Recensione - La dolcezza può far male, di Daniela Volonté
Con un pò di ritardo ecco la recensione de "La dolcezza può far male", di Daniela Volonté, edito Newton compton. Voi lo avete già letto? Che cosa ne pensate? Cosa aspettate, continuate a leggere!
Autore: Daniela Volonté
Serie: Non fa parte di una serie
Genere: Romance
Casa Editrice: Newton Compton Editori
Data di uscita: 14 luglio 2017
Il mio giudizio:💓💓💓💓
Jack Lang è uno scrittore di gialli di fama internazionale e non vuole
mai comparire in pubblico. Dietro al suo pseudonimo si nasconde Gabriele Neri,
un uomo la cui esistenza è stata stravolta dal diabete e dalla mancata
accettazione della sua nuova condizione. Cassandra
Accorsi divide l’appartamento e il lavoro con la sua migliore amica, Elisa.
È una web designer e il suo ufficio si trova tra il salotto e la
cucina. Cassandra ha paura di viaggiare da sola e quando, per cause di forza
maggiore, deve partire da Roma alla volta di Milano, accetta di condividere
l’auto con una compagna di viaggio.
Peccato che invece di una ragazza, sarà Gabriele a rispondere al suo
annuncio.
Arrivati a Milano, dopo un viaggio disastroso, entrambi sono più che felici di dirsi addio, ma il destino ha deciso di rimescolare le carte, e per entrambi ha in serbo una sorpresa…
Arrivati a Milano, dopo un viaggio disastroso, entrambi sono più che felici di dirsi addio, ma il destino ha deciso di rimescolare le carte, e per entrambi ha in serbo una sorpresa…
Quando ho ricevuto la mail dalla
Newton Compton non potevo crederci. Mi avevano mandato il romanzo di Daniela in
anteprima, ed ero gasata all’idea di poterlo leggere prima di altri. L’idea era
quella di terminarlo prima del giorno effettivo di uscita, in modo da regalarvi
la mia recensione… ma sono partita per le vacanze! Perciò, ora che sono
rientrata posso parlavi di Cassie e Lele, due personaggi che subito mi hanno
conquistata. Lei è caparbia, sa il fatto suo, e non si lascia intimidire dalla
cattiveria apparente di Gabriele. Lui, scrittore di successo, all’inizio è
scorbutico e antipatico, ma poi…
Provo a rimettermi al lavoro e, quando accedo al mio account di posta, trovo la notifica di un messaggio di Cassandra su With my car. Un po’ scocciato mi domando cosa vorrà, ma quando leggo il messaggio, mi ritrovo a ringraziarla del fatto stesso di esistere.
Se non fosse perché ha perso la
sua agenda degli appunti, che per uno scrittore è di vitale importanza (io non
ne ho una, non sono una scrittrice ma mi ci diletto… vedeste quanti fogli
sparsi e note sul cellulare ho…), e perderla equivale a perdere parte dell’ispirazione
e la formula della frase perfetta che solo sotto la doccia ti viene in mente,
Gabriele e Cassandra, dopo un interessante
viaggio in macchina assieme da Roma a Milano, non si sarebbero mai più
incontrati. Lo chiamiamo evento sfortunato? Direi proprio di no. Ma partiamo
dal principio: Gabriele Neri, occhi azzurri, biondo, capelli lunghi (se è come
il tizio della copertina, la Volontè ha fatto centro fin da subito), fisicato e
scrittore. Acconciatura preferita: chignon spettinato. Difetti? Apparentemente
scorbutico, ma dal cuore d’oro. Ha mollato la ex fidanzata quando tre anni
prima scopre di avere il diabete. E questo uomo, così all’apparenza forte e
virile, si vede il mondo cadere a pezzi. Si priva di una vita che gli piaceva,
gli piaceva davvero, fatta di sport estremi, avventure e amore. Anche se forse
Serena, seppur rispettando i canoni di donna ideale per Lele, non era davvero
l’amore della sua vita.
Cassandra, brillante web
designer, capelli ramati e occhi verdi che ti ipnotizzano, ha mollato Lorenzo,
fidanzato storico, dopo aver scoperto che non voleva un figlio e che in realtà
la tradiva.
Un primo incontro che non si è
rivelato tra i migliori, ma si sa, da cosa nasce cosa.
Da subito, tra i due nasce quel
legame particolare che porta a farfalle nello stomaco e a fiamme che incendiano
i cuori. Ed è così che nasce la storia di Cassie e Lele: tra messaggi e weekend
al lago, i due inizieranno ad avvicinarsi. Il profumo di glicine è ormai un
pensiero fisso per Gabriele, e quegli occhi azzurri sono l’unica cosa che
Cassandra riesce a vedere davvero. Grazie a lei, Lele capirà, poco alla volta,
che il diabete gli sta impedendo di vivere davvero. O al contrario, che è lui
stesso che si impedisce di vivere. Ma come biasimare il protagonista? Penso sia
davvero normale avere paura. O almeno, io ne avrei. Avrei paura di continuare a
guidare, se un calo di zuccheri mi ha causato un incidente. Avrei timore a
rimanere legato al mio compagno, sapendo che non potrò dargli la vita che
merita. E sono esattamente questi i pensieri di Gabriele. Sotto sotto non crede
di meritare le cose belle che la vita ci offre. E sarà grazie a Cassie che
ritornerà a vivere, a capire che anche lui merita di essere felice. Di essere
amato, senza compassione, ma solo perché è giusto, è giusto che la gente si
innamori di lui così, con il cuore in mano.
«Qualsiasi siano le tue paure… voglio che tu sappia che sono felice di averti anche soltanto così, tra le mie braccia», bisbiglia.
Ma l’uomo è un essere debole per
natura, e Gabriele, finisce per mollare la presa, e rinunciare. Nonostante sia
davvero innamorato di Cassandra, non vuole essere compatito. Vuole allontanarla
dalla sua vita, perché non desidera trascinarla nel suo oblio, nel circolo
vizioso che è la sua malattia. Ma lei è li per amarlo, per sostenerlo, per
rimanergli accanto. E a volte per chiedergli troppe volte se sta bene e quale
sia il livello di glicemia. Ed è questo che fa infuriare Gabriele, il fatto di
sentirsi sempre sotto costante controllo. Non vuole che Cassie si comporti come
Lara, sua sorella, che gli sta sempre addosso come se lui fosse ancora un
bambino.
Ma Cassandra, vivendo la malattia
che ha colpito Gabriele ormai da molti anni, perché diagnosticata alla madre,
sa che l’unica cosa che deve fare Lele è accettare tutto questo. Ma di non
smettere di vivere.
Cassandra si volta verso il mio avambraccio e, senza smettere di accarezzarmi, inizia a baciarmi, succhiare e mordere la mia pelle. Mi sta facendo impazzire… Sciolgo le funi che mi tengono ancorato a terra e mi lascio andare, sentendomi trasportato verso l’alto come un palloncino pieno di elio. Quando bacia il punto in cui l’ago ha iniettato l’insulina, le sue labbra sono il fuso che fa scoppiare il palloncino. Tutti i miei sensi esplodono all’unisono e mi lascio precipitare volentieri. Anzi, ne sono felice, perché non ho paura. Mi sento libero.
Questo romanzo mi ha davvero
conquistata, è vero, magari ci ho messo un po’ a leggerlo, ma stavo cercando di
godermi le vacanze con una mia carissima amica, e tra un tuffo nel lago e una
passeggiata in città, i cinque giorni di relax che mi ero presa sono volati. Eppure
non ce l’ho fatta a staccarmi da questo romanzo, che rispetto al precedente che
ho letto della stessa autrice, “Non chiamarmi di lunedì”, mi ha incatenata alle
pagine. È un libro dolcissimo, ma una dolcezza che al contrario del titolo, non
fa male. Non fa male per niente. Mi sono ritrovata ed evidenziare intere
pagine, e perdermi tra le parole che Daniela ha utilizzato per narrarci questa
storia. È un libro che mi ha emozionata, che fa vedere il lato debole
dell’uomo, la forza inarrestabile di una donna innamorata, e che la vita non è
sempre rose e fiori. Ci sono sempre degli ostacoli, paura da superare, ma se le
cose si fanno insieme è più facile. Perciò grazie Daniela per questa dolcezza,
per questa storia, per la semplicità con cui è stata narrata. Dai
ringraziamenti l’autrice ci dice che non era certa di portare a termine questo
romanzo, e per questo motivo, ti ringrazio ancora di più. Perché è una storia
che merita di essere letta, la lettura è così scorrevole che non ci si rende
conto di essere arrivati alla fine. Altra nota di merito, i punti di vista
alternati. È stato interessante capire le paure di Gabriele, comprendere i suoi
sentimenti. Mi auguro che uomini così ci siano, in questo mondo.
«Non sei per niente prevedibile o trasparente, Gabriele. È solo che… da qualche giorno hai questa stessa identica espressione. Inoltre spesso capita che dopo aver fatto…», dice titubante abbassando gli occhi, «insomma, dopo che siamo stati insieme, mi cerchi, mi abbracci». È la verità.
Le metto un dito sotto il mento. Devo avere i suoi occhi su di me. Adesso.
«È perché ho bisogno di te», sussurro. E solo dicendolo ad alta voce, capisco quanto sia vero e quanto gli avvenimenti degli ultimi giorni mi abbiano cambiato.
Ultima
ma non meno importante è la copertina: meravigliosa. Fin dal cover reveal mi
aveva conquistata, e si sa, molte volte non è vero che l’abito non fa il
monaco. Trovo si addica alla dolcezza del romanzo, ed è davvero davvero molto
bella. Magari fossero tutte cosi!
Sandy
0 Comments