Recensione - Torna da me per sempre, di Mia Sheridan

by - agosto 05, 2019


Aspettavo il ritorno di Mia Sheridan, che mi aveva fatta innamorare della sua penna e dei suoi precedenti scritti. Questa volta però qualcosa non mi ha convinta: forse la lentezza del romanzo, o forse la sua corsa sul finale. Lei impeccabile come sempre, non mi ha fatto destare dalla voglia di continuare a leggere ancora capolavori frutto della sua immaginazione. 




Titolo: Torna da me per sempre 
Autore: Mia Sheridan 
Serie: Sign of love, #5
Genere: Contemporary romance
Casa editrice: Newton Compton Editori
Data di uscita: 12 luglio 2019


TRAMA

Tenleigh Falyn lotta ogni giorno per la sopravvivenza, nella povera cittadina di provincia in cui vive insieme alla sorella e alla madre malata. Il suo sogno è quello di vincere una borsa di studio assegnata dall'impresa locale al migliore studente. Per Tenleigh significherebbe sfuggire alla miseria e lasciarsi la sofferenza alle spalle.
Anche Kyland Barrett vive tra le colline e si impegna duramente, nonostante la fame, la solitudine e tutte le difficoltà, per accedere alla borsa di studio.
Sono entrambi determinati e non hanno alcuna intenzione di complicare le cose affezionandosi l'una all'altro, ma un momento di intesa è destinato a cambiare tutto. Che cosa succederà quando solo uno di loro avrà la possibilità di andarsene? Troverà il coraggio di voltare le spalle al proprio cuore?



E mi innamorai.
Di un amore profondo, difficile, totale, completo.


Tenleigh è una ragazzina di diciassette anni che cerca di sopravvivere in una piccola città montana,  costratta insieme alla sorella Marlo a sacrificare molto più di quello che hanno per permettere a loro madre le cure di cui necessita.
La comunità in cui vive ha subito anni prima il crollo della miniera di carbone che dava lavoro a moltisse persone della valle, o ora a stento, tranne coloro che possono permettersi una vita agiata, gli abitanti tirano avanti sostenendosi l'un l'altro.
Tenleigh non ha molto da offrire, le, che vive in una piccolo roulotte ed è costretta a dormire sul divano.

Non troppo distante da lei abita Kyland, anche lui vittima del crollo della miniera che gli ha portao via il padre e il fratello. I resti dei pranzi della mensa sono ciò di più simile al cibo lui abbia mai avuto.


Volevo farle male come me ne faceva lei ogni volta che la guardavo. 
Volevo marchiarla, reclamarla, far sapere a tutti che apparteneva a me e solo a me.


La strada di rientro dalla scuola li fa incrociare, e tra qualche insulto e qualche presa in giro nasce una grande amicizia. I libri e lo studio sono ciò che legano magiormente i due protagonisti, entrambi desiderosi di vincere la borsa di studio messa in palio da una delle più facoltose famiglie della contea. Un bel modo per entrambi di abbandonare il Kentuky per rifarsi un vita in un posto dove sopravvivere è l'obiettivo di ogni giorno. Ma di borse di studio ce n'è solamente una. Chi avrà la possibilità divivere un futuro florido rincorrendo i suoi sogni?



Avrei mai amato qualcuno come avevo amato Kyland? Volevo amare qualcuno tanto intensamente di nuovo? Avevo giurato che non mi sarei innamorata mai più dopo che Kyland mi aveva spezzato il cuore, ma quel voto non era sostenibile. Desideravo ancora l’amore. Bramavo qualcuno che mi tenesse stretta e mi dicesse che sarebbe andato tutto bene, che mi baciasse la fronte con tenerezza e mi accarezzasse al buio.

Come dicevo prima, aspettavo il ritorno della Sheridan, che mi aveva già fatta innamorare della sua penna con i precedenti romanzi.
Giunta alla fine di questo libro però mi sono trovata sospesa a metà: mi è piaciuto o no questo romanzo? La risposta è che ancora non lo so.
La prima parte (che dura quasi fino alla fine), ci permette di capire passo dopo passo come sboccia un amore adolescenziale, cosa voglia dire patire la fame, cosa significhi abbracciarsi forte, cosa sia la paura di perdere qualcuno che è diventato il tuo tutto. Cosa siano i sacrifici, q e quanto non faccia male cedere i propri sogni a qualcuno che si ama.
La seconda parte invece, che è quella che in realtà attendevo con maggiore ansia, per capire dove la vita avesse portato i sue protagonisti, si consuma in una manciata di capitoli. Intensi, ma che mi hanno dato l'idea di essere troppo frettolosi. Avrei voluto vivermi di più ciò che il tempo aveva diviso.
Niente da dire sulla prosa, che resta impeccabile e avvolgente, nonostante abbia trovato la prima parte - appunto - molto lenta.



D’un tratto, mi resi conto che niente su questa terra era più importante dell’amore.







Sandy

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