Recensione - La sposa dell'Ade, di Eleonora Fasolino

by - giugno 15, 2024


Buon sabato lettori! Oggi vi voglio raccontare le mie impressioni su uno dei migliori romanzi letti finora. Ringraziando Eleonora per la copia ARC, ecco il mio pensiero sul suo ultimo romanoz, "La sposa dell'Ade" uscito lo scorso 4 giugno.
 

 
Titolo: La sposa dell'Ade
Autore: Eleonora Fasolino
Genere: Retelling mitologico
Casa Editrice: Newton Compton Editori
Data di uscita: 4 giugno 2024
 
 
 
 Lui è il signore delle ombre. Lei è il fiore della rinascita. Come potranno mai amarsi?  Ade, dio dell'Oltretomba, conduce un'esistenza placida, lontano dall'Olimpo e dai suoi intrighi. Il suo è un regno fatto di ombre, di spiriti, dove tutto finisce e fluisce. Eppure, da qualche tempo la sua serenità è turbata da una profezia. Le Moire, signore del destino, sono state chiare: l'Oltretomba è destinato alla distruzione, a meno che il suo re non lasci entrare la vita negli inferi. Confuso, il potente signore delle ombre cerca risposte. Come si fa a portare la vita nel regno dei morti? Intanto Persefone, figlia della dea del raccolto Demetra, vive con sua madre e le sue ninfe tra i campi mai spogli di una terra nascosta ai mortali, anelando a scoprire cosa nasconda il mondo esterno. Quando Ade bussa alle porte della sua casa, Persefone non immagina che quella visita cambierà per sempre la sua vita. Il dio le offre la possibilità di lasciare la dimora materna, seguirlo nell'Averno... e diventarne la regina. E lei accetta. Che cosa la aspetta, nel regno degli inferi?
 
 
Ade e Persefone, un mito che non conoscevo. Un mito che mi ha affascinata, tanto da volerne sapere di più. La storia di un amore che è sacrificio, di un sacrificio che è amore.
Ade, figlio di Crono, è il più grande dei fratelli Dei dell’Olimpo. Dio del regno dei morti e della vita, quando è arrivato il momento di scegliere il luogo dove passare la vita e governare il suo popolo non ha avuto dubbi: 
 

«Voglio il regno della fine», proclamò. «Custodirò il ciclo della vita».
 

Ma quel regno che Ade tanto aveva desiderato governare stava per cadere a pezzi, come predetto dalle Moire. 
 

«Cerca nell’abbondanza, Ade, figlio di Crono, e saprai quanto c’è da sapere», 
cantilenarono infine le Moire.
 
 
Persefone, figlia di Demetra – sorellastra di Ade – non è che una fanciulla che non conosce la vita al di fuori della sua casa, una casa dove ha sempre vissuto con una madre apprensiva e che la incatena alla quotidianità senza darle modo di uscire da quella gabbia dorata che dovrebbe proteggerla dal mondo. Incontrare Ade ed ascoltare la sua folle proposta di rapirla per prenderla in sposa, senza sapere che il suo dono dell’abbondanza è ciò che il dio creda serva per salvare il suo regno, è per la giovane dea della primavera l’unico modo per ribellarsi alla madre e concedersi una possibilità. Un concetto che può essere tranquillamente riproposto ai giorni nostri, perché in ognuno di noi si cela un po’ di Persefone e della sua grazia, della sua resilienza, del suo amor proprio. Dei suoi sogni e della sua spensieratezza.
E tra le pagine di questo romanzo la crescita di questo personaggio è quello che maggiormente traspare, parola dopo parola. La piccola Kore – fanciulla, come la chiamava la madre – diventa donna, moglie e Regina deli Inferi. E lo diventa perché lo vuole, non perché costretta.
Tra i capitoli di questa storia, con doppio pov in terza persona, nasce un amore sincero e profondo che diventa la ragione d’essere. Un dio e una dea, un uomo e una donna, un re e una regina, un marito e una moglie. 

Non è solo la crescita del personaggio di Persefone ad avermi tenuta incollata alle pagine, ma soprattutto il mutare e il diventare profondi i sentimenti che entrambi provano sinceramente l’uno nei confronti dell’altra. Ade, un uomo che non crede nell’amore, è perso nel suo stesso regno senza la donna che lo ha cambiato e che lo ha reso forte di amare. E Persefone, senza la metà del suo cuore, che vorrebbe rinnegare, non è che l’ombra di sé stessa.
Confermo che la scrittura di Eleonora è ammaliante, incalzante e per niente pesante. Non apprezzo quasi mai la terza persona, ma come per “La schiava ribelle” non sono riuscita a posare il libro, desiderosa di sapere, di capire e di amare questa storia. In certi passaggi, uno dei quali voglio postarlo di seguito, ho avuto i brividi. E non mi succede con tutte le letture, ma solo con quelle che mi arrivano al cuore con una forza disumana, quasi celestiale.
Grazie a Eleonora, riesco a leggere un genere diverso, quello del retelling mitologico, che non mi aveva mai attirato. Ma dopo aver letto il suo precedente romanzo, non sarà più vero che mi perderò un qualunque suo scritto – di qualunque genere sia – perché la sua è una delle penne che apprezzo più di tutte. Delicata, sofisticata, aggressiva e romantica.
Se devo trovare un difetto a questo romanzo? Sono arrivata alla parola fine troppo in fretta. Avrei letto di Ade e Persefone ancora per qualche millennio…


«È vero dunque», mormorò Persefone, che si sentì sconfitta.
Ade non la guardava più. «Ti ho mentito soltanto una volta, ed è stato abbastanza. Non ho motivo di farlo ancora».
«Non mi hai risposto, però: tu provi qualcosa per me? Tu vuoi che io resti?»
«Non ti renderò regina di un regno destinato a cadere».
«Sono già la tua regina. Rispondi».
«Devi fare le tue scelte, condurre la tua vita».
«Rispondi!».
«Non c’è futuro qui, per te».
«Rispondi e basta!».
«Sì che ti amo, maledizione!». Il grido si propagò tra le fronde degli alberi, nel silenzio assoluto della bellezza che stava sfiorendo intorno a loro. «Ti amo, anche se non lo merito. Ti amo al punto che mi basta saperti felice, al sicuro, per dare un senso ai miei tormenti. Ti amo talmente tanto che, ah, per il Creato, purché serva a farti andare avanti, sarei disposto persino a vederti innamorata di Orfeo!».
 




 

 

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