Recensione - Onora la madre, di Naike Ror

by - giugno 19, 2018

Buongiorno readers! Oggi vi presentiamo il nuovo romanzo autoconclusivo di Naike Ror, "Onora la madre". Siete curiosi di scoprire chi sono i protagonisti di questo romance, un po' dark un po' thriller? Venite con noi a passeggiare nel deserto intorno al piccolo paesino di Little Rock per curiosare tra i segreti dei suoi abitanti!




Titolo: Onora la madre
Autrice: Naike Ror
Serie: Autoconclusivo
Genere: Dark Romance/ Thriller
Casa Editrice: Self-publishing
Data d'uscita: 11 Giugno 2018
Il mio giudizio: ❤️ ❤️ ❤️ ❤️ ❤️

Trama: 

“Le mie lacrime sono salate. 
Non so perché, però ero convinta che più avrei pianto e più il loro sapore si sarebbe addolcito. 
Mi sbagliavo. 
Sbaglio sempre su ogni cosa. 
Sbaglio sempre su ogni persona.
Sono triste e mi sento sola. 
Sono sola. 
Nessuno capisce quanto. 
Nessuno capisce che tutto quello che faccio, lo faccio per lui. 
Con lui potrei essere felice, con lui potrei finalmente smettere di sentirmi sola. 
Farò di tutto per averlo di nuovo con me.
Tutto.”

 Rex conosceva ogni declinazione della parola malinconia e avrebbe potuto scriverci su un trattato: lui era quello che avrebbero dovuto mettere come immagine nei dizionari illustrati, lui era quello con una voragine nel cuore, ancora dopo tutti quegli anni.

Little Rock è un piccolo paesino nel Texas, in cui c'è poco o niente: una sola pompa di benzina, un solo meccanico, un terreno povero, il Red Oasis, dove sostano roulotte che fanno da casa. E poi c'è il deserto, nel suo sconfinato splendore. Caldo, arido, mortale. 
Rex Ivory vive in questo posto che sembra essere dimenticato da Dio insieme al figlio. Fa il meccanico, e nonostante sia l'unico della zona, è troppo buono per approfittare della situazione. Ha amato una sola donna, sua moglie e dopo di lei si è chiuso in un triste e inconsolabile dolore. 
Suo figlio Jordan è stato un bambino felice e dolce, poi la solitudine del padre l'ha colpito e trasformato. E' un ragazzo schivo ed egoista, troppo giovane e ambizioso per vivere nelle quattro mura di Little Rock, abbastanza superficiale da pensare di poter usare l'amore della sua fidanzata per migliorare la sua situazione.

Jordan sapeva che con suo padre funzionava così: accettava per non discutere, per non doversi confrontare con lui. A volte questa situazione padre-figlio puzzava di marcio come una pozza d’acqua stagnante, a volte la pozza d’acqua, invece, lo rassicurava, perché in pochi centimetri era difficile annegare.

Ovviamente a Little Rock non poteva mancare una stria di terra più ricca, una chiesa, una casa patronale del pastore e la sua famiglia. Non poteva non esserci una brava ragazza. April Devine è la figlia caritatevole del pastore. E' buona, bella e brava. Ama le buone maniere, crede nella bontà delle persone ed è sempre pronta ad aiutare. E' da sempre innamorata di Jordan ed essere la sua fidanzata la riempie di gioia. Accetta con pazienza il carattere burbero del suo ragazzo, rispetta le convinzioni poco cattoliche di Rex, dispensa per loro comprensione e sorrisi. 

“April dopotutto era la garanzia per un futuro migliore: da brava figlia unica, lei era stata educata per diventare la moglie sottomessa, la madre paziente, la perfetta figlia del pastore evangelista di Little Rock”

In questo panorama non poteva mancare qualcuno che distruggesse il quieto vivere di Little Rock e dei suoi abitanti. Nel Red Oasis arrivano nuovi vicini, un padre e una figlia soli e con un rapporto da recuperare. Ella è ribelle, sensuale, spregiudicata. Fa impazzire qualunque uomo posi su di lei lo sguardo. Jordan non ne è immune e deve combattere tra l'attrazione e il fare la "cosa giusta" per April, Rex sembra non notare la bellezza della ragazza ma la sua solitudine, quella che si porta dentro, non può non far breccia in lui. Mentre per la dolce April, Ella è un'amica da aiutare e proteggere dai pregiudizi. 

“Jordan la guardò negli occhi. Anche lei lo stava guardando. Benché avesse cercato di starle il più lontano possibile, Jordan non aveva potuto fare a meno di notare che quella tipa aveva una strana abitudine: guardava gli altri nello stesso modo in cui veniva guardata.”

Un turbine di sentimenti, dal più buio al più bello, coinvolgerà Rex, Jordan, April e Ella, fino all'epilogo sorprendente in cui nulla era come sembrava.
«La mia risposta era speculare alla tua» lo interruppe Ella. «Tu ti uccideresti e io farei lo stesso. Provi a salvare me perché è te stesso che vorresti salvare.»

Quando ho terminato questa lettura il mio primo pensiero è stato: "Ma cosa è successo?". Era come se una tempesta mi avesse travolta, perché questo libro ti coinvolge, ti attira, ti costringe a trattenere il fiato, ti fa arrabbiare, ti devasta, ti sorprende. Naike Ror torna a conquistarci con un romanzo appassionante che scava nell'animo umano: non esiste un buono e un cattivo, il bianco e il nero. Esistono le sfumature, e Naike non ha paura di mostrarle. A Little Rock sono tutti santi e tutti peccatori. Non si può preferire un personaggio ad un altro, perché le varie situazioni ti costringono a cambiare idea e a parteggiare per l'uno o l'altro con il proseguire della storia. Li odi tutti. Li ami tutti.
La domanda predominante è: "Cosa si è disposti a fare per ottenere ciò che si vuole davvero?". Cosa succede quando per raggiungere il proprio obiettivo bisogna indossare una maschera? O, in modo ancor più pericoloso, bisogna mostrare sé stessi? Ecco che quindi l'essere umano ci è mostrato in tutta la sua imperfezione. Così scopriamo le bugie, i pentimenti, le vendette. E ancora la sensualità, la castità, l'arroganza.  

«Invece ti sbagli» ribatté diretta April smettendo di sorridere. Ella non l’aveva mai vista così grintosa. «Io ho una casa, una bella famiglia e mi basterebbe. Potrei, però, anche portare rancore, non perdonare e vivrei comunque bene. Chi non ha nulla da perdere, ha tutto da guadagnare.»

E' impossibile capire cosa succederà leggendo: pagina dopo pagina ci si crea un'idea, si cerca di collegare gli avvenimenti ma tutto viene distrutto il capitolo dopo. Fino alla fine, in un finale che ho trovato perfetto, giusto, cattivo e inquietante.  

Attraverso i suoi gesti aveva onorato i suoi sacrifici, la sua tenacia, la sua pacatezza. Aveva onorato l'amore, il senso della vita e della giustizia.

Complimenti a Naike Ror per i suoi personaggi sporchi, forti e indimenticabili. Per i dialoghi, le caratterizzazioni e le descrizioni. Col suo stile perfetto, diretto e  duro ho percepito il caldo soffocante sulla pelle, quello che nemmeno una birra fresca può mitigare. Ho visto il deserto, le roulotte, l'officina. Ho provato compassione e paura. Ho visto il dolore, la lussuria, la determinazione.
All'epilogo quel che resta è quella fotografia, con quella sposa, in una posa particolare, con uno sguardo audace e quella frase, bella e terribile per tutte le implicazioni che portava con sé:
"Finalmente lui l'amava".

"Onora la madre" o si ama o si odia. Io l'ho amato.

Alla prossima lettura,
Laura.






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