Recensione - It ends with us, di Colleen Hoover

by - marzo 07, 2022

 
Non ho saputo resistere al richiamo di Colleen Hoover, e mi sono gettata a capofitto in "It ends with us - Siamo noi a dire basta" che rende reale il ritorno della regina del romance in Italia, grazie a Sperling & Kupfer




Titolo: It ends with us - Siamo noi a dire basta
Autore: Colleen Hoover
Genere: Contemoprary Romance
Casa Editrice: Sperling & Kupfer
Data di uscita: 1 marzo 2022
 


È una sera come tante nella città di Boston e su un tetto, dodici piani sopra la strada, Lily Bloom sta fissando il cielo limpido e sconfinato. Per lei quella non è una sera come tante. Poche ore prima, ha partecipato al funerale del padre, un uomo che non ha mai rispettato, che le ha strappato l'infanzia e Atlas, il suo primo amore. Mentre cerca di dimenticare quella giornata tremenda, viene distratta dall'arrivo di Ryle Kincaid, un affascinante neurochirurgo totalmente concentrato sulla carriera e sull'evitare qualunque relazione. Eppure, nei mesi successivi, Ryle sembra non riuscire a stare lontano da Lily e alla fine cede ai sentimenti e all'attrazione che prova per lei. Dopo una vita non sempre facile, la ragazza ha tutto quello che desidera: il negozio di fiori che ha sempre sognato di aprire e un fidanzato che la ama. Tuttavia, qualcosa non torna: Ryle a volte è scostante e inizia a mostrare un lato pericoloso, in particolare quando Lily rincontra per caso Atlas. Pur non sentendosi al sicuro con Ryle, Lily si rende conto in fretta che lasciare chi ci fa del male non è mai semplice. Troverà allora il coraggio di dire basta?
 
Non ci sono parole a sufficienza per descrivere questo libro.
In questi giorni non ho fatto che vedere foto di ragazze che postavano il loro nuovo acquisto, che ne parlavano assiduamente. La mia home di Facebook, per quanto poco usi questo social, era invasa di rosa Colleen. E anche io, in silenzio e senza fare rumore, aspettavo questo giorno. Il giorno del ritorno in Italia di un’autrice che non ha bisogno di presentazione e che si ama, o si odia.
Un’autrice che non leggevamo da anni, un’autrice che oltre oceano continua ad avere un successo spropositato. Un’autrice che abbiamo aspettato, e che adesso ci godiamo a pieno. E io, ho ceduto. Ho ceduto al desiderio, alla voglia di tornare alle origini, a quando leggere un libro mi dava di più. Mi dava spunto, mi dava coraggio, mi dava emozioni. Mi dava la possibilità di fuggire dalla quotidianità, che non sempre è facile, per raggiungere un mondo dove avrei potuto perdermi nelle parole.
E mi ci sono persa.

Ma ho perso anche qualche litro di lacrime, un sacchetto di speranza. Una vagonata di amore.
Perché lo dico fin da ora… ci ho sperato. Ho sperato fino in fondo che fosse tutto un sogno.
Che ci fosse un margine di errore in quello che stavo leggendo.
E invece a fine lettura, con il cuore a pezzi per un personaggio per cui ho fatto il tifo dall’inizio, posso solo dire che non poteva finire altrimenti che così.

Non esiste spettacolo più bello che guardare le luci di Boston dall’alto dei tetti più alti dei suoi edifici. Sedersi sul cornicione, guardare verso il basso e immaginare come sarebbe volare, fino a toccare il suolo e dire addio al nostro ultimo respiro. Ma non è quello che desidera Lily Blossom, ventitreenne del Maine ma adottata ufficialmente nella città dove tutto è migliore. E quel panorama, decisamente più bello di quello di casa, diventa ancora più bello quando la figura di un uomo si staglia nel buio.
Verità nuda e cruda: Lily ha appena partecipato al funerale del padre, dove non è riuscita a esporre il suo elogio funebre.
Verità nuda e cruda: il passato di quell’uomo, si è trasportato nel suo presente, come un flashback. Solo che… era tutto vero.
Lo sconosciuto del tetto di Boston, bellissimo e di piacevole compagnia, la allontana per un attimo da quella che è la sua dura realtà. Suo padre è morto, sua madre potrà finalmente tirare un sospiro di sollievo e non dover più subire la violenza di un uomo che ha giurato di amarla ma che non riuscita a fare a meno di picchiarla.
Ryle entra nella vita di Lily in punta di piedi, in modo romantico. Lui, che non ha mai desiderato alcuna relazione, che non ha intenzione di sposarsi e che non vuole diventare padre. Ryle ha infatti sposato la neurochirurgia e il sogno di diventare il numero uno nel suo campo.
E su quel tetto, lui ancora non lo sa, ma nasce dentro di lui nuovo sogno: Lily. 
 
 
«Mi sono innamorato di te.»
Le sue parole echeggiano in ogni parte di me e, quando sussurro: 
«Anch’io», è la verità più nuda e più cruda che gli abbia mai confidato.

 
Lily dopo la laurea in Economia si è allontanata dai Maine. Il padre ormai malato non sarebbe più stato un problema: la debolezza era così tanta che non sarebbe mai più riuscito a mettere le sue luride mani su sua madre.
Un uomo per cui non provava alcun rispetto, che ha tolto la felicità a sua madre e che le ha sottratto il suo primo grande amore. Atlas, il ragazzo senzatetto che ha trovato riparo nella casa abbandonata vicino a quella di Lily. Un primo momento di diffidenza l’ha tenuta lontana da lui, ma la necessità di aiutarlo, di sapere che stesse bene e avesse cibo e abiti puliti l’hanno spinta, appena quindicenne, a segnare il suo destino. Un destino che si sarebbe sempre portata nel cuore.
Il Maine, suo padre, il dolore, le ricordavano Atlas e il suo sogno di trasferirsi a Boston.
Ed è lì che lei trova lavoro nel campo del marketing, nonostante la sua passione per i fiori e per la coltivazione delle piante.
Ma su quel tetto, lei ancora non lo sa, nasce dentro di lei un nuovo sogno: Ryle.
 
 
RYLE: Ciao. Verità nuda e cruda tra tre… due…

RYLE: Temevo che una relazione avrebbe aggravato le mie responsabilità. È per questo che le ho evitate per tutta la vita. Ho già abbastanza carne al fuoco e, notando lo stress che il matrimonio sembrava causare ai miei genitori, e i matrimoni falliti di alcuni amici, non volevo avere nulla a che fare con cose simili. Ma, dopo stasera, ho capito che forse molte persone sbagliano. Perché quello che succede tra di noi non sembra una responsabilità, ma una ricompensa. E mi addormenterò chiedendomi che cosa abbia fatto per meritarla.


Lily è l’unica ragazza che abbia instillato in Ryle la voglia di avere di più dalla sua vita. Quella tra loro sarà una storia romantica, che nasce piano piano ma che esplode tutto in un momento. E che si sgretola in quindici secondi, e poi in cinque minuti.
Perché una spinta si trasforma in qualcosa di più. L’amore diventa rabbia, la rabbia diventa odio.
E Lily, vivendo da spettatrice quello di cui ora era diventata protagonista, sa quello che dovrebbe fare, ma comprende perché non possa farlo. 
 
 
Impedire al proprio cuore di perdonare chi si ama è molto più difficile che perdonarlo e basta.

 
La violenza subita la allontana poco alla volta da quel grande amore per Ryle.
E Ryle, dipinta nel volto la sofferenza, prova ad essere un uomo migliore, per sua moglie, per il suo mondo, per il suo intero universo. Ma sarà abbastanza? Sarà sufficiente il dolore del pentimento per sistemare le cose tra loro?

Come dicevo prima, ci ho sperato. Ci ho sperato davvero tanto. Perché sembrava una favola, una favola che per un attimo mi sarebbe piaciuto vivere da protagonista. Ryle sulla carta è un uomo che si scopre poco alla volta come “praticamente perfetto”. Ma si sa, la perfezione non esiste. E tra lui e Lily iniziano i primi screzi quando si imbattono per caso in Atlas, oggi un famoso chef bostoniano.
Riaffiorano tutti i ricordi e tutto il dolore che spingono Lily a rileggere i suoi vecchi diari, colmi di lettere scritte e mai inviate a Ellen DeGeneres. Lettere che ci raccontano la sua storia con Atlas, la storia di un amore che non può essere dimenticato. Perché è solo così, attraverso le parole di un’adolescente che di giovane ha solo l’età, che capiamo la portata del suo amore. Un amore platonico, che nasce poco alla volta e che lascia il segno. Scheggia i cuori di entrambi, ricordando loro cosa voglia dire essere salvati.
E tutto questo invade come un’onda il presente di Lily, mettendo a dura prova la sua relazione, il suo matrimonio. Perché lei ama Ryle, è lui l’amore della sua vita, l’uomo che vuole al suo fianco per sempre. Finché capisce che il perdono, non basta.
Non basta solo chiedere scusa.
Non basta solo l’amore. 


«Tu sei il mio mondo. Il mio mondo.»


E Colleen Hoover ha scelto Lily per essere portavoce della volontà di dire basta. Non è una scelta fatta a cuor leggero, ma c’è un momento – che ho trovato macabro ma di una forza straordinaria – in cui si rende conto che finisce tutto lì. Che può dire basta. Lily è la paladina di quelle donne che subiscono ma che allo stesso tempo sono le uniche a potersi costruire di nuovo, pezzo dopo pezzo, la vita che la violenza le ha rubato. Lily ha dimostrato il suo amore nel modo più forte possibile. Scegliendosi.
E il tono, il modo, la maestria con cui è stato trattato l’argomento è encomiabile. Ho apprezzato che l'autrice non sia andata troppo per il pesante, giocando sulla vulnerabilità caratteriale e non sulla volontà di causare dolore. Non credo che avrei apprezzato la storia nello stesso modo.
Ma il magone per le scelte, le decisioni, la paura e la rabbia che scorrevano tra le pagine, innaffiate anche di momenti carichi d’amore, non può essere descritto. Ci è voluta Colleen Hoover per farmi tornare a scrivere una recensione. Ci è voluta Colleen Hoover per trovarmi in un sabato sera qualunque, verso le undici, ad asciugare le lacrime che non hanno fatto altro che aumentare dopo la parola fine. Perché l’onda emotiva era nel suo punto più alto, e come uno tsunami mi ha sommerso. 
Distrutto. 
Portata alla deriva.
Non ci sarà dell’originalità in questa storia, ma la fragilità, la compostezza, l’amore, l’odio con cui è raccontata può essere solo frutto di chi le emozioni, oltre a farle vivere davvero, sa renderle parole in grado di fare breccia anche nei cuori induriti da tempo.
 
Piccolo parere personale che è meglio non leggere se non volete incappare nello spoiler: dentro di me, penserò sempre che si sia trattato tutto di un incubo. Che mai niente di tutto questo sia successo. E che Ryle sia davvero l'uomo di cui mi sono innamorata durante la lettura. Ancora oggi non riesco ad accettare tutto questo. Perché l'ho conosciuto pagina dopo pagina, romanticheria dopo romanticheria, battuta dopo battuta. E ne sono rimasta folgorata. Ammaliata. Percepivo il suo dolore, e non volevo fare altro che assorbirlo, assieme alla frustrazione e alla rabbia insita in lui. Non sono riuscita ad accettare completamente il finale, perché speravo che fosse uno scherzo, che ci fosse un epilogo diverso. Ma è stato, come dicevo prima, l'unico finale che ci si poteva aspettare.
E non è che non abbia apprezzato Atlas, solo che mi è stato presentato per lo più in veste adolescenziale, senza permettermi di affezionarmi a lui in modo totale. Una sorta di comparsa, che è diventata presenza. Un grande amore mai dimenticato, ma che potrebbe essere cambiato. Quanto ci vorrà per leggere la sua versione della storia? Per farmi cambiare idea su di lui?
 
 
 
 

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1 Comments

  1. Mia cara Sandy non posso che elogiare questa tua recensione,la condivido in ogni singola parola

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