Recensione - Sacrificio, di Adriana Locke

by - settembre 21, 2020

 
Buongiorno e buon lunedì a voi lettori! Dopo un pò di tempo torno da voi con una nuova recensione! 
Oggi parleremo di "Sacrificio" di Adriana Locke, edito Hope Edizioni. 

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Titolo: Sacrificio
Autore: Adriana Locke
Genere: Contemporary Romance 
Casa Editrice: Hope Edizioni
Data di uscita: 29 maggio 2020


La mia vita è cambiata per sempre, la notte in cui mio marito è morto.
Mi sono rimasti solo un cuore spezzato, un mucchio di bollette e nostra figlia, Everleigh. Non voglio fare affidamento su nessuno, men che meno su Crew Gentry. È stato il mio primo amore, la persona che mi ha quasi distrutto e l’uomo che mi ha deluso ogni volta che ho avuto bisogno di lui. Quando però vengo travolta da un altro tragico evento, Crew potrebbe rivelarsi la mia unica speranza.

La mia vita è cambiata per sempre la notte in cui mio fratello è morto.
Mi sono rimasti il senso di colpa, un mucchio di errori e poco altro.
Mi prendo cura di Julia Gentry, la vedova di mio fratello, ma anche l’unica donna che abbia mai amato, e della loro figlia. So che lei non vuole il mio aiuto, ma lo avrà comunque. Le devo almeno quello. Quando si trova a dover affrontare un’altra tragedia, e mi viene data l’opportunità di rimediare, la afferro, disposto a ogni sacrificio.

Scrivo questa recensione dopo essere rientrata da un pomeriggio in centro davvero interessante: nel paese dove lavoro (ma non vivo) ogni anno si svolge una manifestazione dedicata al mondo della lettura, Pordenonelegge.
Quest'anno si è svolta in modo diverso dal solito, con maggiori accortezze, maggiore distanza, ma senza perdere quell'amore che solo un buon libro può dare. 

E rientro dopo un pomeriggio che ho dedicato (lo ammetto) più a rifarmi gli occhi che a immergermi nel mondo della lettura, perché... Damiano Carrara non si può non guardare, dai. E quindi, ancora in 😍 ← queste condizioni torno da voi, per parlare di "Sacrificio", la mia ultima lettura. 

Una trama a "misura di Sandy" perché adoro questo genere di libri, quelli che nascondono grandi amori dietro le seconde possibilità. Qui il contesto è leggermente diverso, ma il concetto di amore non cambia. 
 

«Crew?»
«Sì?»
«Mi amavi?»
Sorrido e guardo dietro la spalla. Quasi le confesso qualcosa che sta covando in un angolo della mia mente da molto tempo. Apro la bocca, ma non riesco a trovare le parole.
Non qui. Non adesso. Non così.
Perciò mi giro, tocco un lato del suo viso e la guardo negli occhi. Spero che riesca a vedere ciò che provo, che l’ho amata dalla prima volta che l’ho vista. Spero che possa vedere che la amerò fino al giorno della mia morte.


Julia ha perso suo marito da pochi anni, e ora si trova a dover fare i conti con una bimba di cinque anni, un affitto da pagare, due lavori e troppi avvisi di pagamento che si accumulano sul tavolo della cucina. Al suo fianco, ma la cui presenza è tutt'altro che desiderata, c'è Crew, il suo primo amore... e fratello del suo defunto marito. Julia addossa a Crew la morte del marito, e non riesce per questo a perdonarlo. 
Lui, ancora innamorato di lei, non riesce a smettere di stare al suo fianco, troppo è il senso di colpa per tutto quello che è successo - che non è successo - tra loro. E poi Crew stravedere per Everleigh, la sua dolce nipotina, così simile a suo padre e così uguale a Julia.

Ma quando a Ever viene diagnosticato il neuroblatoma, le cose cambiano radicalmente: Julia è distrutta, sfinita da un lavoro che le toglie il tempo che potrebbe passaere con la sua bambina, terrorizzata dalla paura di perdere un'altra persona che è il centro del suo mondo. E Crew è proprio lì al suo fianco, pronta a sorreggerla quando sta per cadere, a fare da cuscino e ammortizzare il dolore, con la sola voglia assorbirlo e accollarselo come punizione per quello che negli anni, le ha tolto. 
 
Quando i medici informano Julia che l'unico modo per permettere a Everleigh di guarire è una cura di cinquanta mila dollari, Crew non ha che una cosa da fare: rientrare nel mondo della lotta, il mondo che un grave incidente gli ha tolto, un mondo che non ha mai smesso di amare ma che allo stesso tempo gli potrebbe causare la morte. Una morte che ha già sfiorato da vicino anni prima, e che lo ha costretto al ritiro. Ma Ever e Julia sono le sue ragazze, la donna che ama e la nipote che adora, e niente potrebbe fargli cambiare idea: lui sarà l'agnello sacrificale, lui porterà a casa quel denaro combattendo contro lo stesso uomo che gli ha imedito di diventare un lottatore professionista. 
 
Il titolo, secondo me, non fa riferimento al solo sacrificio di Crew nel buttarsi a capofitto nel passato per permettere a Ever di avere un futuro. Quello che è statosacrificato è anche un amore grande, un amore che ha avuto paura, un amore che è stato accantonato ma non dimenticato. 
Julia non ha scelto di innamorarsi prima dell'uno e poi dell'altro fratello Gentry, ma è stato fin troppo naturale dopo l'abbandono di Crew, avvicinarsi a Gage. 
L'averla lasciata anni prima, quando lui era tutto il suo mondo, ha convinto Julia di non valere la pena di essere amata, di non essere abbastanza. Crew si era perso, aveva perso i valori che gli aveva insegnato suo madre, aveva perso le parole, il concetto di famiglia. E quando se ne è reso conto era ormai troppo tardi.


Mamma mi ha detto che credeva avessi perso la mia strada e che diventare troppo importante a scuola mi aveva fatto dimenticare chi fossi. Mi ha detto che avevo lasciato che la fama, o qualunque altra stupida parola volessi usare, mi desse alla testa e che a lei e a Gage mancavo. Voleva che lo ricordassi.»
Mi alzo, imbarazzato per averlo raccontato ad alta voce e per tutta la situazione, 
ma allo stesso tempo è liberatorio.
«Ha aggiunto anche che non voleva che io rimanessi incastrato nell’idea della ricchezza. Mi ha raccomandato di essere un uomo semplice, di trovare una donna da amare, un lavoro che non avrei odiato e di godermi le cose belle della vita. E lei, per cose belle, non intendeva auto e orologi.»
Ridacchio e guardo Julia. «Per me è stato troppo. Tu eri nell’altra stanza con Gage e io mi sono incazzato. Non ricordo esattamente cosa le ho risposto, ma aveva a che fare con lei che non capiva chi fossi, che preferiva Gage rispetto a me e che mi stava sbattendo in faccia che ti avevo perso.» 
Scrollo le spalle, come se ciò spiegasse le cose.


Julia per troppo tempoè stata accecata dall'odio per comprendere le ragioni che hanno spinto Crew ad abbandonarla. Un abbandono dettato dal senso di abbandono, per usare un gioco di parole. 
La cosa "negativa" per giudizio personale, è la lentezza nella prima parte, e la fretta nella seconda. Ho davvero faticato tanto all'inizio, nonostante la storia straziante e toccante della malattia di Ever era un incentivo ad andare avanti. Arrivata però al sessanta percento, la storia era già definita e scontata. Il ritorno di fiamma p stato immediato, come se invece che anni, non fossero passati che pochi giorni da quando Juls e Crew stavano assieme. Penso che se la lentezza da una parte e la troppa fretta dall'altra fossero stata maggiormente ponderate, la storia avrebbe avuto del potenziale. Ever, la piccola grande protagonista di questa battaglia chiamata vita, è stata il personaggio che ho apprezzato di più: l'innocenza dei bambini è qualcosa che anche noi grandi dovremmo ricordarci di non perdere mai. Avrei voluto stringerla tra la braccia e come lo zio dirle che è forte, che è sarebbe andato tutto bene. 
Tutto sommato la storia di merita comunque la sufficienza, perché nella sua seconda parte, nonostante come dicevo prima la fretta sia la maggiore protagonista, niente è stato capace di scollarmi dalle pagine.


«Non avrei mai dovuto lasciarti. Avrei dovuto lottare per te» sussurro, 
la mia voce è così bassa che non so nemmeno se mi ha sentito.
«Non potevi. Eri in un momento difficile, Crew. Le cose succedono per una ragione.»
«’Fanculo. Potevo e dovevo. Non ho mai combattuto per niente di buono, niente che meritasse. Avrei dovuto farlo per te.»


 

 
 
 

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