Recensione - Aries, di Marilena Barbagallo

by - maggio 23, 2020


Buon sabato a voi lettori! Io oggi, vi lascio il mio personalissimo pensiero sull'ultimo scritto di Marilena Barbagallo, Aries, uscito il 7 maggio scorso.





Titolo: Aries
Autore: Marilena Barbagallo 
Serie: Black Dynasy, #3
Genere: Contemporary Romance
Data di uscita: 7 maggio 2020
Casa editrice: Self Publishing



 
Se nasci in una famiglia come la mia, prima o poi, arriva il giorno in cui sarai chiamato a dare il tuo contributo. Poco importerà se risulterà un compito scomodo, ciò che conta è preservare l’impero della dinastia e mantenere il suo prestigio. Quando mio fratello Taurus mi ha affidato una nuova missione, non mi sono tirato indietro. Sedurre una bella e ricca ereditiera non mi è parso un sacrificio troppo grande. In quel momento, nella mia vita, tutto filava liscio, fino a quando la mia ex ha lasciato la prigione. Con l’Innominabile si sono riaperte tutte le mie ferite e mi sono fatto divorare dalla rabbia. Sono Aries Leclerc, il secondogenito della linea dei Dodici, non posso dire che non mi manchi niente perché, in realtà, mi è sempre mancata lei. Ma ora che è tornata, avrei preferito sentire la sua assenza in eterno, perché eterno è stato il dolore che mi ha inflitto. L’ho odiata per nove anni e non intendo smettere di farlo adesso. Toglietemela dalla vista, portatela via! Solo così, finalmente, smetterò di amarla. E sarò libero. La famiglia Leclerc sta per essere stravolta dal ritorno di Crystal Colin, il grande amore di Aries. A volte, le prigioni più opprimenti si annidano nel cuore. Riusciranno Aries e Crystal a distruggere le sbarre che li separano?


Il cuore di Aries, vuoto da nove anni dopo aver perso il grande amore della sua vita, è pronto ad una nuova avventura: sedurre la giovane Margot per permettere al dominio dei Leclerc di espandersi comprando le quote maggioritarie della sua azienda. 
Non aveva fatto i conti però con "l'innominabile", la sua ex fidanzata Crystal Colin. La killer di cristallo, finita in carcere per aver ucciso il suo patrigno con un fermacarte di cristallo, che le ha regalato il soprannome. Libera dopo nove anni rinchiusa in una cella, Crystal può finalmente mettere fine ad un capitolo della sua vita, per iniziarne uno nuovo e più bello, con l'aiuto del suo analista Nolan. Lui è stato il primo e unico amico che la prigionia le abbia regalato, l'unico su cui contare e con il quale aprirsi poco alla volta. Nolan conosce la Crystal più pura, quella che brilla sotto la divisa sporca che indossa. La Crystal di Aries. 
Il suo amore, marchiato sulla sua pelle, brucia ogni volta che viene nominato. Brucia come le stelle del cielo, delle costellazioni dell'Ariete.


ARIES: No, voglio solo che vieni da me.
CRYSTAL: Dammi una buona ragione!
ARIES: Io sono la ragione.


Ritrovarsi faccia a faccia nove anni dopo porta entrambi a fare i conti con emozioni represse, vecchi sentimenti che spingono per riemergere ma che sono scavalcati dalla rabbia, dal dolore, e che non hanno niente a che fare con l'amore.
Lui, deluso. Lei, rassegnata ad averlo perso per sempre. Quell'amore che da ragazzina le toglieva il fiato, ora le toglie la forza di combattere, costringendola ad autoproclamarsi sacco da box di un uomo che non sa gestire il suo amore. 
Aries non conosce sentimenti positivi per lei, solo disprezzo, per quella ragazza che lo ha tradito, abbandonato, fregato. 
Il ritorno alla vita fuori da una cella sarà un percorso difficile per Crystal nonostante la presenza di punti fissi nella sua vita, come l'amica Chantal, sorella del suo grande amore. 


Una volta ci facevo l’amore con i suoi occhi, oggi ci faccio la guerra.


Alti e bassi tra loro, amore e odio che muore sulle labbra, delusione e rabbia per gli insulti gratuiti di Aries, dolore che si trasforma in lacrime e alcool. 
E i segreti sono tutti custoditi su fogli di carta imbrattati di inchiostro, mai letti e gli unici a sapere davvero la verità. Una verità che non sapremo fino alla fine, ma che ci regala comunque un (soffertissimo) lieto fine.


Ti amo e basta, perché questa è la pena che pago.


Mi sento in un certo senso costretta a scrivere questa recensione di getto, pochi attimi dopo aver chiuso l'app Kindle dopo aver letto la parola fine. E, ahimé, stavolta ho tirato un sospiro di sollievo, per essere stata brava ad arrivare alla fine. E mi piange il cuore, mi dispiace, mi... fa male doverlo dire, ma per me è un altro "no" che si aggiunge alla lista dei no. Ultimamente non fa che aumentare, aumentare e aumentare. Ho paura di essere satura di questo genere, eppure non riesco a spostarmi su altro, non riesco ad abbandonare una strada che conosco per provare che ne so, un classico, un fantasy, un thriller. E poi mi lamento con la mia migliore amica in chat, sbuffando perché non trovo un libro che mi prenda talmente tanto da costringermi ad abbracciarmi da sola, per il caos, l'emozione, il tremore, le lacrime e tutto quello che ho sempre adorato dei libri. Quello che ti lasciano, quello che diventa parte di te. 

Aries purtroppo, non ci è riuscito. Una volta, in un gruppo sui social è uscita una discussione con un'autrice riguardo alla "critica" che viene fatta all'autore sul suo stile, sull'uso di una particolare terminologia, su quello che ci si aspetta, su quello che in realtà viene raccontato, sul "mi aspettavo che..." e su quello che in realtà non succede, sul rispetto che si dovrebbe avere nei confronti di chi scrive. E se da un lato è vero tutto questo e che condivido pienamente, dall'altro ci limita, ci spinge a dire le cose con il contagocce, per paura di essere additati come coloro che non comprendono, coloro che dovrebbero provare a scrivere, coloro che non sono scrittori e non possono capire. E allora ogni volta tra me e me penso che non va bene. Perché autrice, quando sei online sei consapevole che il giudizio dei lettori può essere tanto positivo, quanto negativo. E che con rispetto, posso dirti che il tuo libro non mi è piaciuto. E se tu autrice vuoi solo sentirti elogiare, allora con me hai i giorni contati e non meriti di stare nella mia libreria (non è la mia dolce Marilena l'autrice in questione, è un discorso molto generico che mi è tornato alla mente, deviando dalla recensione ma che comunque mi serve per questo preambolo... ammetto un pò astioso e lungo). 
Mari, non userò il contagocce, perché so che tu riesci a leggere tra le mie parole, e trovarne il giusto senso. E spero, perché ultimamente non sono più sicura di niente, di non deluderti. 
Non ti dirò che il tuo libro ha fatto schifo, perché è una parola che non mi piace e perché in realtà non è così. Non ti dirò cosa avresti potuto scrivere, perché non è la mia storia. Non ti dirò che ci sono tanti insulti e brutte parole, perché ci avevi preparati al dirty talking. 
Ti dirò cose che sono personali, che appartengono al mio solo giudizio, e che sei libera di non leggere. 
Ti dico che mi è mancato il sospiro (sto citando Veronica in ogni recensione e non va bene), mi è mancata l'empatia con i personaggi che si erano resi affascinanti e curiosi nei libri precedenti. 
Mi è mancata la pelle d'oca, e mi sono mancate quelle frasi che uscite dalla tua penna poi vorrei tatuare sulla pelle. Il rancore di Aries si trasforma in cattiveria, in dispetto e disprezzo, in egoismo. La sua sofferenza prende sfumature che lo hanno tolto dal piedistallo in cui lo avevo messo. Perdonami.
Ricordo l'amore violento e distruttivo di Amir e Lena, e non posso non paragonarlo a questo, altrettanto distruttivo ma non ugualmente... amore. E ogni volta mi viene sempre detto che non si dovrebbe fare paragoni con le storie precedenti, ma mi è inevitabile. Per quanto di generi diversi, hanno in comune l'impossibilità, o la volontà dell'impossibile a livello sentimentale. E' come se Aries non volesse amarla davvero, perché troppo accecato dal dolore, dal tradimento e dal rimorso. E invece, dovrebbe solo provare rimpianto per quello che ha perso. 
Forse è questa sottile sfumatura che non ho ben compreso, a volte come l'amore e l'odio ci sono emozioni che hanno nomi diversi, sono una agli antipodi dell'altra ma sono così simili da confonderle. Come quando si è bambini, che ci viene detto "se non vuole giocare con te è perché gli piaci". Diciamo che ci inculcano le fesserie fin da piccoli e finiamo per crederci, finendo per giustificare i nostri gesti e nascondendoci dietro a delle azioni che non hanno un fondo di verità. E anche Aries fa esattamente questo: si nasconde dietro all'amore, che non vediamo nelle sue più belle fattezze fino a poche pagine dalla fine. Si lascia spingere dall'odio, dal disprezzo, avendo la possibilità di conoscere la verità. E questo che mi ha fatto arrabbiare, il fatto che lui abbia dato per scontato troppe cose, che non abbia provato a chiedersi il perché a voler approfondire. Il dolore può deviare il tuo pensiero per giorni, per mesi, ma dopo anni non vuoi sapere se quello che credi corrisponde al vero? La mancanza che ha sentito per la sua Crystal non lo ha spinto a domandarsi come stesse, cosa stesse facendo, nemmeno una volta? Questo, mi chiedo. E poi, il suo amore esplode in un battito. Prepotente, come sono sempre stati i suoi sentimenti per lei.
E Crystal, da carnefice e carne. Da colpevole a vittima delle angherie dell'unico uomo che abbia mai amato. Il suo percorso di autoannullamento l'ho trovato... scorretto nei suoi stessi confronti. Dopo tutto quello che ha passato, dopo gli anni di galera, si trova chiusa in una prigione ancora più vincolante: quella nella sua testa e nel suo cuore. Ovviamente, non mi è possibile mettermi nei suoi panni e non ci proverò neanche perché come ho detto prima, questa non è la mia storia, e ne porto rispetto.
Sono una forte sostenitrice del "siamo le esperienze che viviamo" e non capisco perché Crystal non abbia fatto della sua, il suo punto di forza. Troppo scontato? 
Ho trovato un pò troppo veloce l'epilogo vero e proprio, quello che mette dei punti sulle cose, ma non su tutte. Ci sono delle cose che rimangono vacanti tra le pagine, delle cose secondo me troppo celeri. Delle cose che invece di comprendono sull'attimo in cui vengono non dette. Una frase un pò contorta, ma se leggerete probabilmente capirete.
Non posso nemmeno dire (nonostante lo abbia in prima battuta pensato) che quella di Aries non è la Mari che ha scritto Gang (che per me è il suo migliore scritto) perché per... non si può dire deformazione professionale, ma mi prendo la licenza poetica e dico per deformazione personale, ho la tendenza a pensare sempre che nessuno sa davvero il periodo che stiamo passando, quello che siamo, cosa ci ha spinti a prendere delle decisioni piuttosto che altre. E perché come ho detto prima non sarebbe giusto confrontare due mondi diversi, seppur uscita dalla stessa penna. Ho troppo rispetto per Marilena per non essere sincera al mille per mille. E per questo chiedo ancora scusa, perché il mio pensiero ancora una volta dista da quello generale. Non chiedo scusa per quello che penso, chiedo scusa a Marilena per le mie parole che spero non l'abbiano offesa. 
Come nei due libri precedenti, l'amore per la famiglia è ciò che ho più amato. Così come la connessione con il mondo astrologico, che mi affascina da sempre. Sono andata a cercare la mia costellazione, quella dell'Acquario... e non potete capire. Io, che sono una sfigata con la S maiuscola ho delle stelle che si chiamano "il fortunato dei fortunati", "il fortunato del re" e "la stella fortunata delle cose nascoste". Capite? Dovrei essere nata sotto queste stelle... io, che il #maiunagioia mi sta bene con tutto, come il nero. Fate un pò voi...


Non potevo non essere io quello che le avrebbe regalato il suo primo lento, il suo primo bacio, il suo primo batticuore, il suo primo gemito, il suo primo amore, cazzo.
Voglio essere il suo primo in tutto.



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2 Comments

  1. Lunga approfondita meticolosa la tua scansione di Aries questo libro tanto atteso quanto deludente. Concordo Sandy con ogni tua parola

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    1. dispiace, ma non aveva senso elogiarlo con pensieri che andavano contro il mio effettivo giudizio...

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