Recensione - L'amore reale, di Flora Harding
Buongiorno ragazze! Oggi è per molte di voi il giorno del rientro, e anche noi riprendiamo le nostre attività del blog dopo la pausa estiva. Veronica vi ha già deliziate con la sue recensione della scorsa settimana, ora è il mio turno di riportarvi tra i miei pensieri. E' stato un periodo un po' sottotono, ma voglio garantirvi che poco alla volta torneremo a pieno regime come un tempo. Allora non perdiamo tempo! Oggi ho deciso di recensire per voi "L'amore reale" di Flora Harding edito Newton Compton Editori.
Titolo: L'amore reale
Autore: Flora Harding
Genere: Romanzo storico
Casa editrice: Newton Compton Editori
Data di uscita: 23 aprile 2021
Castello di Windsor, 1943. La guerra infuria in Europa e nel mondo, quando Filippo, giovane e intraprendente ufficiale di marina, viene invitato a palazzo dai reali inglesi. Lui e la principessa Elisabetta si conoscono da quattro anni, ma finora tra loro ci sono state solo lunghe lettere. Filippo rappresenta tutto ciò che Elisabetta ha imparato a evitare: l'intemperanza, l'audacia, l'avventura.Tutto ciò da cui è irresistibilmente attratta. Nell'austera corte inglese nessuno vede di buon occhio la loro relazione, ed Elisabetta dovrà mettere a rischio la corona pur di inseguire il suo sogno d'amore... Dietro la rigida etichetta di corte, la storia dell'amore tempestoso e contrastato tra la futura regina e il futuro duca di Edimburgo: un matrimonio che ha segnato l'immaginario di tre generazioni. L'ufficiale e la principessa: la storia d'amore che ha fatto sognare il mondo intero...
Sin da quel giorno il ricordo dell’intenso azzurro dei suoi occhi
era stato una piccola spina piantata nel suo cuore.
La pausa che ci siamo date quest’anno come blog è stata importantissima per me: un modo per pensare a cosa fosse importante e cosa no, a cosa mi piacesse e cosa invece mi ha stufato. Mai e poi mai perderò la passione per la lettura, ma questa è spesso e volentieri influenzata dal mio stato d’animo o addirittura, dai libri stessi che leggo. Non posso ritenermi completamente soddisfatta di tutto quello che ho letto negli ultimi due anni, salvo forse qualche libro che – numericamente parlando – probabilmente non mi occupa che la somma delle dita di una mano. Quello che non ho perso ma che ho smesso di coltivare è proprio quello che sto facendo ora, per permettere a te, mio caro lettore, di perdere il tuo tempo prezioso e sperando di guadagnarci un consiglio, una riflessione, un confronto… o tutto questo assieme.
Scrivere è impegnativo. La scrittura, le parole e il senso che si vuol dar loro richiede una concentrazione non indifferente, un umore positivo (anche se molti potrebbero invece dire che è nei momenti peggiori che sono nate le più belle storie), una forza di volontà incredibile e soprattutto… fiducia in sé stessi. Scrivere richiede tempo, e io mi sono sempre giustificata dicendo che “non ne ho”. Ma chi di noi può permettersi di dire di avere del tempo? La vita è un continuo incastrarsi di molti imprevisti e scarse probabilità. Il tempo, ad averlo, è una probabilità. Tutto il resto che ce lo toglie, un bell’imprevisto. E mi sono sentita così, costantemente in un limbo di imprevisti, svogliata dal fare addirittura quello che amavo fare. Qualcosa mi ha tolto le mie passioni, che sia il lavoro, il momento che stiamo vivendo, limitazioni e libertà che ultimamente ci sono state tolte e ripristinate in modo alterno.
Chi ne ha risentito di più è stato il blog, ovviamente, ma per fortuna l’ho lasciato nelle sapienti mani di Veronica che ha creato un salotto per voi, mantenendolo attivo e coinvolgete.
Eppure, dopo mesi, mi ritrovo davanti ad una tastiera inutilizzata, perché avevo semplicemente voglia di trovare tempo, e di dedicarlo a chi si soffermerà a leggere questo articolo. Di che cosa vi voglio parlare? Beh, di libri! Di che cos’altro, sennò?
Nello specifico, la storia che vi voglio raccontare oggi è quella che a me è stata raccontata da Flora Harding, attraverso le parole del suo “L’amore reale”, edito Newton Compton Editori.
Una storia che i fan più romantici di The Crown, schierati nel #teamfilippo (come la sottoscritta), meritano di leggere. Basata su fatti realmente accaduti, ma a tratti romanzati, questa storia ci porta tra i corridoi di Buckingham Palace, tra le verdi distese di Balmoral, nei vicoli di una Londra appena eletta vincitrice di una guerra che non ha portato che distruzione. Ed è in questi luoghi che nasce l’amore di questi due personaggi, così diversi tra loro, ma che si convincono di poter dar vita a qualcosa di speciale.
Elisabetta ha appena tredici anni quando incontra per la prima volta Filippo, ed è bastato un solo accenno di sguardo per capire che lui sarebbe stato l’amore della sua vita. Noi donne, le cose, le sappiamo.
Per il giovane Filippo invece l’incontro con Elisabetta non è che una questione di affari, fortemente voluta dallo zio Dickie Mountbatten. Con il passare degli anni l’amore di Lilibeth non scema, non si affievolisce. Filippo invece, vede Elisabetta come l’opportunità di mantenere un titolo reale che la sua Grecia non gli darà mai più. Tra loro prende vita una corrispondenza epistolare che terra compagnia a lei quando permetterà a lui di conoscere Lilibeth e comprendere quanti ci sia di più in lei che la mera ubbidienza e reverenza alla Corona. È gentile, dolce, non solo un buon partito, non solo l’erede al trono. In lei si nasconde un’amica, dietro quella diffidenza imposta dal manuale della perfetta principessa, al quale non è consentito esprimere i propri sentimenti.
La loro storia sarà travagliata, ostacolata e mal vista dalla famiglia di lei, che non la vuole in sposa al ragazzo che da principe, si può dire ormai per amore, ha abbandonato le sue origini, dichiarandosi cittadino britannico e diventando semplicemente un luogotenente. Quale re avrebbe mai voluto che la figlia – la futura donna più potente del mondo – andasse in sposa ad un comune “marinaio”?
Al di là degli obblighi dettati dal suo status sociale, delle regole, delle restrizioni e delle malelingue sulla loro unione, Elisabetta e Filippo non si faranno mettere i piedi in testa: accordato che il meglio per la Corona sia un’unione vincente come la loro, faranno di tutto per adattarsi a questa nuova idea di “noi” che camberà per sempre le loro vite. Ma se Elisabetta fantastica su quanto le piacerebbe che una mera questione di affari prendesse una sfumatura romantica, Filippo si rende conto che tutta questa storia, questo fidanzamento, questo matrimonio, non ha niente a che fare con la volontà di zio Dickie di vederlo al Buckingham Palace come consorte di una Regina. Niente di tutto quello che desidera ha a che fare con la politica. Filippo ama profondamente Elisabetta, solo che per capirlo ha dovuto stare lontano da lei per molto tempo, ha dovuto vedere come sarebbe stata la vita senza di lei per capire che non sarebbe stata vita. Avrebbe rinunciato a tutto, pur di vedere quel sorriso che le nasce sulle labbra, per vedere quelle guance colorarsi di quel color rosa pastello che rendono il suo viso ancora più dolce. Le sarebbe sempre stato secondo a tutto, alla sua nazione e alla sua famiglia, pur di averla al suo fianco. Filippo, a mio personale parere, ha rinunciato a tanto per inseguire la felicità, una volta che ha compreso davvero che cosa significasse per lui. Se imparare a cacciare era un modo per ingraziarsi il Re Alberto, amare e onorare sua figlia è stato invece un processo del tutto naturale, che non ha richiesto grandi sforzi. Il fatto di aver messo subito in chiaro il suo passato, la facilità con cui è riuscito fin da subito a parlarne con Lilibeth, avevano già fatto scaturire il lui qualcosa. Elisabetta era diversa dalle altre, a scapito del suo rango. Era quella giusta per lui, gli era destinata, ma non per volere di zio Dickie, ma per volere del suo cuore. Ed Elisabetta con lui poteva essere semplicemente Elisabetta, non una principessa, non la futura regina… solo una ragazza innamorata di un ragazzo, con il solo desiderio di restare per sempre felici e contenti, fino a che morti non li ha separati.
Che dire, per una lettura diversa, che dista dai classici romance “commerciali” fa bene al cuore e alla mente. Allontanarmi dalle classiche storie che ormai sono lette e rilette è stato un po’ un toccasana! Avendo visto la serie tv potevo godere dei fotogrammi che mi ricordavano le parole dell’autrice, ma i sentimenti, quelli dei nostri giovani eroi, quelli sono stati magistralmente raccontati da Flora Harding con parole semplici, profonde, e che hanno ricalcato il vero, mi hanno toccato il cuore. Mi è sembrato di essere lì accanto a loro, a struggermi per le loro scelte, a sostenerne di altre, a vivere la loro unione con la speranza che pagina dopo pagina, da mera finzione, diventasse reale. Che la parola amore venisse finalmente pronunciata. E non sono rimasta delusa.
Scrivere è impegnativo. La scrittura, le parole e il senso che si vuol dar loro richiede una concentrazione non indifferente, un umore positivo (anche se molti potrebbero invece dire che è nei momenti peggiori che sono nate le più belle storie), una forza di volontà incredibile e soprattutto… fiducia in sé stessi. Scrivere richiede tempo, e io mi sono sempre giustificata dicendo che “non ne ho”. Ma chi di noi può permettersi di dire di avere del tempo? La vita è un continuo incastrarsi di molti imprevisti e scarse probabilità. Il tempo, ad averlo, è una probabilità. Tutto il resto che ce lo toglie, un bell’imprevisto. E mi sono sentita così, costantemente in un limbo di imprevisti, svogliata dal fare addirittura quello che amavo fare. Qualcosa mi ha tolto le mie passioni, che sia il lavoro, il momento che stiamo vivendo, limitazioni e libertà che ultimamente ci sono state tolte e ripristinate in modo alterno.
Chi ne ha risentito di più è stato il blog, ovviamente, ma per fortuna l’ho lasciato nelle sapienti mani di Veronica che ha creato un salotto per voi, mantenendolo attivo e coinvolgete.
Eppure, dopo mesi, mi ritrovo davanti ad una tastiera inutilizzata, perché avevo semplicemente voglia di trovare tempo, e di dedicarlo a chi si soffermerà a leggere questo articolo. Di che cosa vi voglio parlare? Beh, di libri! Di che cos’altro, sennò?
Nello specifico, la storia che vi voglio raccontare oggi è quella che a me è stata raccontata da Flora Harding, attraverso le parole del suo “L’amore reale”, edito Newton Compton Editori.
Una storia che i fan più romantici di The Crown, schierati nel #teamfilippo (come la sottoscritta), meritano di leggere. Basata su fatti realmente accaduti, ma a tratti romanzati, questa storia ci porta tra i corridoi di Buckingham Palace, tra le verdi distese di Balmoral, nei vicoli di una Londra appena eletta vincitrice di una guerra che non ha portato che distruzione. Ed è in questi luoghi che nasce l’amore di questi due personaggi, così diversi tra loro, ma che si convincono di poter dar vita a qualcosa di speciale.
Elisabetta ha appena tredici anni quando incontra per la prima volta Filippo, ed è bastato un solo accenno di sguardo per capire che lui sarebbe stato l’amore della sua vita. Noi donne, le cose, le sappiamo.
Per il giovane Filippo invece l’incontro con Elisabetta non è che una questione di affari, fortemente voluta dallo zio Dickie Mountbatten. Con il passare degli anni l’amore di Lilibeth non scema, non si affievolisce. Filippo invece, vede Elisabetta come l’opportunità di mantenere un titolo reale che la sua Grecia non gli darà mai più. Tra loro prende vita una corrispondenza epistolare che terra compagnia a lei quando permetterà a lui di conoscere Lilibeth e comprendere quanti ci sia di più in lei che la mera ubbidienza e reverenza alla Corona. È gentile, dolce, non solo un buon partito, non solo l’erede al trono. In lei si nasconde un’amica, dietro quella diffidenza imposta dal manuale della perfetta principessa, al quale non è consentito esprimere i propri sentimenti.
La loro storia sarà travagliata, ostacolata e mal vista dalla famiglia di lei, che non la vuole in sposa al ragazzo che da principe, si può dire ormai per amore, ha abbandonato le sue origini, dichiarandosi cittadino britannico e diventando semplicemente un luogotenente. Quale re avrebbe mai voluto che la figlia – la futura donna più potente del mondo – andasse in sposa ad un comune “marinaio”?
Al di là degli obblighi dettati dal suo status sociale, delle regole, delle restrizioni e delle malelingue sulla loro unione, Elisabetta e Filippo non si faranno mettere i piedi in testa: accordato che il meglio per la Corona sia un’unione vincente come la loro, faranno di tutto per adattarsi a questa nuova idea di “noi” che camberà per sempre le loro vite. Ma se Elisabetta fantastica su quanto le piacerebbe che una mera questione di affari prendesse una sfumatura romantica, Filippo si rende conto che tutta questa storia, questo fidanzamento, questo matrimonio, non ha niente a che fare con la volontà di zio Dickie di vederlo al Buckingham Palace come consorte di una Regina. Niente di tutto quello che desidera ha a che fare con la politica. Filippo ama profondamente Elisabetta, solo che per capirlo ha dovuto stare lontano da lei per molto tempo, ha dovuto vedere come sarebbe stata la vita senza di lei per capire che non sarebbe stata vita. Avrebbe rinunciato a tutto, pur di vedere quel sorriso che le nasce sulle labbra, per vedere quelle guance colorarsi di quel color rosa pastello che rendono il suo viso ancora più dolce. Le sarebbe sempre stato secondo a tutto, alla sua nazione e alla sua famiglia, pur di averla al suo fianco. Filippo, a mio personale parere, ha rinunciato a tanto per inseguire la felicità, una volta che ha compreso davvero che cosa significasse per lui. Se imparare a cacciare era un modo per ingraziarsi il Re Alberto, amare e onorare sua figlia è stato invece un processo del tutto naturale, che non ha richiesto grandi sforzi. Il fatto di aver messo subito in chiaro il suo passato, la facilità con cui è riuscito fin da subito a parlarne con Lilibeth, avevano già fatto scaturire il lui qualcosa. Elisabetta era diversa dalle altre, a scapito del suo rango. Era quella giusta per lui, gli era destinata, ma non per volere di zio Dickie, ma per volere del suo cuore. Ed Elisabetta con lui poteva essere semplicemente Elisabetta, non una principessa, non la futura regina… solo una ragazza innamorata di un ragazzo, con il solo desiderio di restare per sempre felici e contenti, fino a che morti non li ha separati.
Che dire, per una lettura diversa, che dista dai classici romance “commerciali” fa bene al cuore e alla mente. Allontanarmi dalle classiche storie che ormai sono lette e rilette è stato un po’ un toccasana! Avendo visto la serie tv potevo godere dei fotogrammi che mi ricordavano le parole dell’autrice, ma i sentimenti, quelli dei nostri giovani eroi, quelli sono stati magistralmente raccontati da Flora Harding con parole semplici, profonde, e che hanno ricalcato il vero, mi hanno toccato il cuore. Mi è sembrato di essere lì accanto a loro, a struggermi per le loro scelte, a sostenerne di altre, a vivere la loro unione con la speranza che pagina dopo pagina, da mera finzione, diventasse reale. Che la parola amore venisse finalmente pronunciata. E non sono rimasta delusa.
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