, agognare quella felicità tanto ricercata, e combattere contro la vita, gli impegni, il tempo, i ricordi, pur di averla.




«Promettimi che io e te saremo sempre così.»
«Così come?»
«Così. Con i pensieri addosso anche se i corpi saranno lontani, con la voglia di stringerci le braccia quando fa freddo e quel desiderio inspiegabile di noi quando non possiamo guardarci negli occhi. Promettimi che non smetteremo di ridere insieme, che ci stupiremo ogni volta che le nostre labbra si sfioreranno e che ci terremo stretti quegli sguardi che non capisce nessuno, ma noi sì. Promettimi che quando metterò il broncio tu me lo toglierai, che ti prenderai cura di me, e che quando mi sentirò debole e persa mi basterà fare un passo indietro per ritrovare te. Promettimi che non ci mancherà mai il coraggio, che le lacrime saranno solo un motivo per tornare a sorridere e che finiranno tante cose, ma noi no.»
«Te lo prometto» le ho risposto, con il cuore colmo fino all’orlo di quello che siamo.
Sara mi ha sorriso e ci siamo baciati.
«E tu cosa mi prometti?» le ho chiesto allora.
«Ti prometto che se ti tremano le mani, io te le stringo forte.»
In quel momento l’ho guardata come se la vedessi per la prima volta. Ci vogliono tante cose: ci vogliono sguardi rubati, mani che vogliono trovarsi, sorrisi che diventano baci. Ci vuole la voglia di cercarsi, di non perdersi, di stringersi e accarezzarsi. E ci vuole anche l’incoscienza di fidarsi.



Piccolo P.S.: Intrecciate alla storia principale ci sono vicende di cui non vi ho parlato perché hanno il loro spazio in racconti brevi che - uno al mese - ci raccontano le storie degli amici di Leonardo.
Secondo piccolo P.P.S.: Ho visto la tua diretta venerdì, con il Mondadori Bookstore di Imperia. E quella ragazza che ti ha scritto quel messaggio, che diceva che ad ogni pagina si chiedeva come fossi capace di vedere così dentro alle persone, ero io.
Perché mi sono sentita soglia di emozioni che forse non ho ancora mai provato, o che ho provato e non ho riconosciuto. Mi è sembrato che tu prendessi il mio cuore, lo guardassi, lo spremessi e vedessi colare tra le tue braccia le parole del tuo romanzo. Siamo fatti di emozioni e parole e tu, a me, con questo romanzo, le hai rubate tutte. Mi piacerebbe saper scrivere e vivere di amori così, anche se tu hai detto che sull'amore - probabilmente - ci aveva già scritto tutto Shakespeare. Ma l'amore come lo racconti tu arriva, arriva dentro.





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1 Comments

  1. Ho letto questo libro perché tu, mia cara Sandy, lo hai consigliato e non mi sono pentita di averlo fatto. Tutto ciò che hai scritto nella tua recensione è proprio vero, ma mi sorge spontaneo fare un appunto:Il nostro protagonista,Leo, era pronto a tirarsi indietro, a rinunciare a questo amore, perché pauroso di questo sentimento ostacolato dalla distanza delle città in cui vivono, ma soprattutto timoroso di soffrire di nuovo, timoroso di tornare ad amare; ha difficoltà anche ad ammetterlo questo suo sentimento, è quindi pronto a rinunciare a questa storia, a non voler rischiare e invece grazie alla caparbietà di Sara, che non si arrende innanzi al suo atteggiamento di rinuncia,lui decide di saltare a bordo di questo treno, un treno speciale chiamato amore

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