Review tour - Mai più così vicini, di Marilena Barbagallo

by - settembre 10, 2019


Nelle etichette che accompagnano i libri di Marilena dovebbe esserci scritto "crea dipendenza, e nuoce al cuore". "Mai più così vicini", un titolo "mai più così azzeccato". Un attentato ai sentimenti, un lasciapassare per le lacrime. Il marchio di fabbrica di una delle scrittrici italiane che più ammiro. Unica e immensa, Mari 💓


 


Titolo: Mai più così vicini
Autore: Marilena Barbagallo
Serie: Autoconclusivo
Genere: Dark Romance
Casa editrice: Newton Compton Editori
Data di uscita: 5 settembre 2019


TRAMA

Restare nell’ombra è la sua arte. Lui non ha mai fallito, ha portato a termine più di settantacinque rapine, è imprendibile. Lo chiamano Delirio. Siria ha sempre disprezzato il “mestiere” di famiglia, e tanto più lo disprezza ora che anche per lei è arrivato il momento di prostituirsi. «Quando sarò abbastanza grande, ti sposerò», le aveva promesso il piccolo Ermes. Ma lui non è più tornato. Il giorno in cui le loro vite si incrociano di nuovo, lei non lo riconosce. Non sa che è il ladro più famoso che ci sia in circolazione. Sa solo che è più bello di come lo aveva immaginato e che non ha mai smesso di volergli bene. Presto capisce che lui non è più interessato a lei, e che quella promessa era solo una stupida frase detta da un ragazzino. Un giorno Delirio viene convocato per un incarico che è costretto ad accettare. Non può immaginare che si troverà a commettere il primo errore della sua carriera. Che cosa accade quando un proiettile colpisce la persona sbagliata?
Un amore del passato, mai del tutto dimenticato, cambierà per sempre il destino di Siria e del misterioso ladro Delirio.



«Prima era prima, oggi è oggi. Prima c’era il nulla, oggi ci sei tu».


Erano solo due ragazzini, quando hanno scoperto inconsapevolmente l'amore. Due ragazzini ormai grandi, ai quali è stata privata l'emozione delle prime cadute, delle prime coccole, carezze, dei primi giocattoli rotti. Perché loro, giovani anime, sono nati con le ginocchia sbucciate, le lacrime di solitudine come accessorio, e con l'anima scheggiata e sfregiata dal dolore, dalla rabbia, e dal concetto più sbagliato di vita. Non hanno mai conosciuto la purezza dell'innocenza.

Siria, nel fiore della sua età, aspetta ogni giorno il ritorno di Ermes, quel ragazzino che leggendole "Piccole donne" e proteggendola dai bulli che osavano avvicinarsi a lei, le ha dimostrato più amore di quanto sua madre, prostituta per dovere e ormai per abitudine, non le aveva mai dato.
Sono passati tredici anni da quando le aveva promesso che sarebbe tornato, che l'avrebbe portata via, donandole una vita migliore. Che sarebbe tornato per sempre. L'unico ricordo che Siria custodisce nel cuore è quella collana che non ha mai tolto, che le rammenta ogni giorno quanto le manchi, quanto il mare le ricorda i suoi occhi, quanto tutto attorno a lei sia vuoto e sporco senza di lui.
Avrebbe desiderato per sè stessa una vita migliore, una laurea, un lavoro ben pagato. Invece si ritrova a dover lasciare casa sua ogni qualvolta un cliente di sua madre bussa alla sua porta. Non si sente a casa neanche a casa sua. La sua casa era Ermes. Ma Ermes non c'è più. 

Vive nell'ombra, ma tutti lo conoscono. Lui è Delirio, un ladro, un maestro. Irraggiungibile, inafferrabile. E' Lupin, senza la sua Margot.
Il suo nome è su tutti i giornali, tutti lo temono, ma nessuno sa come sia il suo volto.
Lei, lei però, nel buio delle luci di un locale, lo riconosce. E lui, immerso e soffocato da quello stesso buio, sente il suo cuore battere di nuovo.
Rivederla, non più bambina ma incredibilmente donna, lo fa galleggiare appena nel senso di colpa. Nella rabbia, per averla abbandonata e per non essere riuscito a salvarla. Per non aver mantenuto la promessa. Un qualcosa sopra il quale Siria non è disposta a passare. La furia per l'abbandono la incendia, come una fiamma alimentata dall'ossigeno che serve per ardere. Scoppia, spargendo scintille di dolore che arrivano al corpo, alla mente, al cuore dell'uomo che ha sempre amato. Di quell'uomo che l'ha sempre amata, e che non è riuscito a salvarla. Di Delirio. Di Ermes.

Siria ha coraggio che scorre nelle vene al posto del sangue. Il coraggio di sopravvivere, di non cedere, anche quando il suo corpo viene usato, sfruttato, sfregiato. La tentazione di lasciarsi andare, di rinunciare a lottare, farà capolino nella sua mente, ma il suo corpo, il suo cuore, sono più forti. Resistono, resistono per amore. Un amore che la ucciderà lentamente.
Un amore che la ritroverà immediatamente. Un amore che, in qualunque posto sia destinata ad andare, porterà sempre con sè, e non l'abbandonerà mai.


«Mi sentirai passare anche quando non ci sarò. Sarò il vento. Sarò un raggio. Sarò tutto ciò che non potrai mai afferrare. Niente di tangibile. Solo aria, odore, luce. 
Io sarò il tuo nulla. Tu lo sei già per me».



Questo ultimo lavoro di Marilena è difficile, complesso, diverso dai suoi scritti precedenti. Siria e Delirio sono due personaggi differenti, che insieme si amalgamano alla perfezione: lei, forte, lui, la parte debole della coppia. Un fenomeno nel suo lavoro, ma un disastro a livello emotivo. Si contraddice spesso, mettendo in discussione non solo i suoi sentimenti, ma anche quelle della donna che ama. Durante la lettura è – lasciatemi passare il termine – frustrante stare dietro ai suoi pensieri. Lui vorrebbe essere un passo avanti a lei, farle da scudo contro le brutture del mondo, quando in realtà il suo atteggiamento fa annegare entrambi nel nero mare del dolore, della rabbia.
Ermes non riesce a gestire il caos che si porta dentro: è amore, sfumato color odio, con una punta di paura. Lei è la luce, il blu cristallino di un mare limpido. Lui è una tavolozza di colori mal accoppiati, che lo rendono però unico nel suo essere umano. Ama, ama Siria con tutto il suo cuore, e la odia, allo stesso tempo, perché sa di non poterla avere per sempre. Il tempo, un concetto così indefinito, che però scandisce i loro attimi, rendendoli ricordi appesi come fotografie che si stanno sviluppano nella camera oscura. E di oscuro si tinge la loro vita, un rosso sangue che mescola l’amore, la passione, al nero della morte.


«Ti prometto che torno a prenderti. 
Tu devi solo resistere e mi devi giurare che non avrai paura e che non ti arrenderai».
Siria deglutisce e non protesta. Cazzo, la tiene in pugno e mi sento così inutile e impotente.
«Va’ via», ripete.
Le prendo le guance e l’attiro al mio viso, poggio le labbra sulle sue e lei non mi respinge. 
Si lascia accarezzare.
«Non si può vivere senza cuore. Come dovrei vivere senza cuore? Sei il mio cuore e lo sarai per sempre».

Stavolta non posso dare un punteggio pieno. Non perché non sia un bel libro, perché non è proprio così, ma da sempre il mio giudizio e basato sulla scia di emozioni che un libro mi lascia. E se Gang, l’ultimo che ho letto di Marilena, mi aveva lasciato quel vuoto incolmabile che ti spinge a ricercare tra le pagine i tuoi pezzi di storia preferiti, questo non è successo con Mai più così vicini.
Partito con lentezza, mi aveva spaventata. Ci è voluto un po’ perché la storia incalzasse con ferocia, riprendendo la mia attenzione. Forse il finale – per quanto azzeccatissimo -  mi ha influenzata. Forse l’epilogo, che ho trovato molto discostato dal livello di serietà che si era mantenuto fino alle ultime pagine. Forse mancava quella profondità, presente ma dosata rispetto al solito, che è un tratto particolarmente importante della penna dell’autrice. Non è stato superficiale, non la metterei in questi termini, ma mi è parso spezzato, quasi incompleto, questo suo modo di scrivere. Non, non incompleto, direi più sfumato. Le sensazioni, solitamente così ben marcate e dettagliate, avevano colori pastello, ed immagino sia stato questo che mi abbia in parte privato di sentirle addosso. Ho trovato una Marilena che mi è parsa costretta a non essere copletamente sé stessa. "Limitata", per usare un termine che renda l'idea. Come se le parole fossero un po’ strozzate, pronte ad uscire dalla punta della penna ma rimaste lì incastrate. Come se qualcuno le avesse messo un freno. E noi non vogliamo una Marilena a metà: noi vogliamo tutto. Perciò ridatemi la mia Mari, vi prego 💓

Lo struggimento di Ermes, mi è sembrato l’eco di un lamento continuo. Questo uomo spezzato che non ha avuto coraggio a sufficienza di emergere dalla cenere. Aveva l’amore dalla sua, ma sembra quasi che abbia sprecato l’unica possibilità che aveva di essere felice.
Il mio cuore non ha vibrato, questa volta. Non come accade sempre quando leggo la parola fine nei libri di Marilena. Questa volta le emozioni non sono arrivate prepotenti, salendo dalle pagine arrivando sulla pelle. La rabbia, l’incredulità, quelle sì. Ma non è colpa di Mari per questo, è “colpa” del delirio che Ermes si porta dentro. La paura di perdere Siria lo spinge ad atti che passo dopo passo lo allontanano da lei, che cerca di tenere salda la fune per entrambi. Ma quando la corda si spezza, i cuori che cadono sono due.
Non c’erano altri modi per salvare un amore così grande. Scriverlo, rende tutto più vero.


Sandy

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1 Comments

  1. Ho finito di leggerlo ieri sera,condivido in parte il tuo giudizio Sandy. Sei troppo benevola nei confronti dell'autrice del modo in cui lei ha dipinto il personaggio di Ermes, a mio parere non è un personaggio da salvare, non è stato abile in nulla solo ad affinare le sue abilità di ladro ma per quanto riguarda il suo grande amore per Siria ha sempre commesso degli errori nel giocare le sue carte: l'ha abbandonata da fanciulla promettendo di tornare a prenderla e non l'ha fatto cosicché Siria si trova a crescere fra stenti e umiliazioni quando Ermes fa un breve ritorno non pensa di portare con sé Siria perché vorrebbe preservarla dalla sua vita di fuggiasco e la abbandona una seconda volta e a questo giro Siria finisce tra le spire di Jackson avvelenandole la vita, nel loro successivo incontro Ermes si trova a dover colpire le corde vocali di Jackson su commissione e qui per errore colpisce anche Siria, credendo di averli uccisi entrambi la sua vita cade nella disperazione, nella violenza su se stesso. Ed ecco che il destino gli dà un ulteriore possibilità di rimettere la sua vita sui giusti binari, scopre che Siria non è morta anzi riesce a sfuggire dalle grinfie di Jackson. Ermes ha la possibilità di poter intraprendere un cammino insieme a lei e invece cosa fa? vanifica questa ennesima sua grande possibilità Jackson la riprende con sé sotto minaccia di uccidere Ermes e lui il grande Lupin permette che ciò accada consapevole che la serpe avrebbe distrutto Siria. Con quale coraggio le si rivolge dicendo: Resisti verrò a prenderti ?
    e le confida di amarla come ciliegina sulla torta!!!
    No mi dispiace, questo è un errore che io non gli perdono anche se dovevano morire sotto i colpi degli uomini di Jackson lui non doveva permettere che Siria ritornasse nelle mani del suo aguzzino
    Mi dispiace la Barbagallo in questo suo ultimo non mi è piaciuta

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