Recensione - Ink, di Elizabeth Hunter

by - maggio 19, 2020

 

Lontana dal boom post uscita, mi sono dedicata alla lettura di Ink - Un amore tra la Settima e la Main di Elizabeth Hunter ed edito Hope Edizioni.



 


 Titolo: Ink
Autore: Elizabeth Hunter
Serie: Amori tra la Settima e la Main, #1
Casa Editrice: Hope Edizioni
Genere: Contemporary Romance
Data di uscita: 30 aprile 2020



Emmie Elliot non aveva in programma di rimettere piede a Metlin, in California, e di sicuro non pensava di restarci. Era tornata nella sua città natale con una missione: vendere l’edificio che ospitava la libreria di sua nonna, prima di andare avanti con la sua vita.
Tuttavia, le cose non vanno sempre secondo i piani e, quando Emmie cambia idea, decidendo di riaprire il negozio, serve qualcosa che attiri l’attenzione. Lei ha bisogno di una strategia e di… Ox?
Miles Oxford non è il tipo a cui piacciono le proprietarie di librerie dal carattere riservato. È un tatuatore senza un negozio in cui lavorare e l’ultima cosa che desidera, dopo la fine di una relazione disastrosa, è frequentare qualcuna. Per Ox non bisogna mai mischiare lavoro e piacere, ma, dato che non prova alcun interesse per quella ragazza carina che gli ha fatto una proposta d’affari audace, è sicuro che non si ritroverà in situazioni imbarazzanti e complicate... giusto?
Lei “vende inchiostro”. Lui lo usa per tatuare. Insolito? Sì. Tuttavia, una libreria/negozio di tatuaggi potrebbe essere il biglietto vincente per arrivare a ottenere quel successo che entrambi desiderano. A condizione che ci si concentri sugli affari.
Soltanto sugli affari.


"Ritenta, sarai più fortunato" è il motto del momento. 
Neanche questo libro è riuscito a strapparmi il cuore. Tutto prometteva bene, a partire dall'originalità della trama. Unire l'amore per l'inchiostro, per Emmie scritto su carta mentre per Ox su pelle, è stata una vera innovazione, ma nonostante questo è mancata, secondo me, quell'emozione che lo avrebbe reso indimenticabile. 

Una mia amica mi ha detto che secondo lei è tutta "colpa" del libro di Bertoldi che ho letto ultimamente. Mi ha così influenzata che non riesco a staccare la spina da quel coinvolgimento per lasciarmi andare davvero alle parole. Forse è davvero così.

Emmie ha ereditato la libreria della nonna e non sa che farne. Ha lasciato la sua vita a San Francisco, dove gestiva una libreria di una catena conosciuta, per tornare a casa e decidere del suo futuro. Al suo fianco Tayle, l'amica contabile che non si è fatta scrupoli a lasciare la citta per tresferirsi - momentaneamente - a Metlin. 
Indecisa se buttarsi nell'avventura di ridare vita al vecchio negozio o decidere di venderlo, Emmie troverà la risposta a tutti i suoi dubbi quando incrocia lo sguardo di Ox. 
Tatuatore dipendernte di Ginger - l'ex fidanzata che non vedeva l'ora di togliersi dai piedi - Ox è molto più che un omone ricoperto di tatuaggi. 
La proposta che uscirà dalla testa di Emmie riflettendosi sulle sue belle labbra lo convincerà a prendere una decisione che stava continuando a rimandare: quella di mettersi in proprio. 
Nascerà così l'Ink, un locale che sorge trala Settima e la Main, ed è un mondo racchiuso in due sale separate. L'unica regola posta da Ox è che tra loro, mai e poi mai nascesse qualcosa che trasformasse la loro natura di soci in qualcosa di più. 


«Devi promettermi che non avremo mai una storia.»


Una regola ferrea, che Emmie ha dovuto accettare solo perché sarebbe stata la cosa giusta per la sua attività. Eppure, non riesce a nascondere neanche dietro quei vestiti troppo larghi l'attrazione che prova per lui. Un qualcosa che va oltre la bellezza fisica, ma che si sofferma sull'aura di mistero che aleggia intorno al ragazzo. Gli avvertimenti di Ginger però non fanno che ronzarle in testa. Secondo lei infatti, Ox avrebbe sempre preferito la sua famiglia a qualunque altra persona. 
Il passato di Ox è infatti segnato dalla perdita prima del padre, e poi dell'amico e cognato, marito di sua sorella Melissa. Senza che nessuno lo eleggesse ad un ruolo, si è autoeletto a uomo di casa, colui che ad ogni segnale di pericolo avrebbe dovuto esserci, sempre. 
Il ranch della sua famiglia, piccola chicca di sua madre e di Lissa, è un mondo che non gli appartiene, ma è il luogo dove riesce sempre a tornare, anche abbandonando Emmie e lasciando in secondo piano la sua attività e i suoi clienti. La famiglia, ancora della sua vita, sarebbe sempre venuta al primo posto. 
Sarà quando, direttamente dagli anni del liceo, Adrian Saroyan ricmparirà nella vita di Emmie con l'obiettivo di sottrarla dall'abbraccio di Ox, che lui capirà davvero cosa desidera nella sua vita. Forse non è davvero il negozio di tatuaggi, ma è di certo Marianne Elliot, o Emmie, per gli amici. Ma per lui sarà sempre Bottoncino. 

Le aspettative erano altissime. E come sempre, sono rimasta delusa... In parte colpa della terza persona, che salvo con pochissime autrici, non riesce mai completamente a coinvolegermi. Il resto della colpa la do al sottotono: non c'è stato niente che mi abbia emozionata al tal punto da sospirare. Prende la spinta solo verso il sessanta percento della storia, ma è un volo che decolla e atterra in breve tempo. Magari mi aspettavo un personaggio maschile più macho, forse è questa la mia colpa. In realtà Miles è esattamente il ragazzo della porta accanto: affabile, premuroso, amante del flirt ma che quando si innamora, lo fa profondamente. 


È questo che si prova quando ci si innamora. 
Quella realizzazione lo colpì senza fragore. 
Era ciò che si provava quando ci si innamorava. 
Non fu un colpo di fulmine, come si era aspettato. 
Niente di drammatico. Era... un sentimento forte che si insinuò 
nel suo petto come una radice.  


E' tutto molto piatto, eppure è facile mettersi nei panni di Emmie: è un'amate dei libri proprio come noi che leggiamo il romanzo. Cita gli autori, indossa magliette da nerd con frasi che fanno riferimento alla lettura... ama i begli uomini tatuati.. è una di noi. Eppure, questa somiglianza con il nostro mondo non mi ha permesso di captare quello che invece molte hanno apprezzato in questo libro, finendo per elogiarlo. 
Un altro "carino ma niente di che" che si aggiunge alla lista. 




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