Recensione - Tutti i baci che non ti ho ancora dato, di Naike Ror

by - settembre 01, 2020


 
Uscito il 7 luglio scorso grazie ad Amazon Publishing, "Tutti i baci che non ti ho dato" è il secondo volume della dilogia I colori dell'amore, percordo che ha avvicinato l'altrice Naike Ror al mondo editoriale non self. 
 

 
Titolo: Tutti i baci che non ti ho ancora dato
Autore: Naike Ror
Serie: I colori dell'amore,#2
Genere: Contemporary Romance
Casa editrice: Amazon Publishing
Data di uscita: 7 luglio 2020
 
 

 
Sotto la neve del Montana si nasconde la primavera di Kathleen

Cosa ci fa Kathleen Howard Moore, col suo parka di cashmere e gli stivaletti di alta moda italiana, in uno sperduto paesino delle Montagne Rocciose? Per di più sola e senza un soldo? Eppure fino a qualche mese fa nella sua vita c’erano prestigiosi incarichi nelle ambasciate statunitensi di tutto il mondo, una famiglia ricca e rispettata, un fidanzato bello e potente... che poi l’ha tradita e annientata. È riuscito a portarle via tutto, lasciandole solo un gelido vuoto nel cuore e un’avvelenata voglia di vendetta. E Kathleen ha deciso di ripartire dall’inizio, dalle sue origini, da quella madre che la dette in adozione agli Howard Moore appena nata. Saint Mary, in Montana, è il piccolo villaggio di montagna dove cercarla, e dove Kathleen spera anche di ritrovare se stessa. Ma boschi innevati, buona cucina tradizionale e tranquilla vita di paese possono davvero riscattare una rampante newyorkese, abituata a ristoranti stellati e tacchi vertiginosi? E se, oltre alla sua famiglia di origine, Kathleen trovasse a Saint Mary anche un uomo capace di tenerle testa, con una lingua tagliente e dei magnetici occhi verdi? Allora forse quel riscatto tanto cercato potrebbe veramente realizzarsi, e nel modo più dolce e inaspettato... 
 
 
«Se davvero stai basando la tua permanenza su qualcosa che potresti riuscire a rubarmi, 
resterai qui per sempre.»
 
 
L'avevamo lasciata sofferente in seguito al duro tradimento subito. Ma in fondo, come si può fermare l'amore, quando arriva prepotente nel tuo cuore? Ed è quello che è capitato a sua sorella Faith con Fareed. Ora Katheleen non ha più niente, nemmeno la speranza di poter avere indietro la sua vita. I Wilkinson le hanno tolto tutto e lo stesso hanno fatto con la sua famiglia. Gli Howard Moore, da celebrità dell'élite newyorkese si sono ritrovati ad essere derisi e abbandonati da quelli che un tempo, erano i loro amici. 
Kathleen può, per fortuna, contare sul valore della vera amicizia, impersonificata nella persona di Genevienne, che conosce da sempre e che così diversa da lei, la completa. 
Sarà anche l'unica persona che sosterrà la sua scelta di voler intraprendere un viaggio di scoperta, per colmare alcune lacune del suo passato: sì, è vero che gli Howard Moore non le hanno mai fatto mancare niente fin da quando l'hanno adottata, e che la sua vita è stata un lusso fino al momento del patatrack. Kathleen è riconoscente nei confronti della sua famiglia ma ha bisogno di conoscere le sue origini. Con quel poco denaro che le resta in conto, decide quindi di lasciare New York, la sua casa, il suo rifugio, per andare nel Montana, in una piccolo paese di cinquanta anime, Saint Mary. Sembra infatti che la sua madre biologica viva proprio lì. 
 
 
Probabilmente agli occhi degli altri sarebbero sempre 
stati la coppia peggio assortita dell’universo, ma ogni volta che i loro occhi si erano incontrati, 
si erano riconosciuti più simili di quello che potessero immaginare.


Dalla mentalità un pò ristretta, e abituata a ricevere turisti in determinati periodi dell'anno, gli abitanti di Saint Mary non vedono di buon occhio l'arrivo di Katheleen, accusandola di infastidire il loro eqilibrio e di voler spillare loro dei soldi. Il capottino griffato e gli stivaletti tacco dodici non sono un buon biglietto da visita per chi ha così tanti pregiudizi sulla gente di città. 
Tutti, anziani o meno, compreso Ryan Parker. Bello, burbero e dedito alla famiglia, Ryan ha abbandonato i suoi sogni quando suo fratello Abel è rimastao vittima di un attentato che lo costringe a vivere la sua vita guidando una sedia a rotelle. Accantonata l'idea di farsi finanziare per creare un sistema di connessione che permettesse di migliorare le telecomunicazioni in un paesino così sperduto, Ryan non riesce a lasciare la sua famiglia: Abel e sua moglie Melody, la proprietaria del Bear, sono tutto ciò che gli resta assieme a quella stramba combriccola di Saint Mary. L'arrivo di Kathleen non destabilizzerà solo Melody, che con uno sguardo capirà il perché della sua visita, ma anche Ryan non ne uscirà illeso. Eppure, sembra che le battutacce e il disprezzo siano la sua migliroe arma di seduzione: d'altronde, si sa, chi disprezza compra. Vi ho spoilerato il lieto fine? No, anche perché non è del tutto scontato. La signorina Accaemme (chiamata così da tutti per renderla più umana e meno newyorkese con la puzza sotto il naso) ha il suo bel caratterino: diplomatica di professione, ma non le manda certo a dire a chi cerca di asfaltare la sua strada. E Ryan non è uno clemente, per quanto abbia un cuore dolcissimo. 
 
 
Erano due universi che non si sarebbero mai incontrati? 
Eppure Ryan Parker provocava in lei emozioni che non aveva mai sentito battere così forte nel cuore.
 
 
Dei due, è stato il personaggio che ho preferito. Kathleen mi è risultata (ma l'autrice ha mantenuto la linea del precedente romanzo, come è giusto che sia) molto fredda e distaccata. La delusione d'amore (ma mi sono chiesta durante tutta la lettura se lei fosse davvero innamorata di Fareed o e se fosse solo innamorata dell'idea dell'amore, o comunque dell'idea che qualcuno potesse amarla) ha amplificato il uo cinismo e l'inclinazione a credere che da sola, una donna come lei, se la sarebbe potuta cavare ovuqnue. Ha alle spalle una vita che l'ha sempre portata a viaggiare, a interfacciarsi con tantissime persone, ma alla fine lei è sempre stata da sola. E il nuovo viaggio a Saint Mary glielo fa capire ancora di più. La popolazione di quel paesino disperso tra laghi e monti non ha nulla, eppure non è mai stata pià felice. Lei, oltre ad una vita di lussi, non ha mai avuto altro se non l'affetto dei suoi genitori. Discutibile quello della madre, che la vuol vedere primeggiare in tutto, sincero quello del padre. Ma il più vero di tutti secondo me è l'affetto che Faith ha nei suoi confronti: Kathleen si sente tradita, ma in realtà sua sorella le vuole un gran bene. 
 
Conoscere la gente di Saint Mary e vivere con loro fa capire a Kathleen moltissime cose, una fra tutte è che prima di prendere decisioni ferme nella sua vita, deve sistemare tutto il casino che si è portata dietro. Ma a quale prezzo? L'amicizia, il rapporto di affetto che sta giorno dopo giorno crescendo con Melody, il rapporto incasinato con Ryan, sono ormai delle costanti. Sente la mancanza di un posto che non le appartiene, ma che è diventato un pò suo. 
Sente che la neve del Montana non è come quella grigia di NY, non rovina il paesaggio, non crea disagi. La neve del Montana ti permette di stare con i tuoi cari, accoccolati sotto una coperta a sorseggiare una cioccolata. La neve del Montana non è cattiva, non rende triste. 
La lotta quindi tra ragione e sentimento è dura: Kathleen sceglierà l'amore, la vendetta o il suo lavoro?
 
 
«Non hai intenzione di darmi pace?»
«No, non ne ho alcuna intenzione.»

 
 
Come il precedente, anche questo libro rispetto a quelli letti dall'autrice è un pochino sotto tono. Purtroppo si cade sempre nel paragone con altre storie di uno stesso autore, cosa che non si dovrebbe fare, ma la Naike autrice per Amazon non è la Naike di Royle, di Usheen, di 366. La protagonista non si fa propriamente amare, mentre Ryan, che come dicevo prima ho apprezzato molto di più, ha un suo certo fascino, un carattere forse più malleabile, più... comprensibile. La vita ha messo entrambi a dura prova e ogni giorno hanno di fronte a sé il risultato delle loro scelte, ma sembra che il protagonista maschile abbia più entusiasmo e più voglia di dare un senso diverso alla sua vita. Ho apprezzato il fatto che non avesse paura a mettersi a nudo, con i suoi modi burberi ma sotto sotto molto teneri. Un pò piatto a mio avviso, in linea con il precedente romanzo. Anche la prosa, che sarà ripetitiva ma avrò detto milioni di volte che la terza persona di Naike è una di quelle che riesco a leggere senza problemi, mi ha lasciata un pochino delusa: questa volta, non sono riuscita a comprendere a pieno le emozioni dei persoanggi, mi sono sentita distaccata dalla storia, non ero completamente coinvolta.
 
 
«Non chiedermi di andarci piano: ormai ci consociamo fin troppo bene. 
Non dettarmi tempi e regole: ormai le abbiamo bruciate tutte. 
Non chiedermi di lasciarti andare: abbiamo troppo poco tempo e troppi chilometri che ci separano. 
E in ogni caso, anche se tu mi chiedessi una di queste cose, io non ne farei nessuna.»
Kathleen quasi si commosse: poteva una dichiarazione d’amore essere tanto arrogante?

 


 

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